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Guerra in Ucraina

Crosetto: “No alla Nato in Ucraina, sarebbe via di non ritorno”. Ma Macron rilancia: “Forse servirà”

Il Ministro della Difesa italiano Guido Crosetto: “L’Italia ha detto fin dall’inizio che mandare truppe in Ucraina significa fare un passo ulteriore verso una via di non ritorno”.
A cura di Davide Falcioni
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"La Nato non decide quando Macron ha un'idea ma quando si trovano tutti i Paesi e insieme prendono una decisione. L'Italia ha detto fin dall'inizio che mandare truppe in Ucraina significa fare un passo ulteriore verso una via di non ritorno". A dirlo, in un'intervista rilasciata al Tg1, il Ministro della Difesa Guido Crosetto in relazione alla proposta avanzata nei giorni scorsi dal Presidente della Repubblica francese di inviare in Ucraina uomini dell'Alleanza Atlantica a supporto della truppe di Kiev.

Un'ipotesi, quella avanzata dall'Eliseo, che vede al momento la netta contrarietà dell'Italia: "In questo momento noi vorremmo arrivare alla pace, una pace giusta per l'Ucraina, non sicuramente arrivare a una guerra che coinvolga ancora più Paesi. Il vertice europeo sono 27 Paesi: fare dei passi in avanti trovandosi tre paesi una volta, due l'altra, rompe soltanto il fronte europeo. Facciamo decine di riunioni al mese, siamo compatti sulla posizione in Ucraina, non capisco perché per motivi interni qualche Paese deve sembrare più attivo di altri", ha aggiunto Crosetto, concludendo: "Posso assicurare che truppe italiane non andranno mai in Ucraina".

Macron insiste: "Forse serviranno operazioni sul terreno"

Se l'Italia prova a frenare sull'ipotesi di un coinvolgimento delle truppe Nato in Ucraina la Francia rilancia. "Può darsi che a un certo momento – non me lo auguro e non prenderò io l'iniziativa – bisognerà portare avanti operazioni sul terreno, quali che siano, per far fronte alle forze russe. La forza della Francia, è che noi possiamo farlo", ha detto, parlando con i giornalisti di Le Parisien, il presidente francese, Emmanuel Macron, rientrando in aereo da Berlino dopo l'incontro con il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, e il premier polacco, Donald Tusk.

Citato da Le Parisen nel suo numero in edicola domani, Macron ha detto: "Come si fa a dire che la Russia non può vincere la guerra e porsi dei limiti a priori, mentre è la Russia che si assume la responsabilità dell'escalation, che gestisce l'ambiguità, la mancanza di limiti e la minaccia?". Il presidente francese, a detta dei giornalisti presenti, non si sente affatto solo in Europa: "Molti paesi in Europa, e non fra i minori – ha detto – sono totalmente sulla nostra linea".

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