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Di quanto sono aumentati i prezzi dei beni alimentari in Italia dal 2021 e perché

Dal 2021 al 2025 i generi alimentari hanno subito enormi rincari. In quattro anni i prezzi sono aumentati del 24,9%, costringendo le famiglie, soprattutto quelle a basso reddito, a tagliare la spesa e cambiare le proprie abitudini alimentari. È quanto emerge dall’ultima analisi Istat.
A cura di Giulia Casula
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In cinque anni i prezzi degli alimentari sono cresciuti aumentati del 24,9%. Una vera e propria impennata, di quasi 8 punti percentuali rispetto al 2021 e ben superiore al tasso di inflazione generale. Lo rendo noto l'Istat nella nota sull'andamento dell'economia di novembre.

Alla forte crescita negli anni 2022-2023 ha contribuito soprattutto lo shock sui listini dell’energia, che ha colpito in misura rilevante il settore degli alimentari non lavorati, sia in modo diretto, sia in modo indiretto, facendo salire il prezzo di importanti prodotti intermedi, come i fertilizzanti. Un rialzo che pesa specialmente sulle famiglie a basso reddito, che nell'ultimo anno sono state costrette a tagliare la propria spesa per cibo e bevande.

L'analisi Istat sul carrello della spesa: pesa il caro-energia

Nel 2025 i beni alimentari rappresentano circa un quinto del valore economico dei beni e servizi consumati dalle famiglie italiane. L'Istat segnala che il prezzo del cibo, a settembre 2025 è cresciuto del 26,8% rispetto al 2021. I rincari maggiori riguardano i prodotti vegetali (+32,7%), latte, formaggi e uova (+28,1%), pane e cereali (+25,5%). Ad ottobre il prezzo della carne è salito del +5,8% quello delle uova del +7,2%, mentre per altri prodotti gli aumenti sono addirittura a due cifre. Il cioccolato è salito del +10,2%, il caffè del +21,1%, il cacao del +21,8%.

La crescita, cominciata nella seconda metà del 2021, ha subito una vera e propria impennata tra il 2022 e il 2023, per via dell'aumento dei prezzi dell'energia provocato dal conflitto russo-ucraino. Ma i rialzi sono proseguiti anche nel periodo successivo, seppur in modo più contenuto, colpendo le famiglie a basso reddito.

"Le cause dell'eccezionale crescita dei prezzi dei prodotti alimentari in Italia sono individuabili in una combinazione di fattori, di natura soprattutto esterna, che hanno determinato forti aumenti nei prezzi internazionali degli input produttivi del settore alimentare. I fattori interni hanno invece agito in misura più limitata e, in particolare negli anni più recenti", spiega l'Istat. "A partire dalla seconda metà del 2021, sono iniziate a manifestarsi pressioni al rialzo dei prezzi internazionali delle materie prime alimentari dovute alla fase di ripresa economica post pandemica. In tale contesto, in presenza di una domanda crescente e di frizioni nell'approvvigionamento dovute ai riassestamenti delle catene globali dopo la pandemia, si è verificata una contrazione dell'offerta mondiale determinata anche da eventi metereologici avversi nei principali paesi esportatori", si legge nell'analisi.

A febbraio 2022, l'invasione dell'Ucraina e le conseguenti sanzioni sulla Russia hanno mandato su i prezzi di gas e beni energetici. Nello stesso periodo hanno continuato a crescere anche i prezzi delle materie prime alimentari. In Italia il prezzo al consumo dei beni energetici è aumentato da ottobre 2021 a novembre 2022 del 76%, in misura ben maggiore rispetto alla media dell'area euro (38,7%), dell'Ue27 (36,8%) e degli altri principali paesi europei: Germania (42,7%), Francia (21,1%) e Spagna (2,9%). Un aumento che, come dicevamo, ha fatto sentire i suoi effetti sul settore alimentare.

Prezzi alle stelle, una famiglia su tre taglia la spesa

I maxi rincari hanno contribuito ad impoverire le famiglie, costringendole a cambiare le proprie abitudini. Come segnala Assoutenti infatti, una su tre è stata costretta nell’ultimo anno a tagliare la spesa per cibi e bevande. "La costante crescita dei listini al dettaglio nel comparto alimentare ha portato ad una situazione paradossale: le famiglie italiane spendono sempre di più per un carrello sempre più vuoto", denuncia il presidente Gabriele Melluso. A fronte di una inflazione nazionale all’1,2%, alcuni prodotti registrano rincari fortissimi."Una situazione che deve essere al più presto affrontata dal governo: gli alimentari sono una voce di spesa primaria di cui le famiglie non possono fare a meno, e i rincari registrati nel settore non solo incidono su redditi e capacità di spesa, ma impoveriscono giorno dopo giorno una larga fetta di popolazione, come certificato oggi dall’Istat", conclude Melluso.

"L'inflazione delle spese obbligate come quelle alimentari supera l'indice generale e i prezzi del cibo sono orami alle stelle", commenta Massimiliano Dona, presidente dell'Unione nazionale consumatori. "Per mangiare e bere una coppia con 2 figli paga su base annua ben 250 euro in più, una coppia con 1 figlio 219 euro, 173 per una famiglia media".

In quattro anni "i prezzi dei beni alimentari sono esplosi", attaccano i parlamentari del M5s nelle commissioni Attività produttive di Camera e Senato. "In questi giorni che il dibattito si sposta sulla patrimoniale per non affrontare il baratro di una legge di Bilancio completamente nulla, ecco che Istat ci rivela quale è la vera “patrimoniale” griffata Meloni. Tutti noi mangiamo, al Nord come al Sud, imprenditori e lavoratori, abbienti e meno abbienti. E la deflagrazione del carrello della spesa è il vero dramma che strozza il paese, senza che in tre anni il governo sia stato in grado di fornire una soluzione. Ci hanno pure provato nel 2023, con la carnevalata del “carrello tricolore”, ma i risultati sono stati grotteschi. Meloni continua a fregarsene beatamente del caro-energia, che scatena effetti “palla di neve” che si riverberano in aumenti insostenibili alle casse dei supermercati".

Di fronte a questi dati "un governo serio si preoccuperebbe di trovare risorse per gli stipendi e per ridurre i costi dell'energia", ha commentato il presidente dei senatori del Pd, Francesco Boccia. "Invece, sono notizie di queste ore, litiga sulle rottamazioni e accusa l'opposizione di volere la patrimoniale facendo finta di non sapere che è questa manovra che sta imponendo al ceto medio tante ‘patrimoniali' che erodono gli stipendi e il potere d'acquisto delle famiglie. E nel frattempo Giorgetti gioca a fare la vittima descrivendosi massacrato dalle polemiche per evitare di assumersi alcuna responsabilità, scrivendo una manovra vuota e di pura sopravvivenza", ha aggiunto. "La verità è che l'inflazione si è mangiata gli stipendi degli italiani facendogli perdere, di fatto, una mensilità. Il costo della vita è aumentato, i prezzi del carrello della spesa sono aumentati, i salari rimangono bassi, e se ti vuoi curare devi pagare il privato perché altrimenti affronti liste d'attesa infinite", ha concluso.

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