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Compravendita dei Senatori nel governo 2006-2008, Prodi: “Chiacchiere quotidiane in aula”

L’ex presidente del Consiglio ha risposto alle domande nel processo che vede Silvio Berlusconi imputato per corruzione.
A cura di Davide Falcioni
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L'ex Presidente del Consiglio Romano Prodi è stato sentito come testimone nel processo che vede Silvio Berlusconi imputato di corruzione con Valter Lavitola per le tangenti versate all'ex senatore Segio De Gregorio, affinché passasse dalle fila della maggioranza a quelle dell'opposizione durante i due anni di Governo Prodi, dal 2006 al 2008. L'ex premier ha parlato di "chiacchiere quotidiane" sulle manovre per il passaggio di parlamentari dal centrosinistra al centrodestra, ma ha anche ribadito di non essere mai stato informato di fatti specifici, "altrimenti sarei ancora presidente del Consiglio". Romano Prodi è stato sentito dai pm Vincenzo Piscitelli e Fabrizio Vanorio, titolari del fascicolo con Henry John Woodcock, quindi ha replicato alle domande dei legali di Berlusconi Michele Cerabona e Niccolò Ghedini: "Ho avuto contezza dell'acquisto specifico di un parlamentare solo quando ho ricevuto lettera di un senatore".

L'ex Presidente del Consiglio ha quindi letto la lettera inviatagli il 12 giugno 2013 da Sergio De Gregorio: l'ex senatore dell'Italia dei Valori gli chiedeva scusa per essersi fatto corrompere da Berlusconi. Prodi ha affermato di essere rimasto sorpreso dalla missiva – "sono caduto dalle nuvole" – e che, se avesse appreso prima di quegli episodi, sarebbe intervenuto perché, ha detto, "ci stavo volentieri al governo". Prodi ha quindi ricordato come il governo da lui formato – sorto con una maggioranza risicata al Senato – fosse andato in crisi in una fase relativamente tranquilla: "Era passata la Finanziaria dopo un mese di dicembre durissimo. C'era maggiore coesione". L'ex premier ha risposto a una domanda della difesa di Lavitola: il legale del "faccendiere" gli ha domandando delle richieste dell'allora senatore Pallaro per votare la Finanziaria. Prodi ha risposto: "Io non trattavo voti, non so delle trattative parlamentari".

Al legale di Silvio Berlusconi Niccolò Ghedini, che gli ha chiesto delle posizioni assunte dalle minoranze linguistiche altoatesine e dell'Udeur di Mastella, Prodi ha spiegato: "L'appoggio al governo è sempre condizionato a un rapporto politico. Gli altoatesini, ad esempio, pur essendo più di centrodestra, si fidavano di me. E portavano avanti le richieste per il loro territorio. La politica si fa cosi'".

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