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Centri in Albania, dubbi della Cassazione sul protocollo e sui trattenimenti di migranti nel Cpr

La prima sezione penale della Corte di Cassazione ha rinviato alla Corte di giustizia dell’Unione europea la questione relativa ai trattenimenti nel cpr in Albania: per i giudici c’è il rischio che l’intero piano sia incompatibile con il diritto europeo.
A cura di Annalisa Cangemi
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La Corte di Cassazione ha rinviato alla Corte di giustizia europea due cause relative ai trattenimenti nel Cpr in Albania. I giudici hanno avanzato dubbi sulla compatibilità del piano dei centri in Albania con il diritto europeo. La notizia è stata anticipata dal Manifesto.

I rinvii – spiega il quotidiano – sono contenuti in due provvedimenti fotocopia nati dai ricorsi del Viminale contro altrettante non convalide del trattenimento decise dalla Corte d'appello di Roma. La prima sezione penale è tornata sui propri passi – scrive il Manifesto – capovolgendo una precedente decisione in cui aveva equiparato il Cpr di Gjader a quelli che si trovano in Italia.

Lo scorso 8 maggio la Cassazione aveva infatti accolto il ricorso del Viminale in relazione alla pronuncia della Corte d'Appello di Roma che non convalidava il trattenimento amministrativo dei migranti qualora avessero presentato, nel frattempo, la domanda d'asilo. La Cassazione aveva di fatto, in quella circostanza, equiparato i Cpr in Albania con quelli in Italia. Ora, invece, ha inviato gli atti alla Corte di Giustizia europea ponendo la pregiudiziale relativa al trattenimento nel Cpr in Albania.

Gli ermellini, sempre secondo quanto riportato dal Manifesto, porrebbero due questioni che riguardano entrambi i casi attualmente possibili a Gjader: quello di un migrante in situazione di irregolarità amministrativa e quello di un richiedente asilo che ha fatto domanda di protezione internazionale durante il trattenimento in quel Cpr. Per il primo il dubbio è che il trasferimento dall'Italia all'Albania contrasti con la direttiva rimpatri. Per il secondo un analogo sospetto riguarda la direttiva accoglienza. Il tema – viene spiegato – è quello della territorialità: la prima sezione penale, spiega il quotidiano, è tornata sui propri passi rivedendo appunto una precedente decisione in cui aveva equiparato il Cpr di Gjader a quelli che si trovano in Italia.

Le reazioni

"La decisione della Corte di Cassazione di rinviare alla Corte di giustizia europea i casi di trattenimenti illegittimi conferma ciò che abbiamo sempre denunciato: l'intesa con Tirana è contraria al diritto europeo, calpesta i diritti fondamentali delle persone ed è un vergognoso spreco di denaro pubblico", ha detto Angelo Bonelli, deputato Avs e co-portavoce di Europa Verde.

"Ricordo a tutti infatti che questa operazione, di mera propaganda, che fino ad ora conta il trattenimento di 25 migranti costa agli italiani quasi miliardo di euro per realizzarli e gestirli per i prossimi 5 anni, ovvero 550.000 euro al giorno, di cui 138.000 solo per i funzionari che faranno avanti e indietro dall’Italia, 300 della Polizia di Stato sottratti al contrasto della criminalità organizzata e al controllo del territorio".

"Questo Governo – ha aggiunto – ha costruito una macchina costosa e disumana per ottenere titoli sui giornali, ma ora dovrà fare i conti con la realtà. La dignità delle persone non si può deportare, e la legalità non si può calpestare".

"La Corte di Cassazione rinvia alla corte di giustizia europea i casi di trattenimenti illegittimi nei Cpr in Albania, confermando tutti i dubbi che avevamo espresso da subito sotto il profilo della legittimità giuridica di questi centri disumani. I Cpr albanesi, pagati dai contribuenti italiani quasi un miliardo di euro, non sono solo un fallimento politico di Meloni, visto che finora hanno ospitato pochissime persone, ma lo sono anche da un punto di vista giuridico: l'intero impianto del protocollo va palesemente contro le norme europee e non rispetta alcuno standard umanitario. Un doppio flop, di cui Meloni dovrà rispondere al Paese", ha commentato il segretario di Più Europa Riccardo Magi.

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