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Direttiva Case Green

Direttiva Ue sulle case green verso il via libera, come cambiano le regole e chi deve ristrutturare

La direttiva europea sulle case green dovrebbe arrivare alla sua versione definitiva il 7 dicembre. Nel frattempo però è cambiato un aspetto importante: sulle tempistiche delle ristrutturazioni da fare per migliorare l’efficienza energetica delle case saranno i singoli Stati a decidere.
A cura di Luca Pons
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Nei prossimi anni molti dovranno ristrutturare la propria casa per adattarla a standard di efficienza energetica più alta, decisi con la direttiva sulle case green, ma le tempistiche potrebbero essere meno stringenti di quanto si pensava: a fissare i paletti, infatti, saranno i singoli Stati e non l'Ue. La direttiva è ormai a un passo dall'approvazione definitiva, dopo mesi di trattative. Il testo dovrebbe arrivare alla sua versione finale nell'incontro del 7 dicembre tra Parlamento europeo, Consiglio europeo e Commissione europea. A sbloccare la situazione è stata una riunione avvenuta circa un mese fa, che ha cambiato alcuni degli aspetti più importanti della norma.

Il relatore per il Parlamento europeo, l'irlandese Ciaran Cuffe dei Verdi, ha spiegato "solo cambiamenti strutturali proteggeranno famiglie e imprese dalla volatilità dei prezzi dell’energia nel lungo periodo", perciò l'obiettivo della norma è "ridurre le emissioni e le bollette". Le trattative erano iniziate a marzo, con l'approvazione del Parlamento. Ci sono voluti più di sei mesi per arrivare a delle regole condivise, e nel frattempo alcuni degli aspetti che più preoccupavano i proprietari di casa sono stati smussati.

La modifica più importante al testo riguarda le tempistiche. Nella prima versione, si mettevano paletti precisi: tutti gli edifici residenziali avrebbero dovuto raggiungere la classe energetica E entro il 2030 e la classe D nel 2033. Nella versione nuova, invece, saranno i singoli Stati a poter decidere i tempi per raggiungere questi traguardi.

L'unico traguardo resterà quello del 2050, per raggiungere le zero emissioni. Fino ad allora, ogni Paese fisserà dei passi intermedi da rispettare, misurando il consumo energetico per metro quadro nel Paese. In più, sarà compito degli Stati stabilire il numero di edifici che ogni anno dovranno essere ristrutturati. Da parte dell'Ue ci saranno dei traguardi fissati ogni cinque anni dal 2030 in poi, per verificare che effettivamente le misure stiano funzionando. Non sono ancora stabilite queste soglie intermedie, che saranno decise nella riunione del 7 dicembre.

Come si legge in una bozza citata dal Sole 24 ore, "almeno il 55% della riduzione del consumo di energia" dovrà essere raggiunto con il "rinnovo degli edifici più energivori". Quindi con le ristrutturazioni. Quali saranno considerati gli edifici "più energivori" che vanno ristrutturati? Il 43% che ha le performance energetiche peggiori.

In Italia, il 43% degli edifici equivale a circa 5 milioni di immobili residenziali. Concretamente si parla quindi in ogni caso di milioni di case da ristrutturare, ma i tempi saranno con tutta probabilità molto più lunghi: nessun lavoro urgente entro il 2030, ma più probabilmente un arco temporale lungo con passaggi graduali, che saranno decisi dal governo italiano. I dettagli però si conosceranno solo dopo il 7 dicembre, quando la direttiva dovrebbe essere definitiva. Nelle prossime settimane ci saranno altri incontri tecnici per chiudere gli ultimi punti.

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