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Cos’è l’Erasmus italiano per gli studenti annunciato dalla ministra Bernini

La ministra dell’Università e della Ricerca Bernini ha annunciato la partenza dal prossimo anno di un progetto Erasmus nazionale.
A cura di Annalisa Cangemi
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Il programma Erasmus è stato fin dal 1987 un'occasione di incontro e conoscenza per i giovani universitari europei, un'opportunità per trascorrere un periodo all'estero, immergersi in una cultura diversa dalla propria, e magari imparare un'altra lingua. Ora la ministra dell'Università e della Ricerca Anna Maria Bernini vuole riproporlo, ma in salsa locale.

L'idea è quella di organizzare una sorta di ‘Erasmus nazionale' che permetterà agli studenti di frequentare corsi in più università. Il ministero guidato da Bernini ci sta già lavorando e la proposta presto diventerà realtà, come anticipato nel corso di un'intervista rilasciata ieri al direttore di CorriereUniv Mariano Berriola, in occasione del lancio delle miniguide per la scelta dell'università.
"Stiamo lavorando ad un Erasmus italiano, che può agevolare nuove esperienze formative ma rimanendo in Italia – ha spiegato la ministra – Poter frequentare alcuni corsi in altri atenei arricchirà le loro competenze e sarà un modo per rendere l'Università stessa più dinamica e attrattiva".

Una proposta del genere in realtà non è nuova. Ci avevano già pensato, prima dell'arrivo della pandemia che ha poi bloccato tutto, le Sardine. Mattia Santori, uno dei fondatori nel movimento che ora è nel Pd, aveva suggerito l'idea all'allora ministro per il Sud Provenzano, suscitando critiche e ilarità: "Perché non ripristinare fin dall'Università una sorta di Erasmus tra regioni del Sud e del Nord? Perché un napoletano non può farsi sei mesi al Politecnico di Torino e un torinese sei mesi a Napoli o a Palermo per studiare archeologia, arte, cultura o diritto?", aveva detto Santori. Già in quell'occasione avevamo avuto modo di sottolineare come non si trattasse affatto di un suggerimento da buttare, anche perché gli atenei non sono tutti uguali, tenendo presente che non tutti hanno la stessa qualità in termini di strutture e servizi o lo stesso livello d'internazionalizzazione.

Ora la ministra Bernini ha fatto sua quella proposta, che incentiverebbe gli spostamenti degli studenti all'interno dei confini nazionali: l'avvio del progetto è previsto dal prossimo anno.

"Nella scorsa legislatura ho presentato – ha ricordato ieri Bernini – un disegno di legge al Senato che anticipava l'Erasmus italiano, un modello di mobilità e di scambio formativo-culturale che ritengo personalmente una opportunità straordinaria per i nostri studenti. L'Erasmus nazionale, di cui ho parlato ieri in aula a Montecitorio e oggi nell'incontro che ho avuto con i rappresentanti del Consiglio nazionale degli studenti universitari, rientra perfettamente negli obiettivi Piano nazionale di ripresa e resilienza".
"Obiettivi orientati all'incremento della flessibilità dell'offerta formativa e della interdisciplinarità dei corsi di studio. Nei giorni scorsi ho firmato il Regolamento delle classi di laurea che permetterà agli studenti di costruire un percorso formativo sempre più individuale e personalizzato, anche spostandosi all'interno dell'Italia. Il Regolamento prevede il riconoscimento dei crediti formativi di esami sostenuti in altri atenei italiani sulla base di convenzioni tra le università e del modello Erasmus internazionale. Per essere operativo questo programma non ha bisogno di ulteriori interventi normativi: saranno gli atenei ad adeguare, entro il 30 novembre 2023, i propri regolamenti didattici per rendere effettivo l'Erasmus italiano in modo coerente ed organico".

Erasmus italiano: il progetto pilota

Il nuovo programma "ambisce a rendere l'offerta formativa più flessibile, valorizzare l'autonomia di atenei e studenti e colmare il gap tra Nord e Sud", si legge in un comunicato stampa dell'Università ‘Mediterranea' di Reggio Calabria. Il percorso vede un primo progetto pilota che coinvolge le Università di Bergamo e Reggio Calabria, "impegnate fianco a fianco per avviare un'azione sperimentale che permetta ai rispettivi studenti di frequentare insegnamenti presso la sede partner, ottenendo il riconoscimento all'interno del proprio percorso universitario".
"È con soddisfazione – ha detto ieri il rettore dell'Università degli studi di Bergamo, Sergio Cavalieri – che l'Università degli studi di Bergamo, insieme all'Università di Reggio Calabria, è precorritrice di questa nuova iniziativa che entrambi gli atenei intendono portare avanti non solo per rafforzare il legame esistente, ma offrire agli studenti la possibilita' di specializzarsi in un ambiente accademico diverso da quello scelto".

Da parte sua, il rettore dell'Universita' ‘Mediterranea', Giuseppe Zimbalatti, ha detto che "si tratta dell'avvio di un nuovo percorso virtuoso per giovani universitari del Sud e del Nord del nostro Paese all'insegna dello scambio e dell'arricchimento di grandi saperi ed importanti modelli competitivi Made in Italy".
Il progetto pilota dell'Erasmus italiano di UniBg e UniRC prevede, inizialmente, di limitare lo scambio alle sole lauree magistrali, in particolare a quelle afferenti alle aree di Ingegneria e Scienze della formazione primaria. Per quanto riguarda Ingegneria, ogni studente in uscita potrà scegliere esami in un catalogo che contiene tutti i corsi erogati, anche triennali, e di tutti gli anni.

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