Cosa ha detto l’ammiraglio Cavo Dragone su Nato e Russia e perché molti politici l’hanno criticato

La Nato valuta di essere "più aggressiva", per contrastare la guerra ibrida della Russia. Questo è il titolo dell'intervista dell'ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone che ha fatto discutere non solo la politica italiana, ma quella mondiale. Le parole del militare al Financial Times hanno portato alla reazione di Mosca, e anche del Movimento 5 stelle e della Lega in Italia: anche Avs e Pd hanno poi criticato l'intervento, mentre nel governo Meloni Forza Italia ha cercato di abbassare i toni e i vertici (la presidente Meloni e il ministro della Difesa Crosetto) hanno preferito non esporsi.
Cavo Dragone, che dall'inizio di quest'anno è il presidente del comitato militare della Nato, e fino al 2024 era capo di Stato maggiore della Difesa in Italia, ha detto che l'Alleanza atlantica starebbe prendendo in considerazione l'idea di essere "più proattiva", persino con "attacchi preventivi" contro la Russia, anche se si resterebbe sul piano della cosiddetta guerra ibrida: ad esempio, offensive informatiche.
Le parole di Cavo Dragone sulla Russia e la Nato
"Stiamo studiando tutto…Sulla cybersicurezza, siamo un po' reattivi. Essere più aggressivi, o essere proattivi invece che reattivi, è una cosa a cui stiamo pensando", ha detto Cavo Dragone. Il riferimento è ai numerosi attacchi informatici che i Paesi Nato (specialmente europei) hanno subito negli ultimi anni, spesso riconducibili proprio alla Russia, anche se in modo indiretto. Naturalmente, la questione di fondo è il sostegno atlantico all'Ucraina, che nette la Nato in contrapposizione con la Russia.
L'ammiraglio ha parlato anche di "attacchi preventivi", dicendo che potrebbero essere considerati "un'azione difensiva", sempre in riferimento alle azioni di guerra ibrida. E tuttavia ha dovuto ammettere questa linea "è più lontana dal nostro solito modo di pensare e agire". Uno dei problemi della Nato, ha aggiunto, è "abbiamo molti più limiti delle nostre controparti, per ragioni etiche, legali e di giurisdizione. È un problema. Non voglio dire che è una posizione perdente, ma è una posizione più difficile di quella delle nostre controparti".
Sempre sul tema dell'atteggiamento dell'Alleanza atlantica, Cavo Dragone ha detto che "essere più aggressivi, in confronto all'aggressività della nostra controparte, potrebbe essere un'opzione". Ma i problemi sarebbero "la cornice legale e di giurisdizione, chi se ne occupa?".
Il punto, ha sottolineato, è che la posizione della Nato è troppo passiva. O meglio, "reattiva": si limita a rispondere a ciò che fa la Russia. Servirebbe invece più deterrenza, per evitare che Mosca attacchi. "Come si ottiene la deterrenza – con la rappresaglia, con un attacco preventivo – è qualcosa che dobbiamo analizzare in profondità, perché in futuro ci potrebbe essere ancora più pressione su questo".
Russia: "Dimostrazione che la Nato è pronta all'escalation"
La reazione più immediata è stata quella della Russia, che ha definito le parole dell'ammiraglio "un passo estremamente irresponsabile", che indicano "la prontezza dell'Alleanza ad avviare una nuova escalation". A dirlo è stata la portavoce del ministero degli Esteri Maria Zakharova. "La consideriamo un tentativo deliberato di minare gli sforzi volti a risolvere la crisi ucraina. Chi fa affermazioni di questo tipo deve essere consapevole dei rischi e delle possibili conseguenze che ne derivano, anche per gli stessi membri dell'Alleanza", ha aggiunto, parlando di "isteria anti-russa".
La risposta indiretta dell'Unione europea è arrivata tramite l'Alta rappresentante per la politica estera Kaja Kallas, che ha parlato della guerra ibrida portata avanti dalla Russia: "Il ministro lituano ha sollevato la questione degli attacchi ibridi anche in merito alla Bielorussia, e in particolari ai palloni aerostatici provenienti da quel territorio. Quindi, stiamo discutendo di cosa possiamo fare ancora a riguardo, perché è vero che stanno diventando più aggressivi in diverse parti. Abbiamo gli strumenti per le sanzioni ibride contro la Russia, ma non li abbiamo per la Bielorussia, ad esempio. Ma tutte queste azioni vanno coordinate con gli Stati membri. Spetta agli Stati utilizzare davvero questi strumenti per contrastare gli attacchi ibridi. Ma sta chiaramente diventando un problema sempre più grande, questo è certo".
