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Manovra 2026

Cos’è la nuova tassa sui pacchi extra Ue che il governo vuole inserire nella legge di Bilancio

Il governo starebbe studiando un prelievo sulle spedizioni provenienti da Paesi extraeuropei di valore inferiore ai 150 euro. La misura, allo studio del governo nella prossima legge di bilancio, sarebbe pensata per contrastare la concorrenza dei colossi del fast fashion come Shein e Temu, si allineerebbe alle iniziative in discussione a livello europeo.
A cura di Francesca Moriero
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La maggioranza di governo starebbe lavorando a una nuova misura che prevede l'introduzione di un contributo economico sulle spedizioni di pacchi provenienti da Paesi extra-UE di valore inferiore ai 150 euro. L'ipotesi, che viene considerata "plausibile" anche a livello governativo, potrebbe trovare così spazio già nella prossima legge di Bilancio.

Cos'è la nuova tassa sui pacchi extra Ue in Manovra

L'idea nascerebbe dall'esigenza di regolamentare un settore in forte espansione, e cioè quello del commercio online, e in particolare di intervenire sui colossi dell'e-commerce con sede in Paesi extraeuropei (come Shein e Temu), che negli ultimi anni hanno conquistato fette crescenti di mercato, sopratutto anche grazie a prezzi estremamente competitivi, e all'attuale esenzione dai dazi doganali per le spedizioni di piccolo importo. Inizialmente, la proposta era stata valutata nell'ambito del disegno di legge sulla concorrenza, con l'obiettivo di inserirla come misura "anti fast fashion", ma i tempi parlamentari avrebbero reso difficile portarla avanti in quella sede.
Ora, invece, il tema potrebbe rientrare nella Manovra economica come forma di contributo o tassa applicata a ogni spedizione proveniente da Paesi non appartenenti all'Unione Europea e di valore inferiore ai 150 euro.

Le iniziative europee

L'iniziativa si muoverebbe in linea con le discussioni in corso a livello europeo: anche l'Ecofin, il Consiglio dei ministri dell'Economia e delle Finanze dell'UE, starebbe infatti valutando l'eliminazione della soglia di esenzione dai dazi doganali per i pacchi di basso valore, un cambiamento che avrebbe l'obiettivo di riequilibrare la concorrenza tra imprese europee e operatori esteri. La Francia si è invece già mossa in questa direzione, introducendo misure analoghe per limitare l'impatto economico e ambientale delle importazioni di prodotti a basso costo provenienti da Paesi terzi.

L'Italia, dunque, potrebbe seguire lo stesso percorso, puntando, almeno sulla carta, a un maggiore controllo del commercio online internazionale e a un riequilibrio competitivo a favore del mercato interno e dei produttori europei.

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