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Ddl Zan, ultime notizie sul disegno di legge

Ddl Zan, partiti ancora distanti e nessuna intesa tra Lega e Pd: slitta tutto a prossima settimana

Alla fine si è deciso di andare avanti con il testo base, lasciando tempo fino a venerdì per le eventuali richieste di modifica. Ma sul ddl Zan i partiti rimangono distanti: l’incontro tra i capigruppo al Senato si è concluso in un nulla di fatto e tutto è rinviato a martedì 6 luglio: “Vediamo se ci sarà un’ipotesi condivisa, io sono ottimista. Nel frattempo i lavori continuano”, ha commentato il presidente della commissione Giustizia alla Camera e relatore, il leghista Andrea Ostellari.
A cura di Annalisa Girardi
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Rimangono distanti le posizioni dei partiti sul ddl Zan, il disegno di legge contro l'omotransfobia: l'incontro tra i capigruppo al Senato si è infatti concluso in un nulla di fatto e tutto è rinviato a martedì 6 luglio. "Vediamo se ci sarà un'ipotesi condivisa, io sono ottimista", ha detto il presidente della commissione Giustizia alla Camera e relatore, il leghista Andrea Ostellari. "Entro venerdì attendiamo da tutti i gruppi che vorranno farne le proposte emendative, poi ci rivedremo martedì 6 luglio alle 11 e cominceremo da lì a parlare di un'ipotesi condivisa eventualmente. Nel frattempo i lavori stanno continuando", ha aggiunto Ostellari.

Non si sarebbe parlato della nota inviata dal Vaticano, sempre a quanto riporta il relatore del Carroccio. Ad ogni modo, il Partito democratico, Liberi e Uguali e il Movimento Cinque Stelle avrebbero spinto per andare avanti con il testo già approvato alla Camera lasciandolo così com'è. Lega e Forza Italia, da parte loro, avrebbero invece insistito per modificarlo e arrivare a un nuovo testo base in cui rientri anche la proposta avanzata dalla senatrice azzurra Licia Ronzulli. "Vogliamo una legge, ma scritta bene", ha commentato la capogruppo di FI Anna Maria Bernini, mentre quello leghista, Massimiliano Romeo, ha detto che il suo partito ha chiesto "modifiche anche abbastanza sostanziali", aggiungendo che "si tratta di un tema delicato, non semplice da affrontare che non auspicherebbe lavori parlamentari affrettati ma una profonda analisi, a partire dall'articolo 1 sulla questione della definizione del sesso e dell'identità di genere, della fluidità sessuale".

Alla fine, comunque, si è deciso di andare avanti con il testo base attuale, lasciando tempo fino a venerdì per le eventuali richieste di modifica a cui seguirà poi una sintesi. La senatrice del Partito democratico, Simona Malpezzi, ha spiegato: "Per noi rimane centrale il fatto di votare il calendario il 6 luglio e avere una data certa anche per i lavori stessi della commissione sul ddl Zan. La data certa dell'approdo in Aula per noi e' quella del 13 luglio. Il presidente raccoglierà alcune istanze presentate da alcuni gruppi, non da noi e nemmeno da Leu e M5s e si farà carico di vedere quali sono le modifiche chieste. Sono differenti e su diversi articoli".

Italia Viva, da parte sua, avrebbe insistito per trovare un'intesa aprendo a delle modifiche. Il capogrupo Davide Faraone, all'incontro a Palazzo Madama, avrebbe sottolineato quanto sia importante arrivare a un'impostazione condivisa da tutta la maggioranza. In una nota ha fatto sapere: "Il ddl Zan deve avere un iter veloce e sicuro perché si approvi una legge che serve al Paese e per non impantanare il Senato che dovrà trattare ad ora sette decreti prima della pausa estiva. In ogni caso se non dovesse trovarsi un'intesa, Italia Viva conferma che voterà per portare in aula la legge".

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