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Manovra 2026

CGIL boccia la Manovra: “Si va in pensione sempre più tardi e sempre più poveri, dal governo solo bugie”

La Manovra 2026 porta poche novità per le pensioni, in gran parte negative, stando alla bozza: età pensionabile in aumento dal 2027; nessuna messa in discussione della riforma Fornero; spariscono Quota 103 e Opzione donna; per le pensioni minime nessun aumento, saliranno di meno di 4 euro al mese. Ezio Cigna, responsabile Politiche previdenziali della Cgil, ha parlato a Fanpage.it delle misure più importanti.
Intervista a Ezio Cigna
Responsabile Politiche previdenziali Cgil
A cura di Luca Pons
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L'età pensionabile sale dal 2027, con pochissimi esentati, e scatterà anche un ricalcolo al ribasso dei futuri assegni. Nel frattempo, dal 2026 si cancellano le misure che permettevano di lasciare il lavoro in anticipo, come Opzione donna e Quota 103. "Questa legge di bilancio, come tutte quelle di questo governo, ha un obiettivo preciso: ritardare il pensionamento". Lo ha detto Ezio Cigna, responsabile delle Politiche previdenziali della Cgil, commentando a Fanpage.it la bozza della manovra circolata in questi giorni. Le pensioni, ha sottolineato Cigna, "saranno un tema centrale" della manifestazione in programma per il 25 ottobre a Roma.

La misura più discussa è l'aumento dell'età pensionabile. Ne avevamo parlato già mesi fa, e il governo aveva promesso che sarebbe intervenuto. Ma così non è stato. 

Tutti i governi hanno detto di voler superare di legge Monti-Fornero, e questo più di tutti, ma oggi vediamo esattamente il contrario. Hanno passato un anno intero a promettere che avrebbero bloccato l'aumento dell'età pensionabile. Invece non solo non viene bloccata, ma dal 2028 sarà pienamente a regime, con tutti e tre i mesi di aumento.

Non hanno nemmeno inserito un blocco parziale, che avrebbe potuto far pensare che ci fosse davvero l'intenzione di mettere in discussione la Monti-Fornero nel tempo. Vuol dire che stanno anche validando per il futuro questo sistema legato all'aspettativa di vita. E nel 2029, lo sappiamo già per i calcoli della Ragioneria generale dello Stato, arriveranno altri due mesi di aumento.

Dopo promesse elettorali e continui slogan, ci troviamo di fronte all'azzeramento della flessibilità in uscita. L'uscita più comune dal lavoro sarà la pensione di vecchiaia, a 67 anni (più gli incrementi). Si va in pensione sempre più tardi e sempre più poveri.

Perché più poveri?

Non lo ricorda nessuno, ma nel 2027 cambieranno anche i coefficienti di trasformazione. Come già successo quest'anno, si abbasseranno di nuovo i futuri assegni di chi deve ancora andare in pensione.

Siamo l'unico paese in Europa che, ogni volta che l'aspettativa di vita cresce, fa scattare due meccanismi: l'aumento dei requisiti di pensionamento, e l'abbassamento dei coefficienti per calcolare la pensione. A pagare il prezzo di questa mancanza di visione del governo saranno soprattutto i giovani.

Perché i giovani sono i più danneggiati?

Non c'è nulla nella manovra che provi a guardare a loro, che sono il futuro del sistema previdenziale. La preoccupazione maggiore non deve averla chi vede l'età pensionabile aumentare di un mese o tre mesi, ma quelli che andranno in pensione tra dieci o vent'anni anni, che dovranno seguire un meccanismo folle. Rischiano di poter lasciare il lavoro solo con 45 anni di contributi, o a 68-69 anni di età.

Qualcuno sarà esentato dall'aumento dell'età pensionabile nel 2027 e 2028, e potrà continuare a mantenere i vecchi requisiti. Di chi si parla?

Nel testo attuale, le esenzioni riguardano una platea minima: chi ha svolto lavori usuranti, e i lavoratori precoci che hanno mansioni gravose. Poco più dell'1% dei pensionamenti ogni anno.

L'aumento scatterà anche per quasi tutti i precoci, per disoccupati di lungo corso, caregiver o invalidi al 74%. Cade la bandiera dei 41 anni di contributi per loro. Era una misura piccola, ma che portava avanti l'idea di superare in qualche modo la Fornero. In più, ci troviamo a fronteggiare un nuovo rischio ‘esodati', anche se in modo meno allarmante rispetto ad anni fa.

Chi rischia di essere ‘esodato'?

I requisiti pensionistici cresceranno nel 2027 e poi nel 2028, quindi riguarderanno anche persone che sono già uscite dal mondo del lavoro con strumenti di accompagnamento alla pensione – come Isopensione o Ape sociale. Queste persone hanno diritto al sostegno solo fino ai 67 anni di età. C'è il rischio che rimangano senza aiuti, anche se per qualche mese e non per anni come avvenne in passato.

Non ci sarà nessun aumento straordinario per le pensioni minime. Il ministro Giorgetti ha fatto riferimento in conferenza stampa alle "polemiche" dell'anno scorso sull'incremento delle minime, ma quest'anno cambierà poco.

Sì, il ministro Giorgetti in conferenza stampa ha detto che hanno aumentato le pensioni minime. Ma non è vero. A salire saranno le maggiorazioni sociali, che riguardano una platea grande la metà rispetto alle pensioni minime. E avranno un aumento di 12 euro al mese rispetto allo scorso anno.

Le pensioni minime, invece, che sono circa 2,3 milioni nel nostro Paese, non avranno nulla di nuovo. Prenderanno l'incremento deciso lo scorso anno, dell'1,3%, e la rivalutazione legata all'inflazione. Prevediamo che quest'ultima possa arrivare all'1,5%. Concretamente si passerà da 616,67 euro a poco più di 620 euro. Un aumento che probabilmente si fermerà attorno ai 3,70 euro al mese.

La bozza fatta circolare della legge di bilancio non dice nulla su Opzione donna e Quota 103, che se non vengono rinnovate spariranno dal 2026. È un male?

Certo. Il paradosso è che anche quelle misure di flessibilità che negli ultimi anni avevano provato a calmierare la legge Fornero, dopo quattro leggi di bilancio, sono state cancellate dal governo che prometteva di superarla.

Le due misure erano state talmente indebolite, negli ultimi anni, che ormai riguardavano poche migliaia di persone.

Anche poche centinaia, nel caso di Opzione donna. Quella misura è stata messa in discussione dal primo giorno di questo governo, ridimensionata anno dopo anno, taglio dopo taglio, fino a cancellarla. Il tutto mentre ci dicevano che la loro intenzione era di potenziarla. Un nuovo attacco alle donne.

Ma non si può dire che siccome per Quota 103 e Opzione donna erano previste poche uscite, allora tanto valeva eliminarle. Il punto è che si è tolta una possibilità senza sostituirla in alcun modo.

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