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Cosa è questa storia della Porsche di Giambruno: Iv fa un esposto e presenta interrogazione

Si riapre il giallo legato ai due uomini, che nella notte tra il 30 novembre e il 1° dicembre 2023 erano stati visti da un’agente aggirarsi attorno all’auto di Andrea Giambruno, sollevando dei dubbi sul possibile coinvolgimento dei servizi segreti. Sulla questione Iv ha fatto sapere che presenterà una nuova interrogazione e un esposto in Procura.
A cura di Giulia Casula
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Sulla vicenda della Porsche di Andrea Giambruno, ex compagno della premier, da Italia Viva vogliono vederci chiaro. Per questo i senatori Matteo Renzi e Ivan Scalfarotto hanno fatto sapere che presenteranno una nuova interrogazione parlamentare nella giornata di mercoledì e un formale esposto presso la procura di Roma in questa settimana.

Oggi, nell'articolo de ‘La Stampa' viene ricostruito il mistero dell'auto di Giambruno e del possibile coinvolgimento di agenti dei Servizi nella notte in cui vennero trovati degli uomini intorno veicolo del padre della figlia della presidente del Consiglio. Una vicenda, si spiega, ormai prossima all'archiviazione, ma con alcuni punti ancora da chiarire.

Il giallo dell'auto e il possibile coinvolgimento dei servizi

La vicenda risale alla notte tra il 30 novembre e il 1 dicembre 2023, quando un'agente della polizia aveva visto due uomini aggirarsi attorno all'auto di Giambruno, una Porsche. Insospettita, la poliziotta si era avvicinata per capire l'identità dei due che avevano risposto di essere "colleghi" mostrando un tesserino prima di dileguarsi.

L'agente aveva comunque deciso di fare rapporto ai suoi superiori in questura ed erano partiti gli accertamenti per capire se si trattasse di un tentativo di furto o meno. L'indagine però, non porta a nulla di concreto. Chi erano quegli uomini e cosa ci facevano sotto la casa della presidente del Consiglio? Secondo quanto ricostruito dal quotidiano, tra i vari elementi visionati dagli agenti ci sarebbero delle foto che mostrano due funzionari dell'Aisi, i servizi segreti interni. Qui però, la vicenda assume contorni sempre più confusi. L'indagine passa di mano in mano, dalla Digos alla squadra mobile sino vedere il non meglio chiarito intervento dell'antiterrorismo.

Sei mesi dopo, a giugno 2024, agli investigatori si presenta un uomo che si identifica come colui che la notte tra il 30 novembre e il 1° dicembre aveva armeggiato attorno all'auto di Giambruno. Il caso sembra risolto: i due alla fine erano solo due ladri. La sua versione tuttavia, fa acqua da tutte le parti. Innanzitutto l'uomo non viene riconosciuto dalla poliziotta in servizio quella notte, non ricorda chi fosse l'altra persona assieme a lui e mentre racconta perché si trovava lì sembra avere dei vuoti di memoria, al punto da rileggere degli appunti scritti sul telefono. Interrogato dal agenti, spiega che non era intenzionato a rubare la Porche dell'ex compagno della premier, ma che si era avvicinato per "curiosare".

La sua ricostruzione però, non convince la procura e i dubbi sul coinvolgimento degli 007 restano, nonostante la smentita del capo dei servizi segreti, il sottosegretario Alfredo Mantovano. I due profili indicati dalla poliziotta infatti, sarebbero stati misteriosamente trasferiti uno in Tunisia e uno in Iraq poco dopo. Per quali ragioni? E cos'è successo veramente quella notte? Renzi e Scalfarotto, che già lo scorso anno avevano presentato un'interrogazione sulla questione, chiedono nuovi chiarimenti. Intanto però, l'indagine potrebbe essere prossima all'archiviazione.

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