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Cos’è questa storia della legge anti Inter proposta da Claudio Lotito in Parlamento

C’è un ddl che colpirebbe l’Inter, insieme alle altre squadre di calcio controllate da fondi esteri, con l’obbligo di crearsi una società basata in Italia e dichiarare pubblicamente tutti gli azionisti. In caso contrario, multe milionarie e punti persi in classifica. Il testo è firmato anche da Claudio Lotito, senatore e presidente della Lazio. Ecco cosa dice.
A cura di Luca Pons
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Si chiama "disposizioni in materia di trasparenza nella proprietà delle società sportive professionistiche del settore calcistico", e per il momento è solo un disegno di legge depositato in Senato. La prima firma è quella di Matteo Gelmetti (FdI). La seconda, più pesante, è di Claudio Lotito, senatore di Forza Italia e presidente della Lazio.

La legge, se approvata, lancerebbe dei nuovi obblighi di "trasparenza" che riguarderebbero in particolare le squadre controllate da fondi di investimento. La più interessata (ma non l'unica) tra le grandi società sportive italiane sarebbe l'Inter. Le punizioni per chi non rispetta le regole? Milioni di euro di multe e punti in meno in classifica.

Il testo del ddl è disponibile sul sito di Palazzo Madama. In apertura, i due firmatari affermano che "negli ultimi anni" c'è stato un "cre­scente coinvolgimento di fondi di investimento nella proprietà dei club calcistici". Questo crea dei rischi, e in generale "la natura dei fondi" – che spesso hanno sede "in Stati a fisca­lità privilegiata" oppure hanno "strutture proprietarie complesse" – rende difficile sapere chi è davvero proprietario e responsabile per la squadra. Così, "l’assenza di limiti stringenti sull’o­rigine dei capitali investiti" può portare all'ingresso "nel calcio di soggetti non trasparenti o in con­flitto con i valori dell’ordinamento democratico e dello sport".

Cosa dice la legge a firma Lotito sulle squadre di calcio e i fondi esteri

La legge introduce l'obbligo per tutte le squadre professionistiche di comunicare ogni anno alla Figc, alla loro lega e all'Anticorruzione l'elenco di tutte le persone e le aziende che controllano almeno il 5% del loro capitale sociale o dei diritti di voto. Bisogna anche indicare da dove vengono i fondi usati per comprare questa partecipazione, e se ci sono legami con altri club italiani o stranieri.

Tutte queste informazioni saranno pubblicate sui siti della Figc e della lega di appartenenza. Per chi non le comunica, sanzioni da uno a cinque milioni di euro e anche una penalizzazione in classifica: un punto a settimana, fino a quando non si soddisfa la richiesta.

Non solo. Chi vende le proprie quote della società deve comunicare alla Figc l'identità di chi le ha comprate.

C'è poi un passaggio centrale che riguarda specificamente "i fondi di inve­stimento, le società fiduciarie o i veicoli so­cietari esteri". Se possiedono almeno il 5% di una squadra, devono costituire una società con sede in Italia e nominare un legale rappresentante che risiede nel Paese. Entro sette giorni da quando la legge entra in vigore bisogna comunicare alla Figc, alla lega e all'Anac l'identità dell'acquirente e i dati sulla nuova società italiana.

Altrimenti, scatta una multa da un milione di euro a settimana e l'impossibilità di esercitare il proprio diritto di voto nella società. Se la violazione è volontaria, il legale rappresentante rischia fino a un anno di carcere.

Perché si parla di legge "anti Inter"

Il ddl in questione, per il momento, è fermo in Senato. Depositato in estate, a ottobre è stato assegnato alla commissione Cultura. Questa se ne occuperà "in sede redigente", che significa che i tempi potranno essere rapidi: la commissione si occuperà di tutto, l'Aula dovrà solamente votare il testo definitivo, senza cambiarlo ulteriormente. Per adesso, l'esame del ddl non è ancora iniziato.

Il motivo per cui si parla di una legge "anti Inter" è che molti dei provvedimenti previsti sembrano rivolti proprio alla squadra milanese. L'Inter non è l'unica società di Serie A controllata da un fondo di investimento estero, anzi. Restando in Lombardia, ci sono il Milan – con il fondo RedBird guidato da Gerry Cardinale – e l'Atalanta di Stephen Pagliuca, presidente del fondo Bain Capital. Se si parla di imprenditori stranieri e società estere, poi, l'elenco si allunga parecchi (Roma, Como, Fiorentina e così via).

Il punto, però, è che le norme riguardano nello specifico la trasparenza dei titolari effettivi di questi fondi. Le persone che possiedono le quote societarie, esprimono il Consiglio d'amministrazione e, sostanzialmente, prendono le decisioni. Per le squadre già citate, nella maggior parte dei casi non è difficile risalire a queste informazioni. Per Oaktree, il fondo che possiede l'Inter e che in buona parte è controllato dal canadese-americano Brookfield Asset Management, la questione è più complessa. Insomma, l'Inter sarebbe la società che verrebbe messa più in difficoltà con le nuove regole.

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