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Di Bartolomei jr a Matteo Salvini: “Sicurezza fai da te porta più spargimenti di sangue”

Luca Di Bartolomei, il figlio del capitano della Roma morto suicida nel 1994, ha scritto un tweet provocatorio rivolto al ministro degli Interni Matteo Salvini a proposito della detenzione di armi da fuoco: “Questa sicurezza fai da te non risponde alle paure profonde degli italiani e porterà solo più spargimenti di sangue “.
A cura di Annalisa Cangemi
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Botta e risposta tra il vicepremier Matteo Salvini e il figlio del capitano della Roma Agostino Di Bartolomei, morto suicida nel 1994 con una pistola regolarmente detenuta. Luca Di Bartolomei ha lanciato un messaggio al ministro degli Interni Matteo Salvini, che intende rendere più facile la detenzione di armi da fuoco in casa. "Questa è una Smith& Wesson 38 special uguale a quella che aveva Agostino. Quando la comprò negli anni 70 lo fece perché credeva che avrebbe così reso più sicura la sua famiglia", ha scritto nel tweet Di Bartolomei junior.

Secondo un dossier del Censis il 39% degli italiani vorrebbeuna pistola in casa per difesa personale. Il vicepremier ha commentato il dato, sottolineando che "una nuova legge che permetta la #LegittimaDifesa delle persone perbene nelle proprie case" è una nostra priorità del governo giallo-blu.

"Ci sono tantissime persone che fanno lavori a rischio e che hanno diritto ad essere armati, a potersi difendere e a saper usare l'arma che hanno a disposizione, senza limitazioni", ha replicato Matteo Salvini.

"Se uno decide di suicidarsi – questo il ragionamento del titolare del Viminale – è un dramma e una tragedia, ricordo anche da milanista Agostino Di Bartolomei come fosse ieri e mando un abbraccio al figlio. Ma se uno fa quella scelta e non ha la pistola si butta dal quinto piano. E noi non possiamo chiudere tutti i balconi e i terrazzi d'Italia".

Luca Di Bartolomei ha ribadito il suo pensiero: "Al ministro Salvini, che ringrazio per l'empatia, vorrei dire – nelle parole più semplici che riesco a proferire – che qui il tema non è il suicidio di un uomo ma la falsa sensazione di sicurezza che una maggiore diffusione di armi da fuoco porterebbe. Questa sicurezza fai da te non risponde alle paure profonde degli italiani e porterà solo più spargimenti di sangue – specie fra i tutori dell'ordine – oltre che una delegittimazione del ruolo dello Stato come garante di tutti noi. Lo dicono gli studi e lo dicono anche tutte le Forze dell'ordine che coordina in qualità di Ministro dell'interno".

"Nel mio piccolo – ha detto ancora rivolto al ministro – sono molto felice per aver richiamato un po' di attenzione sul tema della diffusione delle armi. Ai tanti che mi hanno scritto sostenendo che il problema non è nell'oggetto ma nel soggetto, perché tutto è potenzialmente in grado di uccidere, vorrei dire solo una cosa. ‬Gli oggetti non sono tutti uguali.‬ Una automobile è fatta per spostarsi. Un martello per inchiodare. Un coltello per tagliare alimenti. Tutti e tre questi oggetti possono diventare armi. Ma quante pistole possono tagliare alimenti, appendere chiodi o trasportare persone?". 

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