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Cotticelli: “Piano Covid Calabria l’ho fatto io, ero in stato confusionale, forse mi hanno drogato”

“Non connettevo, non so cosa sia successo. Sto cercando di capire con un medico se ho avuto un malore o se è successo qualcosa di strano”. Con queste parole tenta di giustificarsi Saverio Cotticelli, ex commissario alla sanità in Calabria, intervistato a ‘Non è L’Arena su La7’ condotta da Massimo Giletti.
A cura di Annalisa Cangemi
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Continuano le polemiche in Calabria, Regione considerata a rischio massimo per l'emergenza sanitaria, tanto da essere classificata come area rossa. Il nuovo commissario alla Sanità, Giuseppe Zuccatelli, appena nominato, assumerà l'incarico appena compiuta la quarantena, perché positivo al Covid. La Regione sarà infatti commissariata per il prossimo triennio. E il suo predecessore, Saverio Cotticelli, che si è dimesso sabato, ieri ha rilasciato l'ennesima dichiarazione shock: "Non so cosa mi sia successo durante quell'intervista. Non ero io quello che parlava, sembrava la mia controfigura. In realtà il Piano anticovid in Calabria è già pronto da giugno e l'ho fatto io", ha detto il generale durante la trasmissione Non è L'Arena su La7 condotta da Massimo Giletti.

Il riferimento è all'intervista che gli è costata il posto, andata in onda nel corso della trasmissione di Rai Tre ‘Titolo V', durante la quale Cotticelli ha dichiarato di non aver realizzato il piano Covid per la Calabria, dicendo di non sapere che il compito spettava al commissario alla Sanità. Il generale era stato nominato dalla ministra Grillo durante il primo governo Conte, e confermato dal secondo governo Conte.

"Non connettevo, non so cosa sia successo. Sto cercando di capire con un medico se ho avuto un malore o se è successo qualcosa di strano", ha detto. "Dopo l'intervista mi sono dimesso perché è giusto prendersi le proprie responsabilità. Non ero lucido, non sono stato bene – si è giustificato – Ho vomitato dopo l'intervista. Responsabilità di altre persone? Non sono stato bene, sto indagando".

"Quell'intervista – ha aggiunto Cotticelli – è stata preceduta da una serie di attacchi mediatici e politici molto pesanti nei miei confronti. La verità è che quando in Calabria tocchi degli interessi particolari devi essere eliminato. Sono stato vittima di un piano elaborato da menti raffinatissime. Alla struttura commissariale, tra l'altro, è stato accollato un debito di 100 milioni accumulato dal Policlinico Mater Domini risalente al 2014. Sono accaduti, in sostanza, fatti molto gravi". Cotticelli ha anche ricordato che il giorno del suo insediamento si recò dal Procuratore della Repubblica di Catanzaro, Nicola Gratteri, al quale chiese i criteri ai quali doveva improntare il suo lavoro. "La risposta del procuratore Gratteri – ha detto Cotticelli – fu di lavorare giorno e notte e di non andare a pranzo ed a cena con nessuno. Consiglio che ho eseguito alla lettera".

Polemiche anche su Giuseppe Zuccatelli

Il neo commissario per il piano di rientro della sanità in Calabria, Giuseppe Zuccatelli, ha fatto subito parlare di sé per un video, risalente a maggio, quando l'Italia aveva già fatto i conto con la prima ondata, in cui contesta l'uso delle mascherine. Dopo la bufera scoppiata anche sui social Zuccatelli ha ritrattato: "Le mascherine sono parte della fondamentale strategia di contrasto al Covid 19. Quindi, invito tutti ad utilizzarle, così come a rispettare il distanziamento fisico".

"Nella prima fase dell'epidemia – ha aggiunto Zuccatelli in una nota – la comunità scientifica internazionale riteneva che l'uso delle mascherine fosse da riservare ai soli contagiati e ai sanitari. L'esperienza di questi mesi, tuttavia, ci ha insegnato che si tratta di un virus per molti versi ancora sconosciuto per evoluzione e modalità di diffusione. Le conoscenze si sono consolidate nel corso dei mesi, in accordo con gli studi scientifici condotti. Le mie affermazioni errate, estrapolate impropriamente da una conversazione privata risalgono al primo periodo della diffusione del contagio".

Quel video "è del tutto inappropriato e profondamente inopportuno. Il commissario si è scusato ma viene da una stagione diversa in cui anche l'Oms parlava di mascherine per contagiati e sanitari. Ma 30 anni di curriculum non si possono cancellare con un video rubato", ha detto in sua difesa il ministro della Salute, Roberto Speranza a Mezz'ora in più di Lucia Annunziata su Rai3.

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