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Crisi di Governo, Berlusconi al Senato: Il popolo saprà valutare

Concluso da poco l’intervento del Presidente del Consiglio al Senato: “Pronti a cambiare la squadra, ma aprire la crisi è follia politica”.
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Silvio-Berlusconi-Senato

E' un Silvio Berlusconi "ottimista e fiducioso" quello che apre la discussione sul voto di fiducia al Senato della Repubblica con un lungo discorso in cui tocca tutti i nodi cruciali della crisi di Governo apertasi in seguito all'abbandono del gruppo parlamentare del Pdl da parte dei deputati di Futuro e Libertà. Un intervento durato circa 30 minuti che ha fornito numerosi spunti di discussione, sulla linea di quella "breccia" aperta dal documento delle "colombe" di Pdl e Fli (una dozzina di deputati che in una nota comune avevano manifestato la volontà di appianare i contrasti fra i due gruppi). Ma vediamo alcuni fra i passaggi centrali dell'intervento del Presidente del Consiglio:

"Bisogna essere uniti e fare gli interessi del Paese, non è accettabile una crisi al buio […] Tutti abbiamo il dovere di essere sempre costruttivi quando governiamo e legiferiamo in nome del Popolo. Ma non solo la fiducia, anche la sfiducia deve essere costruttiva. […] Nessuno è autorizzato a pensare che la nostra democrazia può essere teatro di velleità. Comprenderei chi sfiduciando il governo indicasse una maggioranza e un premier diverso, o chiedesse elezioni. Non comprendo invece chi pretende una crisi al buio. A chi e a cosa serve? Ad azzerare l'esito delle elezioni politiche, europee, regionali? L'Italia oggi ha bisogno di tutto tranne che di logiche di autolesionismo che conduce le istituzioni a perdere la fiducia del paese reale. E nemmeno di critiche pretestuose, generiche e qualunquiste. […] Nessuno può aver dimenticato la strada fatta insieme e nessuno di voi vuol gettera via frettolosamente quello che abbiamo costruito insieme. Sapete che il governo non ha tradito il mandato del popolo e non si può tradire il mandato ricevuto dagli elettori e allearsi con la sinistra (riferito ai parlamentari di Futuro e Libertà tra gli applausi dei senatori Pdl, ndr) […]  Sono fermamente convinto che alla fine la ragionevolezza e la responsabilità vincono sempre sullairragionevolezza e la irresponsabilità. Sono convinto che il bene comune prevale sempre sugli egoismi interessati e per questo penso che noi andremo avanti e continueremo a lavorare nell'interesse di tutti. Se questo non dovesse avvenire, sono certo che il popolo italiano, dal quale questo governo e questa maggioranza hanno avuto un chiarissimo mandato e una piena legittimazione a guidare il Paese, quando verrà il momento saprà valutare con buon senso e con giustizia i meriti e le responsabilità. […] Bisogna ricomporre l’alleanza di tutte le forze moderate che oggi ritroviamo, oltre che nella Lega, nel Fli e nell’Udc: l’unità dei moderati italiani è frutto più prezioso di questa fase oltre che un patrimonio inestimabile e nessuno può essere così irresponsabile da distruggerlo volontariamente. […] Il voto di fiducia aprirà una fase politica nuova, lavoreremo per aprire le porte a chi si richiama alla tradizione del partito popolare europeo […] Siamo pronti a cambiare la squadra di governo, cionostante, se è sincera la preoccupazione per le sorti dell’Italia in questo periodo difficile allora l’unica strada possibile è quella di rinnovare fiducia all’attuale governo. Perchè ha ben agito e per senso di responsabilità nazionale. […] Se non c'è la possibilità di andare avanti il popolo italiano quando verrà il momento saprà valutare i meriti e le responsabilita".

Insomma, una difesa a tutto campo dell'operato del Governo (anche un passaggio sulla controversa Riforma Gelmini), nessun chiarimento di rilievo sul "fango di Wikileaks", la disponibilità a cambiare la squadra di Governo, l'apertura ai moderati e l'appello alla responsabilità nei confronti degli ex alleati di Futuro e Libertà e degli "amici dell'Unione di Centro": ecco i punti salienti di un discorso che già ha visto la reazione dell'opposizione e al quale stanno rispondendo in queste ore gli esponenti dei vari gruppi al Senato.

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