Dopo gli spari di Israele sui diplomatici Tajani chiede a Netanyahu di fermare le bombe a Gaza: “Inaccettabile”

"Basta bombardamenti sulla Striscia, serve un cessate il fuoco immediato". Il ministro degli Esteri Antonio Tajani prende posizione dopo gli spari dell'esercito israeliano a Jenin, in Cisgiordania, dove si trovava riunita una delegazione di diplomatici stranieri, tra cui il vice console italiano a Gerusalemme, Alessandro Tutino.
Il vicepremier ha definito "inaccettabile" usare le armi contro i diplomatici e ha chiesto al premier israeliano di fermare le bombe sulla Striscia e ripristinare gli aiuti. Ieri, dopo l'episodio a Jenin, l'Idf si è scusato spiegando di aver deviato dal percorso originario e di esser erroneamente finiti nell'area in cui era presente la delegazione. La vicenda ha attirato l'attenzione della comunità internazionale che ha condannato le azioni del governo israeliano.
In Italia la prima reazione del governo Meloni è stata la convocazione dell'ambasciatore israeliano a Roma. "Abbiamo convocato l'ambasciatore israeliano a Roma e chiesto chiarimenti. È inaccettabile usare le armi con una delegazione di diplomatici, lo è anche sostenere che la delegazione aveva sbagliato strada. Israele era stato informato dei loro movimenti", ha spiegato Tajani. Quando ha appreso degli spari, il ministro era in viaggio con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. "L'ho subito messo al corrente, poi ho chiamato Meloni. È inaccettabile, una violazione aperta del diritto internazionale. I diplomatici non si toccano", ha ribadito.
Successivamente, anche Fratelli d'Italia ha lanciato un avvertimento a Netanyahu. "Con Israele siamo amici, i rapporti non si rovinano ma non si esageri", è stato il monito del partito della premier, che finora è rimasta in silenzio sull'accaduto. In questi giorni dalle opposizioni si sono moltiplicate le accuse di complicità nei confronti del governo italiano per il massacro dei palestinesi rimasti nella Striscia. Meloni infatti, non ha espresso una chiara condanna nei confronti di Israele ma si è limitata a definirne "non condivisibili" alcune scelte.
È il vicepremier Tajani – che pure si guarda bene dall'accusare il governo israeliano – a chiedere a Netanyahu di fermarsi. "La nostra posizione è chiara. I bombardamenti devono fermarsi, serve un cessate-il-fuoco immediato e la liberazione degli ostaggi da Hamas, che deve uscire da Gaza: l'unico attore che riconosciamo è l'Autorità nazionale palestinese", ha affermato il capo della diplomazia italiana. Il dissenso italiano "è nei fatti", ha spiegato. "Netanyahu deve fermare i raid sulla Striscia e ripristinare gli aiuti umanitari. Abbiamo votato la risoluzione dell'Oms che chiede di terminare l'emergenza sanitaria a Gaza. È fondamentale che le condizioni sanitarie rispettino gli standard internazionali e anche di questo stiamo discutendo con Israele". ha detto ancora.
Il vicepremier ha spiegato che l'Italia riconoscerà lo stato palestinese, "ma senza Hamas" e questo "deve arrivare al culmine di un processo negoziale con Israele in cui i due Stati si riconoscano reciprocamente. Altrimenti si tratterebbe di azioni dimostrative". Tajani però, non ha voluto parlare di genocidio, ma piuttosto "un'evidente violazione del di- ritto internazionale umanitario". E ha continuato: "Israele è un Paese amico e perciò lo diciamo chiaramente: basta bombardamenti. Mentre Hamas deve liberare tutti gli ostaggi: hanno scatenato loro questa guerra sulla pelle del loro popolo. Oggi Hamas è stata sconfitta", ha concluso.