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Manovra 2026

Cosa vuole fare il governo con l’oro di Bankitalia e perché la Bce è intervenuta

Dopo il nuovo parere negativo della Bce all’emendamento Fdi sulle riserve auree detenute dalla Banca d’Italia, il ministro Giorgetti ha inviato una lettera di chiarimento ai banchieri di Francoforte. Domani potrebbe incontrare Lagarde. Ma perché c’è un braccio di ferro fra l’Ue e il governo Meloni sull’oro di Bankitalia?
A cura di Annalisa Cangemi
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La discussione sull'oro detenuto da Bankitalia è stata riaperta con la legge di Bilancio 2026, ma si tratta di una vecchia questione, che è stata già cavalcata in passato dalla destra euroscettica.

Facciamo un piccolo passo indietro. Quest'anno Fratelli d'Italia, partito della presidente del Consiglio Meloni, con il senatore Lucio Malan, ha presentato un emendamento alla manovra per affermare un principio: "Le riserve auree gestite e detenute dalla Banca d'Italia appartengono allo Stato, in nome del popolo italiano".

Ed è stata proprio questa norma, stabilita dal testo dell'emendamento, a scatenare un putiferio, con dubbi espressi soprattutto da parte della Commissione europea.

Il nuovo stop della Bce all'emendamento sull'oro di Bankitalia

Lunedì sera la Banca Centrale Europea ha detto no alla riformulazione della proposta di Fdi (l'ultima versione dell'emendamento è arrivata il 4 dicembre a Francoforte) che vorrebbe ora che le riserve auree fossero riconosciute come appartenenti allo Stato, "in nome del popolo sovrano". Secondo il parere inviato dai banchieri di Bruxelles non è chiaro quali sia la "concreta finalità" della norma. E quindi, dice la Bce, "le autorità italiane sono invitate a riconsiderare la proposta di disposizione rivista, anche al fine di preservare l'esercizio indipendente dei compiti fondamentali connessi al Secb della Banca d'Italia ai sensi del trattato".

Si tratta della seconda bocciatura da parte della Bce: Francoforte aveva già dato un primo parere negativo sul testo perché non era chiara la finalità della proposta, cioè per quale motivo il governo italiano voglia affermare che l'oro è dello Stato italiano e viene gestito dalla Banca d'Italia nell'interesse del Paese. Nel parere inviato al governo italiano il 2 dicembre, la Bce infatti scriveva: "Non è chiaro quale sia la concreta finalità della proposta". Inoltre si invitava l'esecutivo a riconsiderare la proposta "anche al fine di preservare l'esercizio indipendente" della Banca d'Italia.

La Bce, che ha la competenza esclusiva sulle riserve auree dei Paesi della zona euro, teme che questa modifica, proposta da Fdi, possa ridurre l'indipendenza della Banca d'Italia, e ipotizza che l'emendamento possa essere un primo passo per l'utilizzo da parte del governo dell'oro.

Ma il governo italiano intende andare avanti comunque. Il ministro Giorgetti ha scritto una lettera di spiegazioni alla Bce, che Francoforte ha fatto sapere oggi di aver ricevuto. Secondo le indiscrezioni di stampa, nella missiva inviata alla presidente Christine Lagarde, il titolare del Mef ha spiegato che la misura intende chiarire che la disponibilità e gestione delle riserve auree del popolo italiano sono in capo alla Banca d’Italia e in conformità con i trattati europei, ma le riserve auree appartengono al popolo italiano. Si parla anche di un possibile faccia a faccia tra il ministro Giorgetti e Lagarde a margine dei lavori dell'Eurogruppo nella giornata di domani. E il braccio di ferro continua.

Quanto oro custodisce la Banca d'Italia e perché è così importante

La Banca d'Italia attualmente custodisce una quantità enorme di oro: 2.452 tonnellate. Si tratta della terza riserva al mondo, dopo Stati Uniti e Germania. Il valore iscritto a bilancio è di quasi 200 miliardi di euro, ma con i prezzi dell'oro schizzati alle stelle negli ultimi anni, il valore di mercato è arrivato a circa 280 miliardi. Per avere un'idea delle proporzioni, basti pensare che la somma corrisponde all'intero valore del Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza finanziato con fondi europei. Mentre l'attuale legge di Bilancio, all'esame della commissione del Senato, ha in tutto un valore di appena 18 miliardi di euro.

