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Decreto debiti P.A.: niente tagli per scuola e ricerca

In Commissione Bilancio passa l’emendamento che esclude istruzione e ricerca dai tagli per il finanziamento della copertura dei debiti della pubblica amministrazione. Restano tagli a ministeri ed editoria.
A cura di Redazione
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Continua in Commissione Bilancio della Camera l'esame del decreto per il pagamento dei debiti della pubblica amministrazione (o meglio, del decreto-legge 8 aprile 2013, n. 35, recante disposizioni urgenti per il pagamento dei debiti scaduti della pubblica amministrazione, per il riequilibrio finanziario degli enti territoriali, nonché in materia di versamento di tributi degli enti locali). Dopo che ieri era stato riformulato (e poi approvato) l'emendamento che inizialmente prevedeva l'equiparazione della tassazione sulle sigarette elettroniche a quella sulle sigarette con tabacco, oggi un altro passo in avanti verso il licenziamento del provvedimento (che poi passerà all'esame delle Camere prima dell'approvazione definitiva). È passato infatti l'emendamento che esclude scuola, ricerca ed università dai tagli previsti per la copertura finanziaria di parte del decreto (assieme all'Expo di Milano), formulato con questa dicitura:  "Dalle riduzioni sono esclusi gli stanziamenti iscritti nello stato di previsione del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, nella missione ricerca e innovazione nonché gli stanziamenti relativi al Fondo per lo sviluppo e la coesione e quelli relativi alla realizzazione delle opere e delle attività connesse allo svolgimento del grande evento Expo Milano".

Grande la soddisfazione del ministro Maria Chiara Carrozza che ha ribadito come si tratti di un segnale che testimonia "l'attenzione di questa maggioranza nei confronti della scuola, della ricerca e dell'università". Secondo il ministro, in effetti, anche nel recente incontro di Sarteano i membri dell'esecutivo e lo stesso Presidente del Consiglio Enrico Letta hanno ribadito la centralità dei temi dell'istruzione e della ricerca, settori già interessati da cospicui tagli negli ultimi anni. Restano invece confermati i tagli ai ministeri del Lavoro e degli Affari Esteri, nonché ai fondi per l'editoria e per i Paesi in via di sviluppo, già interessati dalla spending review del Governo Monti.

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