Cos’è la tassa sull’oro che Lega e FI vogliono mettere in Manovra, chi la deve pagare e quanto costa

La legge di bilancio 2026 è entrata nel vivo, con gli emendamenti di tutti i partiti che proveranno a modificarla per inserire novità. Una delle novità più discusse, al momento, è una nuova tassa agevolata sull'oro: un'imposta agevolata che permetta a chi possiede dell'oro di rivalutarlo, ‘metterlo in regola' con una tariffa ridotta del 13% (rispetto al 26%), e così guadagnarci di più nel momento in cui deciderà di rivenderlo.
La proposta è arrivata da Forza Italia e anche dalla Lega, con due emendamenti diversi, che hanno qualche differenza rispetto alle anticipazioni delle scorse ore. Fratelli d'Italia per il momento non si è esposto e ha rimandato la questione al dibattito in Parlamento.
Si tratterebbe di un'agevolazione "straordinaria e temporanea", con l'obiettivo di portare temporaneamente più soldi nelle casse dello Stato. E sarebbe comunque una tariffa pagata solo da chi sceglie di aderire. Per il momento è solo una proposta, che andrà al vaglio della commissione Bilancio del Senato: entro martedì 18 novembre i partiti dovranno decidere quali sono i circa 400 emendamenti ‘segnalati', cioè quelli su cui vogliono concentrarsi davvero, che saranno una frazione dei 5.500 depositati oggi.
Come funziona la tassa agevolata sull'oro al 13%
La tassa sull'oro è rivolta a chi possiede oro per investimento in forma, per esempio, di monete o lingotti. Ma, per qualunque motivo, non ha la documentazione del prezzo di acquisto. Quindi non ha nessun attestato ufficiale che certifichi quanto vale quell'oro.
Chi si trova in questa situazione, solitamente, quando poi decide di vendere l'oro deve pagare una tassa del 26% su tutto il valore incassato. Se lo vende a 10mila euro, per esempio, paga 2.600 di imposta.
La proposta di Lega e FI è, invece, dare un'alternativa. Chi al 1° gennaio 2026 ha dell'oro senza documentazione potrà fare richiesta di rivalutazione entro il 30 giugno 2026. In cambio della documentazione che attesta il valore dell'oro, si pagherà un'imposta del 13% (questa la percentuale proposta da Forza Italia). Poi, quando lo si vende, la ‘vecchia' tassa del 26% si applicherà solo alla plusvalenza.
Tornando all'esempio di prima: chi ha dell'oro può farlo rivalutare, e scoprire che vale 9mila euro; per effetto della tassa agevolata, paga il 13% di quella somma, ovvero 1.170 euro. Se poi lo vende a quella stessa cifra, non paga alcuna tassa in più. Se lo vende a 10mila euro, paga il 26% solo sulla plusvalenza, che è di mille euro. Quindi paga 1.170 prima e 260 dopo, per un totale di 1.430 euro: ben meno dei 2.600 che pagherebbe con le regole attuali.
Quanto oro c'è in Italia e chi ci guadagna
La domanda per aderire potrà essere fatta fino al 30 giugno 2026, se la norma passa per come è scritta al momento. La somma dovuta si potrà versare in un'unica soluzione, entro il 30 settembre, oppure anche dividere in fino a tre rate annuali di pari importo. L'interesse sarà del 3% annuo, in questo caso.
La stima dei tecnici che hanno stilato la norma è che circa il 10% di chi detiene oro da investimento potrebbe decidere di aderire. Si tratta infatti di una norma volontaria, senza obbligo di rivalutare il proprio oro. Il guadagno maggiore andrebbe a chi ha grandi quantità di oro che non sono state regolarmente dichiarate, e quindi non ha un documento ufficiale che ne attesta il valore.
Oggi si stima che i privati italiani abbiamo attorno alle 1.500 tonnellate di oro da investimento. Il che significa un valore i 130 e i 200 miliardi di euro. Sono stime indicative, ma se confermate, la tassa agevolata potrebbe portare allo Stato tra gli 1,7 e i 2,1 miliardi di euro in più.
Avs: "Regalo agli evasori", M5s: "Condono"
La norma consiste quindi, in pratica, in uno sconto sulle tasse per chi ha dell'oro da investimento che non è regolarmente registrato, per far ‘emergere' quelle somme e fare cassa. Una dinamica non molto diversa da quella, per esempio, delle sanatorie fiscali per chi ha dei debiti con l'Agenzia delle Entrate.
Da Alleanza Verdi-Sinistra è arrivata la critica della deputata Elisabetta Piccolotti, che ha parlato di "ennesimo regalo per gli evasori", perché si favorisce "la regolarizzazione di capitali e patrimoni che vengono dall'evasione fiscale". Il Movimento 5 stelle, invece, ha attaccato dicendo che la tassa ridotta sarebbe un "vero e proprio condono per chi ha evaso o, in alcuni casi, riciclato capitali attraverso il metallo prezioso". In più, sarebbe "una pressione subdola sui cittadini a vendere beni spesso legati a storie familiari – gioielli, collane, bracciali – trasformando un patrimonio affettivo in uno strumento di gettito fiscale".