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Come cambia il piano vaccinale dopo stop AstraZeneca: arriva redistribuzione delle dosi per Regioni

Dopo lo stop alla somministrazione del vaccino AstraZeneca agli under 60 il piano vaccinale cambia. Servono, innanzitutto, più dosi di Pfizer e Moderna, aspetto su cui il commissario straordinario, Francesco Paolo Figliuolo, rassicura: “Le dosi in arrivo sono sufficienti”. E ci sarà, inoltre, un bilanciamento delle dosi, ovvero una redistribuzione dei vaccini su base regionale.
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A cura di Stefano Rizzuti
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È un appello all’unità quello che il commissario straordinario per l’emergenza Coronavirus, Francesco Paolo Figliuolo, ha rivolto alle Regioni e a tutti gli italiani. La campagna vaccinale prosegue, nonostante gli intoppi e gli inevitabili rallentamenti dovuti al divieto di somministrare il vaccino AstraZeneca agli under 60. Per Figliuolo, comunque, l’obiettivo non cambia: immunizzare l’80% degli italiani entro fine settembre. Il commissario resta ottimista sul possibile raggiungimento di questo target: “Entro settembre arriveranno oltre 54 milioni di dosi, mi ero preso margini di manovra d’accordo con Draghi. Siamo in grado di coprire entro quella data l’80% della platea vaccinabile, come previsto dal piano che è sostenibile”. In concreto vorrebbe dire completare il ciclo vaccinale per circa 47 milioni di persone. Attualmente le dosi somministrate sono state 43,26 milioni, mentre le persone che hanno completato il ciclo sono 14,46 milioni, ovvero il 26,67% degli over 12.

Stop AstraZeneca, ci sono dosi sufficienti di Pfizer e Moderna?

Il problema principale che il commissario deve risolvere è quello delle dosi a disposizione per i più giovani: sia per la prima somministrazione che per il richiamo di chi ha ricevuto già il vaccino AstraZeneca. Servono, quindi, le dosi di Pfizer e Moderna, anche per coprire i 930mila under 60 in attesa di richiamo con un vaccino a mRna dopo la prima dose AstraZeneca. Figliuolo garantisce che ci sono dosi a sufficienza, anche se sono in corso ulteriori valutazioni: “Le dosi in arrivo sono sufficienti, non abbiamo chiesto nuove dosi di vaccini mRna, ma stiamo studiando. Ben vengano, se dovessero arrivare, dosi aggiuntive”. Con riferimento, probabilmente, anche al vaccino Curevac che ancora non è stato approvato dall’Ema. Per il commissario, comunque, “il piano a oggi è e resta sostenibile”.

La richiesta di unità alle Regioni e il bilanciamento delle dosi

Figliuolo chiede unità, soprattutto alle Regioni. Che, nonostante qualche protesta, per il momento si adeguano. Alla fine l’ha fatto anche la Campania di Vincenzo De Luca, che ha ceduto e deciso di accettare la vaccinazione eterologa. Il presidente, però, è critico per la confusione che si è creata e chiede al governo di parlare “con una voce sola”. E non manca un affondo nei confronti dello stato Figliuolo: “Cessino le comunicazioni quotidiane del commissario”, che dovrebbe avere, a suo parere, una “silenziosa funzione logistica”. Le Regioni, comunque, non sembrano troppo preoccupate sugli eventuali ritardi della campagna vaccinale: per il presidente della Lombardia, Attilio Fontana, al massimo ci sarà un “ritardo di qualche settimana”.

Altro discorso è quello del bilanciamento delle dosi alle Regioni, annunciato dallo stesso Figliuolo. Arriveranno più dosi ai territori che hanno una popolazione più giovane e potranno necessitare di più vaccini, come chiesto per esempio dalla Campania. Non solo, perché il bilanciamento dovrebbe riguardare anche quelle Regioni che hanno somministrato più dosi di AstraZeneca ai giovani, per esempio come ha fatto il Lazio durante gli open day. “Stiamo bilanciando le dosi, con riserve strategiche, in 11 Regioni”, assicura Figliuolo. Tra chi usufruirà maggiormente della nuova rimodulazione c’è la Basilicata, che riceverà quasi 6mila dosi di Pfizer in più. Ma anche tante altre Regioni che riceveranno più dosi a causa della maggiore presenza di giovani e di under 60 a cui fare un richiamo con vaccini a mRna.

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