Manovra 2026

Cosa diceva Meloni sulla Manovra nell’audio del 2019 riprodotto in Aula: “Senza discussione non c’è democrazia”

In commissione Bilancio a Montecitorio il deputato Pd Claudio Mancini ha riprodotto un vecchio audio di Giorgia Meloni, che nel 2019 contestava dall’opposizione la compressione dei lavori parlamentare sulla legge di bilancio: “Se al Parlamento togliete la legge di bilancio la democrazia parlamentare non c’è”.
A cura di Giulia Casula
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"Se il Parlamento non può discutere la legge di bilancio, non c'è democrazia". A pronunciare queste parole non è qualche esponente della minoranza. È Giorgia Meloni, che nel 2019, quando si trovava ancora all'opposizione, tuonava così contro la compressione dei lavori parlamentari sulla finanziaria. Oggi Meloni si trova al governo mentre la Camera si prepara a votare una legge di bilancio blindata, identica alla versione varata dal Senato prima delle feste natalizie.

L'audio è stato recuperato da un deputato del Pd, Claudio Mancini, che ieri lo ha riprodotto in commissione Bilancio a Montecitorio per protestare contro la mancata discussione sul provvedimento. Mentre si susseguivano gli interventi delle opposizioni, dagli altoparlanti si è sentita la voce della presidente del consiglio Giorgia Meloni, allora semplice parlamentare di Fratelli d'Italia.

"La democrazia parlamentare significa che il Parlamento decide, la democrazia parlamentare significa che il parlamento è centrale", diceva Meloni. Per  poi rincare la dose con toni accesi:"E di grazia posso chiedervi dov'è la democrazia Parlamentare nel momento in cui il Parlamento non può discutere la legge di bilancio che è la prima prerogativa dei Parlamenti dalla fine delle monarchie assolute e quindi più o meno dal XVII secolo?".

All'epoca la leader lamentava l'esame "monocamerale" della finanziaria. La stessa circostanza si ripete oggi. Dopo il via libera della commissione Bilancio al testo, dove sono stati respinti gli emendamenti presentati dall'opposizione, si è svolta la discussione generale alla Camera seguita dalla decisione di porre la fiducia sul provvedimento in modo da chiudere la partita nell'ultimo giorno utile.

Da qui l'accusa al governo di aver ristretto i tempi della discussione. "Una grande sorpresa solo a parole", ha commentato la deputata Pd Cecilia Guerra. "Il passaggio alla Camera è stato una farsa, al Senato una tragedia: non c’è stata alcuna possibilità di intervenire su nulla e neppure lì abbiamo visto chiarire la confusione interna alla maggioranza, mentre i temi veri sono rimasti fuori", ha sottolineato.

"Quanto sta avvenendo alla Camera nella seconda lettura della Manovra è un vero e proprio abuso di potere compiuto dal governo Meloni, che arriva a utilizzare persino il fattore tempo per reprimere la democrazia parlamentare. Il fatto che anche altri esecutivi in anni recenti abbiamo agito in modo analogo non giustifica l'assuefazione a questo andazzo devastante per la democrazia, per il controllo e la trasparenza dei processi decisionali", ha affermato il segretario di +Europa, Riccardo Magi. "La trasmissione alla Camera in tempi ultra-compressi della Manovra rende tecnicamente impossibile un esame effettivo e svuota la seconda lettura di ogni capacità reale di incidere sul testo senza porre a rischio l'approvazione entro la fine dell'anno finanziario", ha proseguito. "Davanti a questa umiliazione delle Camere, il presidente Fontana e il presidente La Russa dovrebbe battere un colpo e garantire le prerogative del Parlamento, richiamando in maniera formale l'esecutivo: non ci si può abituare a questa prassi perché fino a pochi anni fa le due letture effettive da parti di entrambi i rami erano garantite", ha ribadito, ricordando che "era proprio Meloni che richiamava i governi, quando era all'opposizione, a rispettare le Camere. Non solo l'attuale premier nel 2019, ma anche l'onorevole Montaruli che nel 2021 contro il governo Draghi e presunti ‘potentati' invocava il potere rappresentativo del Popolo, con il Parlamento relegato a organo di mera ratifica della volontà del Governo. Oggi, più che a una legge di Bilancio, ci troviamo di fronte a una fiera dell'ipocrisia", ha concluso.

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