In Italia Lega e M5s attaccano per primi, anche Pd e Avs critici
Il dibattito è stato particolarmente acceso in Italia, anche perché Cavo Dragone è stato fino allo scorso anno capo di Stato maggiore della Difesa. La prima replica è arrivata dal Movimento 5 stelle, e in particolare dall'eurodeputato Danilo Della Valle: "Sono anni che mettiamo in guardia sulla miccia che potrebbe portare a una guerra aperta fra blocco occidentale e Russia e non vorremmo che qualcuno abbia decisa di accenderla proprio adesso, per far saltare i negoziati che faticosamente vanno avanti". Particolarmente dura anche la reazione della Lega, che tra le forze di governo è stata quella che ha attaccato l'ammiraglio con più decisione: "Mentre Usa, Ucraina e Russia cercano una mediazione, gettare benzina sul fuoco con toni bellici o evocando ‘attacchi preventivi' significa alimentare l'escalation. Non avvicina la fine del conflitto: la allontana. Serve responsabilità, non provocazioni", ha scritto in una nota il Carroccio.
Oggi il dibattito si è allargato. Laura Boldrini, deputata del Pd, ha detto ai cronisti che la interpellavano che "la legittima difesa preventiva non esiste nel diritto internazionale, quindi noi siamo sempre per il rispetto del diritto internazionale. È una dimensione che non si sa dove ci può portare, quindi invito tutti a molta, molta cautela e molta prudenza". Il segretario di Sinistra italiana e deputato di Avs Nicola Fratoianni ha parlato di un "uso poco sorvegliato delle parole, per non dire di più" da parte di Cavo Dragone. "Tutti dovrebbero concentrarsi su un altro lessico: quello della diplomazia, della ricerca della pace, del cessate il fuoco, della fine della carneficina".
Salvini insiste, il M5s attacca i "leghisti pacifinti"
Il M5s oggi è tornato all'attacco, con il capogruppo alla Camera Riccardo Ricciardi che ha chiamato in causa il governo Meloni: "Vogliamo che venga in Aula il ministro Crosetto, ma anche Meloni e tutto il governo. E questo perché pensiamo che in Parlamento non si dovrebbe parlare di altro se non di come il governo Meloni ci sta portando in guerra Dobbiamo farci una ragione, per quanto dispiaccia, di alcuni fatti: e cioè che l’Ucraina ha un milione e mezzo di disertori e che quella guerra è arrivata al suo epilogo. Vogliamo dire che, senza essere tacciati di filo-putinismo, noi non vogliamo essere in guerra con la Russia e contro nessuno?".
I parlamentari pentastellati che siedono nelle commissioni Difesa di Camera e Senato hanno criticato le parole "provocatorie, folli e irresponsabili" dell'ammiraglio. "Evocare la guerra non aiuta la pace, lo capiscono tutti, a partire da chi lo fa. Chi lavora contro la pace per la continuazione della guerra in Ucraina non sta facendo il bene degli ucraini e nemmeno dei cittadini europei che dice di voler proteggere". Non è mancato un attacco anche alla Lega, e in particolare ai "pacifinti leghisti che hanno sempre sostenuto al linea bellicista del governo e oggi criticano l'ammiraglio Cavo Dragone indossando la maschera pacifista", ma "dovranno presto gettarla, quando il Parlamento dovrà autorizzare un altro anno di invio armi".
E se la Lega si era già espressa, oggi è stato Matteo Salvini stesso a rincarare la dose. "Io parteggio per l'Italia, non parteggio per Tizio o per Caio", ha detto. "Mettere fine al conflitto in Ucraina è un bene per i ragazzi che questa mattina stanno morendo al fronte, è un bene per l'economia italiana ed europea e chi si mette di mezzo per impedire un accordo tra Russia, Ucraina e Stati Uniti non fa il bene dell'Italia e dell'Europa. Spero che nessuno a Parigi, Londra o Berlino abbia più interesse a proseguire con il conflitto che non a farlo cessare".
Salvini è stato anche il più alto esponente del governo Meloni a prendere posizione. Il suo pari grado, l'altro vicepremier Antonio Tajani, ha usato parole molto più caute: "Noi dobbiamo tutelare i nostri interessi, proteggere la nostra sicurezza e prepararci anche a difenderci da una guerra ibrida. Ma non farei una polemica su questo". E, sulla polemica della Lega: "Bisogna sempre essere prudenti e cauti".
È stato poi Maurizio Gasparri, capogruppo di Forza Italia al Senato, a raccogliere la posizione del partito parlando a L'Aria che tira: "L'ammiraglio Cavo Dragone ha parlato di una azione preventiva tecnologica. C'è anche un conflitto tecnologico e dobbiamo attrezzarci e difenderci, anche con dei tecnici in campo cyber, che lo Stato possa avere a disposizione solo in caso di necessità".