Cosa succede dopo la decisione della Corte dei Conti: il Ponte sullo stretto si farà?

La decisione della Corte dei Conti di non concedere il visto di legittimità alla Delibera Cipess di agosto, che approvava il progetto definitivo del Ponte sullo Stretto, segna un momento cruciale nell'iter di un'opera da anni al centro di dibattiti e polemiche. Sotto la lente dei magistrati contabili potrebbero esserci le coperture economiche del progetto, l'affidabilità delle stime di traffico, la conformità alle normative ambientali e antisismiche, e la compatibilità con le regole europee sui costi. E poi anche la stessa competenza del Cipess, considerato organo ‘politico', a gestire una delibera così complessa.
Il governo, però, mantiene ancora margini di intervento: può correggere la delibera, ripresentarla o impugnare la decisione della Corte, valutando quali rilievi siano superabili e quali richiedano un intervento più strutturale. Questa mattina è prevista una riunione a Palazzo Chigi. Prima, il ministro deei Trasporti Matteo Salvini ha fatto sapere che c'è stato un incontro al ministero per "confrontarsi con tecnici, manager e uffici", e ha sottolineato che è "determinato" a trovare "una soluzione per far partire i lavori". L'evoluzione dell'iter dipenderà insomma dalla gravità dei rilievi evidenziati dai magistrati contabili e dalle scelte politiche che verranno adottate nei prossimi giorni.
Attesa delle motivazioni
Nei prossimi trenta giorni la Corte renderà note le motivazioni ufficiali del blocco. Sarà un passaggio determinante perché indicherà quali aspetti del progetto richiedono chiarimenti o correzioni e quali possono essere ritenuti superabili senza modifiche sostanziali. Durante questo periodo, il governo e la società concessionaria Eurolink probabilmente analizzeranno i rilievi e prepareranno le eventuali controdeduzioni, valutando come procedere in modo da non interrompere definitivamente l'iter dell'opera.
Le mosse del governo
Anche di fronte a un parere negativo della Corte, la legge consente comunque al governo di confermare la delibera attraverso un'apposita decisione del Consiglio dei Ministri, qualora ritenga che appunto l'opera risponda a un interesse pubblico superiore; questa possibilità potrebbe così aprire uno scenario in cui il progetto può comunque procedere, ma soltanto dopo una valutazione politica e tecnica accurata. Ovviamente, in questo contesto, ogni ritardo nella risposta ai rilievi della Corte si tradurrà inevitabilmente in uno slittamento dei tempi previsti per l'avvio dei cantieri.
Tempi stimati e impatto sul calendario dei lavori
L'avvio dei lavori potrebbe insomma ora slittare di settimane o mesi rispetto al calendario originario; le fasi preliminari, come gli espropri e appunto la predisposizione dei cantieri, resteranno probabilmente sospese fino a quando non sarà chiarito se e come la delibera potrà essere confermata. Questo avrà effetti anche sul piano occupazionale: la società concessionaria aveva già ricevuto migliaia di candidature per tecnici, operai e personale di staff, pronte per l'avvio dei cantieri, assunzioni che rischiano ora di subire un rallentamento.
Uno sguardo politico
Sul piano politico, le reazioni non si sono fatte attendere: ieri la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha definito l'atto della Corte un' "invasione della giurisdizione sulle scelte del governo", sottolineando la necessità di proseguire nell'opera nonostante il parere negativo dei magistrati contabili. Dall'altra parte, la segretaria del Pd, Elly Schlein, ha evidenziato come il blocco evidenzi i rischi di una riforma che secondo lei mira a mettere il governo al di sopra delle leggi, ribadendo l'importanza di rispettare le verifiche istituzionali.
In sostanza, la decisione della Corte dei Conti non significa la fine del Ponte sullo Stretto, ma inaugura una fase in cui il futuro dell'opera dipenderà dal confronto tra i rilievi dei magistrati, le controdeduzioni del governo e la possibile conferma della delibera da parte del Consiglio dei ministri. Nei prossimi giorni si capirà sostanzialmente se il progetto potrà ripartire rapidamente o se subirà dei nuovi rallentamenti, rimandando l'avvio dei cantieri e le prospettive occupazionali legate all'opera.