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Di Maio: “Che senso ha cambiare la regola del doppio mandato? Il M5s non sta guardando al futuro”

Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio torna sulla questione del doppio mandato, regola su cui a fine giugno si esprimeranno gli iscritti.
A cura di Annalisa Cangemi
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In vista della votazione sul secondo mandato, previsto per fine giugno, prosegue lo scontro tra il leader del Movimento Cinque Stelle Giuseppe Conte e l'ex capo politico del M5s, Luigi Di Maio. Ieri il titolare della Farnesina aveva attaccato l'ex premier, sostenendo che avrebbe dovuto prendersi le sue responsabilità per il flop alle amministrative. "Questa è una forza politica, il Movimento, che non sta guardando al 2050, ma è una forza politica che sta guardando indietro. Che senso ha cambiare la regola del secondo mandato? Io invito a votare gli iscritti secondo i principi fondamentali del Movimento perché questa è una forza che si sta radicalizzando all'indietro", ha detto questa mattina Luigi Di Maio parlando con la stampa a Castellamare, tornando sul tema del limite del secondo mandato, dopo che sul punto si è espresso anche il fondatore del Movimento Beppe Grillo, tramite il canale del suo blog.

Secondo Di Maio il Movimento 5 Stelle rischia di diventare "una forza politica dell'odio": "Io mi sono permesso semplicemente di porre dei temi e di aprire un dibattito su alcune questioni, come la Nato, come la guerra in Ucraina e la pace, come la transizione ecologica, come le ricette per le imprese, in cambio ho ricevuto solo insulti personali come quelli che abbiamo visto nei giornali stamattina. Temo che questa forza politica rischi di diventare una forza dell'odio, che tra l'altro nel suo Statuto ha il rispetto della persona. Il nostro elettorato è disorientato perché quando si pongono dei temi ci sono degli attacchi personali: questo non è assolutamente accettabile", ha detto Di Maio, che passa al contrattacco: "Non è chiara qual è nostra ricetta per il Paese: non è un caso se il Pd sale nei sondaggi e noi scendiamo, forse perché non abbiamo ben chiare le ricette per le partite Iva, gli imprenditori, i lavoratori e il futuro del nostro Paese a livello internazionale".

"Io credo – ha aggiunto – che dobbiamo fare tutto quello che serve affinché nella risoluzione di maggioranza ci sia il massimo sostegno al presidente del Consiglio", ha detto interpellato in merito al dibattito e alla risoluzione parlamentare di martedì 21 sul prossimo Consiglio europeo.

"Siamo alla vigilia di un importantissimo Consiglio della Ue che prevede – ha ricordato di Maio – un negoziato su temi importanti come l'energia, gli investimenti economici per fronteggiare le difficoltà derivanti dalla guerra in Ucraina e la guerra in Ucraina. Noi faremo di tutto perché il presidente del Consiglio, Mario Draghi, vada al tavolo con la massima forza, con la massima possibilità di rappresentare il Paese con una coalizione compatta. Leggo in queste ore che una parte del M5S vuole inserire nella risoluzione che impegna il presidente del Consiglio ad andare nel Consiglio europeo frasi e parole che disallineano l'Italia dalle alleanze storiche in cui è, disallineano l'Italia dalla Nato, dalla Ue, da quella che è la sua postura internazionale. Non siamo un paese neutrale".

"Non diamo grande prova di maturità politica quando strumentalizziamo il presidente del Consiglio come abbiamo fatto ieri oppure ci vantiamo di aver prodotto il suo viaggio a Kiev".

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