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Caso Consip, condanna di un anno per Verdini, rinviato a giudizio il padre di Matteo Renzi

Un anno di carcere per l’ex senatore Denis Verdini, l’imprenditore Enzo Bigotti e per l’ex parlamentare Ignazio Abrignani. È quanto deciso dal gup del Tribunale di Roma che ha anche rinviato a giudizio Tiziano Renzi, padre dell’ex presidente del Consiglio, con l’accusa di traffico di influenze illecite. Andranno a processo anche Italo Bocchino, Carlo Russo e Alfredo Romeo. la prima udienza è fissata per il 16 novembre.
A cura di Giuseppe Pastore
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È stato condannato a un anno di carcere l'ex senatore Denis Verdini nell'ambito di uno dei filoni dell'inchiesta Consip con l'accusa di turbativa d'asta. Insieme a lui, sono stati condannati con rito abbreviato a un anno anche l'imprenditore Enzo Bigotti e l'ex parlamentare Ignazio Abrignani. I tre sono stati assolti dall'accusa di concussione, così come richiesto dal pubblico ministero. La gup del Tribunale di Roma, Annalisa Marzano, ha poi rinviato a giudizio Tiziano Renzi: il padre del leader di Italia Viva dovrà rispondere di traffico di influenze illecite. La prima udienza del processo si svolgerà il prossimo 16 novembre. Insieme a Tiziano Renzi, sono stati rinviati a giudizio anche Italo Bocchino, Carlo Russo e Alfredo Romeo.

Le origini del caso Consip

L'inchiesta, condotta parallelamente dalle procure di Napoli e di Roma, riguarda il presunto caso di corruzione nella società pubblica Consip, la centrale unica degli acquisti della Pubblica amministrazione. Il caso Consip, scoppiato nel 2017, ha riguardato in particolar modo l'appalto Facility Management 4 (FM4), uno dei più grandi d'Europa. L'appalto del valore di 2,3 miliardi di euro e suddiviso in 18 lotti, infatti, avrebbe suscitato l'interesse dell'imprenditore napoletano Carlo Russo. La sua impresa, secondo quanto è emerso dalle indagini, avrebbe partecipato a tre gare d'appalto delle 18 totali, ma non sarebbe riuscita a classificarsi in graduatoria a causa di alcuni difetti riscontrati nella documentazione presentata. Le indagini hanno provato a riannodare i fili dell'intricata vicenda che vede coinvolti più personaggi politici e a fare luce sulle presunte pressioni che l'imprenditore avrebbe fatto alla società per ottenere uno di quei lotti. Tra le persone coinvolte, anche il padre di Matteo Renzi, Tiziano, a cui Russo si sarebbe rivolto per esercitare pressioni sull'amministratore delegato della società e per ottenere un incontro con l'allora ministro Luca Lotti.

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