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Manovra 2026

Chi deve pagare la tassa di due euro sui pacchi dal 2026: la novità in Manovra

La nuova tassa di due euro sui pacchi che valgono fino a 150 euro è prevista dalla legge di bilancio 2026. Ma può cambiare nei prossimi giorni, ora che le modifiche alla manovra entrano nel vivo. C’è l’ipotesi di colpire non solo i Paesi extra-Ue, ma tutte le spedizioni. Così come quella di penalizzare le piattaforme di e-commerce come Temu e Shein.
A cura di Luca Pons
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Una delle nuove tasse che la manovra 2026 introdurrà per gli italiani è un'imposta da due euro sulle spedizioni di piccoli pacchi. La norma non è nel testo base della legge di bilancio, ma è stata proposta da Fratelli d'Italia e con tutta probabilità passerà. La novità, però, è che potrebbe essere approvata in una forma diversa da quella descritta nelle ultime settimane. La sua applicazione, infatti, potrebbe essere più ampia: non solo i Paesi al di fuori dell'Unione europea, ma tutte le spedizioni.

La tassa, per come è scritta al momento nell'emendamento a prima firma del senatore Gelmetti (FdI), è un "contributo alla copertura delle spese amministrative" per gli "adempimenti doganali". Si applica ai pacchi "provenienti da Paesi non appartenenti all'Unione europea" e che hanno un "valore dichiarato non superiore a 150 euro". Come detto, il costo è di due euro per ogni pacchetto. È una norma che potrebbe scoraggiare, per esempio, gli acquisti da piattaforme come Temu o Shein, che spediscono da fuori Europa. Ora, però, il testo potrebbe cambiare.

Quando si applica la tassa di 2 euro sui piccoli pacchi e chi deve pagarla

In questa fase della manovra, è il governo Meloni che sta lavorando sui suoi emendamenti, cioè sulle sue proposte per modificare il testo. Ci si aspetta che l'elenco degli emendamenti sia depositato entro domani, poi la commissione procederà con le votazioni (che decideranno quali modifiche restano e quali vengono bocciate) principalmente nel fine settimana.

Le proposte del governo al momento non sono ufficiali. Tra le indiscrezioni di stampa, però, si parla di modifiche proprio alla tassa sui piccoli pacchi. In particolare, l'imposta dovrebbe essere estesa a tutti i pacchi che arrivano in Italia o partono dall'Italia, e non solo a quelli da Paesi extra-Ue. Il motivo è che colpire solo i Paesi non europei sarebbe come imporre un dazio, cosa che i singoli Stati non possono fare, perché è un potere dell'Ue. A riportarlo è il Sole 24 Ore.

Dunque, la tassa di due euro sui piccoli pacchi potrebbe riguardare tutte le spedizioni sotto i 150 euro, a partire dal 2026. Ci sarebbe poi anche l'ipotesi di aggiungere un sovrapprezzo per le spedizioni che arrivano tramite piattaforme di e-commerce, ma in questo caso non si colpirebbero solo Shein, Temu e le altre extra-europee: sarebbero coinvolte anche Ebay, Amazon e gli altri portali di acquisti online.

Le mosse europee sui pacchi extra-Ue

I lavori proseguono, in attesa delle decisioni definitive nei prossimi giorni. Nel frattempo, è utile ricordare che questa norma inserita nella legge di bilancio è diversa da un altro intervento, in questo caso europeo, che riguarda sempre i piccoli pacchi. A novembre il Consiglio dei ministri dell'Economia europei (Ecofin) ha deciso di eliminare un'esenzione: fino a oggi le spedizioni sotto i 150 euro che vengono da Paesi al di fuori dell'Ue non hanno dovuto pagare dazi.

Questa esenzione agevola, appunto, colossi cinesi come Shein e Temu. Ma i governi hanno deciso di cambiare linea. Dal 2028 terminerà – e anzi, ci sono Paesi come Italia e Francia che stanno facendo pressione per cancellarla già dall'anno prossimo. Le trattative su questo punto, come detto, sono scollegate dalla legge di bilancio italiana.

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