Ma perché le riserve auree sono così importanti? L'oro è lo strumento che le banche centrali usano in caso di gravi crisi finanziarie, per assicurare la stabilità della moneta. È come se fosse un salvadanaio per le emergenze, e non può essere pertanto toccato dal governo. Per questo l'oro viene gestito dalla Banca d'Italia, che è un'istituzione pubblica ma indipendente dalla politica. Le riserve auree detenute dalla Banca d’Italia sono registrate nel suo bilancio e la legge stabilisce che la Banca d'Italia le gestisce nel rispetto delle norme europee, che vietano di utilizzarle per sostenere la spesa pubblica, per pagare insomma i programmi del governo, come finanziare le pensioni o costruire strade e ponti.

Per questo adesso è arrivato l'altolà della Bce: l'Italia, da quando è entrata nell'euro, ha ceduto la sua sovranità monetaria all'Unione Europea. Significa che la Banca d'Italia è entrata a far parte delle banche centrali europee, con la Bce al centro. Quindi le riserve auree non servono solo alla stabilità dell'Italia, ma incidono sulla stabilità di tutto il sistema euro.

Il testo firmato da Malan è stato per l'Ue un campanello d'allarme, perché la formula "appartiene allo Stato, in nome del popolo italiano" sembra alludere al fatto che il governo potrebbe in futuro disporre di quell'oro. Una circostanza vietata a chiare lettere dai trattati europei.

Perché Fdi ha presentato un emendamento alla manovra

Una battaglia che parte da lontano, si diceva. Per la maggioranza non si tratta di una questione nuova. Il senatore leghista Claudio Borghi, uno dei relatori della legge di Bilancio, mette già dei paletti, e dice che la questione verrà chiarità con l'Ue. Ma non risparmia una frecciatina: "Bisognerebbe domandarsi a che titolo la banca centrale di mette a sindacare su cose che non sono state conferite alla banca centrale", perché, è il ragionamento "non è possibile che non sia specificato da nessuna parte che la proprietà è dello Stato. Se vai sul sito della Banque de France c'è scritto che gestisce l'oro dello Stato, se vai sulla Bundesbank c'è scritto che la Banca centrale possiede l'oro". Insomma per il leghista, il fatto che non ci sia la stessa precisazione sul sito di Bakitalia sarebbe un'anomalia. Ma Borghi comunque nega che il vero fine del governo Meloni sia quello di utilizzare le riserve auree.

Eppure in passato questa era precisamente una battaglia portata avanti dalla destra meloniana, quando quest'ultima, molti prima di passare a Palazzo Ghigi, aveva posizioni apertamente No euro e chiedeva l'uscita dell'Italia dall'Ue. L'idea insomma era quella di riprendersi la sovranità monetaria, e poter utilizzare finalmente le riserve auree per finanziare la spesa pubblica, senza i legacci di Bruxelles. In prima linea a favore di questa proposta c'erano proprio i leghisti Claudio Borghi e Alberto Bagnai, che in passato avevano avanzato simili proposte. Magari Meloni, da premier, ha abbandonato le posizioni più oltranziste e anti-europeiste, ma l'emendamento sembra essere più una proposta di posizionamento politico, un contentino per la parte più radicale della maggioranza, più vicina appunto ai No euro.

La Lega infatti non intende arretrare. Lo ha fatto capire molto bene oggi Armando Siri, responsabile dei Dipartimenti, in un'intervista a La Repubblica: "Bisogna chiarire che l'oro non è della Banca d'Italia, come c'è scritto sul sito ufficiale, o della Banca centrale europea, ma è di proprietà dei cittadini italiani. Bankitalia deve gestire le riserve, è un'altra cosa. Quando affido i quattrini a una banca non è che diventa proprietaria dei miei soldi. È ora di fare chiarezza, le parole hanno un peso".

Il senatore Lucio Malan ha spiegato così la sua proposta: "L'oro di Bankitalia è sempre stato del popolo italiano, anche perché di chi altro dovrebbe essere? Si tratta solo di stabilire un atto di principio".

"Ci aspettavamo che dicessero, al massimo, che è inutile perché è ovvio – ha detto – Invece il fatto che molti non lo ritengano tale rende particolarmente interessante portare avanti questo emendamento".

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