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Consiglio europeo, Draghi: “Ho proposto una riforma dell’Ema, troppa confusione nell’ultimo anno”

“Nell’ultimo anno è vista una certa difformità di pronunciamenti tra l’Ema e le autorità nazionali, esitazion anche certamente dovute al fatto che tutti apprendevamo in corso d’opera. Però si c’è stata una notevole confusione”: lo ha detto Mario Draghi comunicando che al Consiglio europeo si è parlato della riforma dell’Ema, l’Agenzia europea del farmaco, un tema che ha sollevato lui stesso.
A cura di Annalisa Girardi
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"Il primo tema discusso dal Consiglio europeo è stata la reazione al Covid-19. La pandemia non è finita, non ne siamo ancora fuori. Va ancora affrontata con attenzione e vigilanza. Teniamo alta l'attenzione sui tamponi, continuiamo a farli, è importante per identificare le varianti. Dobbiamo continuare a sequenziare. Ci sono Paesi che lo fanno molto di più": lo ha detto il presidente del Consiglio, Mario Draghi, intervenendo in conferenza stampa al concludersi del Consiglio europeo. "Occorre un rinforzo e forse una riforma anche dell'Ema. Sui vaccini la considerazione è stata che il vaccino russo Sputnik non è ancora riuscito ad ottenere, e forse non avrà mai l'approvazione dell'Ema e il vaccino cinese – che non aveva mai fatto domanda e che comunque Ema non ha mai approvato – mostra di non essere adeguato, si veda l'esperienza in Cile, ad affrontare l'epidemia", ha aggiunto.

Cosa si è detto al Consiglio europeo sull'immigrazione

Uno dei punti centrali trattati è stato quello dell'immigrazione, come già lo stesso Draghi aveva anticipato. "Il secondo punto importante affrontato è quello dell'immigrazione. Tutto quello che noi abbiamo chiesto è stato accolto rapidamente, tanto che l'approvazione delle conclusioni è durata solo qualche minuto. Naturalmente poi bisognerà mettere in atto tutte le politiche", ha aggiunto.

E ancora, a tal riguardo: "Il mio obiettivo non era ottenere un accordo sui ricollocamenti. Penso che sia prematuro avere un accordo che per noi sia conveniente. Questo comunque non può essere basato su un ricollocamento obbligatorio perché al momento non sarebbe stato accettato. L'obiettivo di oggi era quello di ottenere un ampio coinvolgimento dell'Unione europea. Il testo concordato è molto impegnativo: si legge che per prevenire la perdita della vita in mare e ridurre la pressione sui Paesi europei saranno strette delle partnership con i Paesi di origine e transito. I migranti non devono diventare, nelle mani di alcuni Governi, un'arma di ricatto".

La possibilità di un incontro Ue-Putin

"Il terzo punto riguarda la possibilità di un incontro con Vladimir Putin. Io ho sostenuto che un incontro tra Russia e Ue andasse fatto. Altri Paesi, in particolare i nordici ma non solo, hanno accantonato questa idea almeno per il momento. La posizione dell'Italia è sempre la stessa: cooperazione e franchezza. La Russia è un attore importante, ma ci sono alcune cose che non vanno".

La riforma dell'Ema e il pericolo varianti

Draghi ha concluso dicendo di aver sollevato lui stesso il tema della riforma dell'Ema. "È un aspetto molto complesso, ma certamente l'ultimo anno ha visto una certa difformità di pronunciamenti tra l'Ema e le autorità nazionali, esitazioni, anche certamente dovute al fatto che tutti apprendevamo in corso d'opera, però si è vista una notevole confusione. Dall'altro lato credo che l'Ema abbia bisogno di essere rafforzata per esercitare i poteri che le spettano". Sulla campagna vaccinale e le implicazioni che potrebbe avere la diffusione della variante Delta, ha chiuso: "In Italia dobbiamo continuare la campagna vaccinale con determinazione, serve vigilanza, dobbiamo aumentare i tamponi e il sequenziamento. Dobbiamo individuare subito i focolai e arginarli. In Regno Unito la diffusione della variante sta creando incertezza sulla ripresa economica. Noi non vogliamo trovarci in questa situazione e non vogliamo che in autunno si torni alla situazione dello scorso anno. È passato un anno avremo anche imparato qualcosa, no?".

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