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Crisi turismo e stipendi bassi, l’affondo del Pd: “Meloni esca dai palazzi e guardi l’Italia vera”

Il Partito Democratico accusa il governo di raccontare un Paese che non esiste, mentre spiagge e alberghi registrano cali di presenze e i salari restano fermi. Tra dati contrastanti e caro-prezzi, il turismo 2025 è un terreno di scontro politico.
A cura di Francesca Moriero
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L'estate italiana del 2025 sembra si stia giocando su due piani paralleli: da una parte la cartolina ufficiale, con il governo Meloni che parla di “un’Italia ai vertici del turismo mediterraneo”, dall’altra la fotografia meno patinata che emerge invece dalle voci degli operatori e dei cittadini; in mezzo, una selva di numeri che sembrano raccontare storie diverse. Il Partito Democratico ha così deciso di rompere la quiete di agosto, accusando l’esecutivo di vivere “in una realtà parallela”. Alessandro Zan, europarlamentare e membro della segreteria Pd, ha dichiarato: "Gli stipendi calano, i prezzi salgono e per milioni di italiani le vacanze sono un miraggio. La premier continua a venderci l’Italia delle cartoline mentre il Paese reale è quello degli scontrini salati e delle ferie passate a casa".

Spiagge vuote e Rai nel mirino

Il malcontento Dem non si fermerebbe però a Palazzo Chigi; sotto accusa è finita infatti anche la Rai, accusata dai membri Pd della Commissione di Vigilanza di aver "addolcito" i servizi sul turismo, parlando di un agosto da record mentre in molte località balneari la stagione appare fiacca; secondo il sindacato dei balneari, infatti, a luglio le presenze sono calate del 15% rispetto al mese precedente. A Firenze, per esempio, metà degli alloggi su Airbnb restano vuoti; sul Garda si rimpiangono i turisti del Nord Europa e in Romagna, denunciano i bagnini, i lidi si riempiono solo nei weekend.

Il caos dei dati

Le cifre non disegnano però un quadro univoco: Demoskopica prevede per il 2025 oltre 65 milioni di presenze (+3,4% rispetto all’anno scorso) e Confcommercio stima che tra giugno e settembre 30 milioni di italiani faranno almeno una settimana di vacanza. Federalberghi, a sua volta, segnala un +4,3% di presenze alberghiere nel secondo trimestre rispetto al 2024. Ma se i turisti stranieri trainano il mercato, la componente domestica è in lieve calo (-0,8%), segno che il ceto medio italiano fatica a permettersi il mare o la montagna.

Caro-prezzi e salari fermi

Su un punto però tutti quanti concordano: i prezzi. Secondo Altroconsumo, nel 2025 il costo medio di un ombrellone con due lettini è aumentato del 5,5% in un solo anno, superando il tasso d’inflazione. Ad Alassio, per esempio, si arriva a 340 euro la settimana (354 per la prima fila), a Gallipoli 316 e ad Alghero 251. Più economiche invece Rimini e Lignano, con circa 150 euro, ma anche qui i costi aggiuntivi per docce, intrattenimento o ristorazione fanno lievitare il conto. Intanto, chi lavora nel settore continua a guadagnare meno di tutti gli altri comparti: 26mila lordi annui contro i 38mila della media nazionale, e la precarietà resta endemica, come dimostra lo sciopero dei bagnini a Rimini per chiedere stipendi più alti.

La spaccatura politica

Per Alfredo D'Attorre, della segreteria Pd, "le spiagge semivuote frequentate un tempo dal ceto medio sono il simbolo della distanza fra la propaganda del governo e la vita reale delle famiglie". Il Pd accusa Meloni di immobilismo su salario minimo, rinnovi contrattuali e misure per difendere il potere d’acquisto. Il governo, al contrario, rivendica la leadership italiana nella saturazione delle prenotazioni online rispetto a Francia, Grecia e Spagna, e insiste sul buon andamento complessivo della stagione.

Il turismo, si dice da anni, è il “petrolio d’Italia”. Quest'state però, più che una risorsa, sembra un termometro delle disuguaglianze: destinazioni di lusso affollate, località popolari in affanno, redditi stagnanti e una guerra di cifre che diventa battaglia politica. E mentre il Ferragosto si avvicina, il vero scontro non sembra sulle sdraio in prima fila, ma su chi riuscirà a convincere gli italiani di quale sia la vera realtà.

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