
Che questa manovra sia apprezzata dai mercati lo dice l'ennesima riduzione dello spread. Non è un fatto astratto ma concreto, in quanto significa – da una parte – che lo Stato paga minori interessi sul debito e – dall'altra – che si riducono i tassi che le banche fanno pagare a imprese e cittadini. Gli investitori guardando al quadro macro premiano soprattutto la riduzione del deficit. Proviamo però a livello micro a concentrarci sulle singole misure, identificando chi vince e chi perde tra i cittadini e le famiglie. In molti casi come vedrete le decisioni sono positive per alcuni e negative per altri: le due facce del sesterzio.
Chi vince
Vincono di certo i contribuenti che hanno un reddito compreso tra i 28.000 e i 50.000 euro con circa 440 € – come importo massimo – in più nelle loro tasche. Il taglio dell'Irpef (imposta sui redditi delle persone fisiche in teoria, ma in pratica è l'imposta sui redditi dei lavoratori dipendenti e dei pensionati perché ormai tutti gli altri redditi ne sono fuori) è piccolo, verrà minimamente ridotta di due punti percentuali la seconda aliquota, ma prosegue.
Anche i lavoratori dipendenti privati traggono un guadagno perché di fatto il premio di produttività sarà tassato all’1%, mentre prima era tassato al 5%.
Alcune famiglie vedranno una importante novità con una riduzione dell‘ISEE con l'esclusione della prima casa, "valore massimo 91.500 euro". Cosa vuol dire? Come sapete, minore è l'ISEE maggiore è il ventaglio di opportunità per i bonus che si possono ricevere o le detrazioni. Togliere il valore della prima casa vuol dire ridurlo e non di poco, aumentando le probabilità di una famiglia di accedere a più risorse.
Aumenta anche il bonus per le mamme dipendenti con almeno due figli e che non hanno un reddito eccessivamente elevato. Riceveranno 240 euro in più perché il bonus passa da 480 a 720 euro.
Chi perde
Non sono in pochi a dire che la misura più eclatante da questo punto di vista è la rottamazione, che riguarda pochissimi e che tra poco vedremo.
Perde il contribuente che ha un reddito inferiore a 28.000 euro perché non vedrà alcuna riduzione delle imposte.
Perdono i proprietari di immobili che sono adibiti a case vacanze, bed & breakfast etc se utilizzano piattaforme telematiche perché la cedolare secca prima era al 21% ora passa al 26% (viceversa guadagna chi affitta per periodi brevi la prima casa e non si affida agli intermediari come sopra).
E veniamo quindi alla rottamazione. Significa che si possono "rottamare" alcuni debiti fiscali diluendoli a rate in un calendario che dura nove anni e su cui si applicano gli interessi legali. A perdere sono i contribuenti con cartelle esattoriali da imposte accertate poiché sono esclusi dalla nuova rottamazione. Sono esclusi anche i contribuenti in regola con la rottamazione quater.
Chi né vince né perde
Sempre la rottamazione. Perché c'è chi vince o perde a seconda di come si guardi, come le due facce del sesterzio.
Come avrete inteso la convenienza per un debitore sta proprio nell'estinzione in un periodo molto lungo, nove anni. La nuova rottamazione però vede un aumento degli interessi delle rate che si andranno a pagare, che passa dal 2 al 4% annuo (chiunque abbia fatto un mutuo sa che gli interessi aumentano e di molto la somma da rimborsare rispetto a quella che ti viene prestata, così sarà qui e saranno buoni quattrini per lo Stato).
