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Come funzioneranno le nuove cartelle esattoriali con il “volto umano” del fisco targato Meloni

Uno dei prossimi appuntamenti della riforma fiscale del governo Meloni riguarda la riscossione: cambierà l’approccio, secondo il viceministro Leo che sta curando i provvedimenti, con una rateizzazione strutturale delle cartelle e degli aiuti per chi davvero non riesce a pagare.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Sanzioni più basse, possibilità di rateizzare e la costruzione di un rapporto di fiducia con i contribuenti. La ricetta per un fisco dal "volto umano" è più o meno questa. L'appuntamento più importante del 2024, per il viceministro Leo, si chiama riscossione: "Vogliamo ripensare il meccanismo nel suo complesso – dice al Messaggero il secondo di Giorgetti al Tesoro – rendendolo più semplice, più accessibile e venendo incontro ai contribuenti onesti che hanno difficoltà finanziarie". L'obiettivo primario è evitare che si continuino ad accumulare tasse non riscosse: al momento, nei magazzini del fisco, si è toccata quota 1185 miliardi. Una cifra "abnorme" da smaltire assolutamente.

La strategia è la semplificazione e la collaborazione con i contribuenti. Il fisco deve intervenire prima, non dopo: "Uno dei punti centrali è il discarico ovvero la restituzione all’ente impositore, dopo 5 anni, delle cartelle inesigibili da parte dell’Agenzia delle Entrate Riscossione – spiega ancora Leo – A quel punto, l’ente impositore potrà valutare se intraprendere nuove verifiche e rimandare la richiesta di recupero del credito all’Agenzia, integrando ulteriori informazioni utili per l’estinzione del debito. In questo modo, la riscossione potrà concentrarsi maggiormente sui quei crediti che invece sono esigibili".

Verranno utilizzati sempre più frequentemente gli strumenti digitali, sfruttando la tecnologia a proprio vantaggio. Ma senza diventare invasivo: "Come già detto, in una logica di rapporto fiduciario tra amministrazione finanziaria e contribuente, è sicuramente una cosa positiva semplificare e rendere strutturale la rateizzazione fino a 120 rate – spiega ancora Lego, parlando delle cartelle esattorialiAnche qui, però, dobbiamo tenere conto di vari fattori. L’intenzione è di venire incontro al contribuente, quando ci si trova effettivamente davanti a soggetti che non possono pagare. Il Fisco deve avere un volto umano, ma ovviamente anche essere inflessibile con chi fa il furbetto, senza fare sconti. Non possiamo permettere che ci siano soggetti che si finanziano con le tasse".

Anche le sanzioni, secondo Leo, vanno riviste: "È un sistema sproporzionato. In materia di Iva ci sono sanzioni che vanno dal 120 al 240%. Bisogna arrivare massimo al 60%, come nella media europea. Dall’altro lato, inasprire le sanzioni accessorie per chi veramente ha posto in essere un comportamento fraudolento nei confronti dello Stato".

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