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Elezioni europee 2024

Chi si candida alle elezioni europee 2024 e chi no, il Pd è diviso su Elly Schlein

Salvini e Conte no, Tajani in attesa, Meloni e Schlein ancora indecise. Le elezioni europee saranno a giugno, ma la campagna elettorale sta già iniziando e resta da capire quali leader di partito si candideranno. Su Schlein, gli esponenti del Pd hanno posizioni molto diverse: chi si oppone, chi vede una via di mezzo, chi la invita ad andare davvero a Strasburgo.
A cura di Luca Pons
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Alle elezioni europee mancano poco meno di sei mesi, e ieri si è saputo quando si voterà in Italia: sabato 8 e domenica 9 giugno 2024. Ma il dibattito si è già acceso su un tema in particolare, cioè quello dei leader di partito candidati. Dopo diverse esitazioni, il primo a dare una risposta certa è stato Matteo Salvini, che ha escluso la sua candidatura. Una mossa che è sembrata avere anche l'intenzione di mettere in difficoltà gli alleati del centrodestra: pochi giorni prima Giorgia Meloni e anche Antonio Tajani avevano detto che la decisione sarebbe stata presa insieme, dai tre leader di maggioranza. "O tutti o nessuno", aveva commentato Tajani, che ora invece dice di non escludere una sua partecipazione.

Sul fronte dell'opposizione, chi ha già chiarito la sua linea è Giuseppe Conte, che non si candiderà. Non solo, ma il leader del Movimento 5 stelle ha anche detto che presentarsi alle elezioni europee quando non si ha intenzione di andare a Strasburgo come europarlamentare sarebbe "un inganno" nei confronti dell'elettorato. Difficile non vederci un avviso nei confronti di Elly Schlein, che invece non ha ancora deciso. Per Azione Carlo Calenda ha detto di no, mentre Matteo Renzi di Italia viva già mesi fa aveva annunciato la sua candidatura. Alle elezioni potrà votare chiunque sia maggiorenne e abbia la cittadinanza dell'Unione europea, andando al proprio seggio elettorale di riferimento e portando la tessera elettorale e un documento di identità.

Tajani in attesa, Meloni valuta di fare come Berlusconi

Nel centrodestra, Tajani ha dichiarato a Quarta Repubblica: "Non escludo di candidarmi. Mi sono sempre candidato alle elezioni europee, sono stato eletto cinque volte al Parlamento europeo. Ma aspettiamo il congresso del partito che dovrà eleggere il segretario". Il congresso si terrà il 23 e 24 febbraio e al momento non c'è dubbio che Tajani sarà eletto come segretario, ma questo gli permette di valutare le proprie mosse ancora per qualche settimana.

Tajani ha "lo stesso dubbio che ha Giorgia Meloni", ha detto, cioè che una candidatura alle europee possa "distogliere in parte" dall'attività di governo. E la stessa Meloni non ha più parlato della possibilità di candidarsi: a inizio anno aveva fatto capire di essere tentata, ma non c'è ancora un'intenzione ufficiale. Nel caso, si potrebbe candidare come capolista in tutte le circoscrizioni, come fece Silvio Berlusconi in passato, per cercare di attirare maggiormente l'elettorato.

Perché il Pd è spaccato sulla candidatura di Elly Schlein alle elezioni europee 2024

Su Elly Schlein per il momento le voci sono molte: chi dice che dovrebbe candidarsi, per poter eventualmente sfidare Meloni e per rafforzare la sua leadership nel partito, chi invece concorda con Conte e pensa che sia meglio evitare. La settimana scorsa anche Romano Prodi, ex presidente del Consiglio e voce autorevole tra i dem, ha dato un giudizio netto: "Candidarsi dove sai che non andrai svilisce la democrazia. La destra lo può fare, i progressisti no".

Oggi Stefano Bonaccini, presidente del Pd e sfidante di Schlein alle scorse primarie, ha proposto una via di mezzo: "Immagino a breve Elly ci dirà cosa vorrà fare del suo futuro. Sarebbe incredibile che noi impedissimo alla segretaria del nostro partito di candidarsi e portare il suo valore aggiunto", ma "sarebbe sbagliata una candidatura a capolista in tutte le circoscrizione, perché lo fece Berlusconi" e non va bene per "quello che noi siamo, un partito plurale".

Walter Verini, senatore dem, ha addirittura proposto che Schlein si candidi non per attirare maggiormente l'elettorato di sinistra, ma proprio per farsi eleggere e poi andare come europarlamentare a Strasburgo: "Sarebbe un segno di forza se la leader del Pd decidesse di candidarsi per stare in Europa, per combattere la battaglia lì". Anche Matteo Salvini, peraltro, lo fece quando era già segretario della Lega (anche se era ancora la Lega Nord). La questione quindi resta aperta, fino a quando non sarà Schlein a sciogliere tutti i dubbi.

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