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Come cambiano gli stipendi nel 2024: tutte le novità su Irpef, cuneo fiscale e premi detassati

Nelle prossime settimane il governo dovrà cominciare a scrivere la manovra economica: il taglio del cuneo fiscale va verso la conferma, mentre sono attese novità su Irpef, tredicesime e premi di produttività.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Tagli, detassazioni e riduzione delle aliquote. Le parole chiave della prossima manovra economica, per quanto riguarda il lavoro, dovrebbero essere queste. Certo, resta da capire dove trovare le coperture per confermare le misure già in essere e finanziarne di nuove, ma la legge di Bilancio che il governo si troverà a scrivere nelle prossime settimane sarà incentrata proprio sulla riduzione delle tasse sul lavoro. Davanti alla necessità di aumentare i salari, di cui ormai tutto il Paese ha preso coscienza, il governo propone la sua ricetta: detassazione in lungo e in largo e riduzione delle aliquote nella riforma fiscale.

Il primo intervento, il più importante, sarà il taglio del cuneo fiscale. Al momento è in vigore una riduzione di 6 o 7 punti, fino a 35mila euro di reddito, sulla parte contributiva a carico dei lavoratori. Confermare interamente il taglio sembra quasi impossibile: l'obiettivo è arrivare almeno a 5 punti. Così com'è, un rinnovo della misura costerebbe 10 miliardi per l'anno prossimo. E non è chiaro se il governo avrà a disposizione queste risorse.

Un'altra idea è quella della detassazione completa dei premi di produttività: al momento è stata portata al 5% dal 10%, ma l'intenzione è di azzerarla del tutto. Anche qui, non si sa se ci sono i soldi. Sulla stessa linea, c'è anche la detassazione della tredicesima mensilità per i lavoratori dipendenti, che potrebbe subire un'accelerazione ed entrare in vigore già alla fine di quest'anno, per rilanciare i consumi a dicembre.

La detassazione della tredicesima fa parte della delega fiscale, come la rimodulazione delle aliquote Irpef, che dovrebbero passare da quattro a tre. L'ipotesi più accreditata è il mantenimento dei due scaglioni estremi – il 23% fino a 15mila euro e il 43% sopra ai 50mila euro – con una fascia intermedia unica tra i 15mila e i 50mila euro con aliquota fissata al 27%. L'aumento in busta paga, in questo caso, sarebbe maggiore per i redditi tra i 28mila e i 50mila euro.

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