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Crisi di governo 2019

Conte bis, su Rousseau verranno votati i punti del programma del nuovo governo Pd 5Stelle

Le consultazioni sulla piattaforma Rousseau potrebbero avvenire già lunedì mattina. Gli iscritti saranno consultati sui punti del programma del nuovo governo, non sui nomi della squadra dei ministri. “Il quesito su Rousseau verrà formulato in queste ore, e sarà neutro”, ha detto il senatore Nicola Morra.
A cura di Annalisa Cangemi
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"Vedremo come gestire i tempi della votazione, secondo i tempi del premier incaricato Conte. Difficilmente esiste qualcosa di più certificabile di quanto può certificare un notaio. Tutti i voti della piattaforma Rousseau sono certificati da un notaio, altrimenti se ne mettiamo in discussione la professionalità ne chiediamo l'espulsione dall'ordine". Lo ha detto oggi in conferenza stampa alla Camera il capogruppo di M5s al Senato, Stefano Patuanelli, parlando della consultazioni online, annunciata dal capo politico Luigi Di Maio, sull'accordo di programma con il Partito democratico.

A quanto si apprende il voto si svolgerà nella giornata di lunedì, forse già di mattina, quando il premier incaricato Giuseppe Conte dovrebbe sciogliere la riserva a comunicare al Capo dello Stato la lista dei ministri e un programma condiviso dai partiti della nuova maggioranza. Solo se ci sarà un parere favorevole degli iscritti a metà della prossima settimana ci sarà il giuramento del presidente del Consiglio, con cui il governo giallo rosso entrerà già in carica, prima di ottenere la fiducia dalle Camere.

"Prima che venga sottoposta al Presidente della Repubblica, questa proposta sarà votata online su Rousseau dagli iscritti del MoVimento 5 Stelle. Solo se il voto sarà positivo la proposta di progetto di governo sarà supportata dal MoVimento 5 Stelle. Il voto dovrebbe avvenire entro la prossima settimana. Gli iscritti al MoVimento 5 Stelle hanno e avranno sempre l’ultima parola", ha assicurato martedì sera Di Maio In un post sul blog delle Stelle. Anche se poi il leader del Movimento non ha menzionato questo passaggio intervenendo ieri in sala stampa al Quirinale dopo il colloquio con Mattarella.

Le consultazioni online degli iscritti avranno come oggetto i dieci punti del programma, non i nomi dei ministri che comporranno la squadra di governo.

"Il quesito su Rousseau verrà formulato in funzione di quello che sta avvenendo in questi giorni e in queste ore. Posso garantire che ci sarà lo sforzo massimo di rendere il quesito neutro. Rifarsi a Rousseau è per me doveroso, perché se sono stato eletto in Senato è perché ho accettato che la piattaforma Rousseau, di cui tanti dicono male, promuovesse degli esercizi di democrazia diretta", ha detto il senatore Nicola Morra a Skytg24.

"Far votare i propri iscritti sulle scelte fondamentali per l'Italia è il metodo del MoVimento 5 Stelle. Rappresenta da sempre il nostro valore fondante ed è altamente democratico. In Germania, che come l'Italia è una democrazia parlamentare, la Spd ha dato sempre la parola finale agli iscritti nell'approvare la ‘Grosse Koalition' con la Cdu. Sono valori democratici che non barattiamo per nulla e chiediamo vengano rispettati. Il Pd ha i propri organi decisionali, noi abbiamo il nostro: gli iscritti", ha scritto in un post sul blog, il M5S.

Secondo alcuni costituzionalisti però tale procedura, annunciata da Di Maio, impatterebbe con la Carta Costituzionale. Secondo questa lettura la votazione si sarebbe dovuta tenere prima, durante la fase di trattative, e non dopo la conclusione del secondo giro di consultazioni al Quirinale. E questo non soltanto perché questo ulteriore step potrebbe allungare i tempi di questa crisi. Il presidente Mattarella al termine del primo giro di consultazioni aveva invocato espressamente "decisioni chiare e in tempi brevi", oppure avrebbe sciolto le Camere, per portare il Paese alla urne. In questo modo, subordinando la nascita del governo Conte bis alle decisioni interne di un partito, che decide autonomamente di consultare la sua base, si introduce da una parte un soggetto ‘esterno' alle procedure costituzionali e dall'altra si compie uno ‘sgarbo istituzionale', nei confronti del presidente della Repubblica.

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