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CasaPound, Pd e Avs chiedono al governo di sciogliere l’organizzazione neofascista: “Violenta e pericolosa”

In un’interrogazione parlamentare al ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, i leader di Pd e Avs Elly Schlein, Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli tornano a chiedere lo scioglimento di CasaPound, l’organizzazione neofascista di estrema destra: “Violenta e razzista”.
A cura di Giulia Casula
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Pd e Avs tornano a chiedere lo scioglimento di CasaPound. In un'interrogazione parlamentare al ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, i leader Elly Schlein, Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli sollecitano il governo affinché proceda a sciogliere l'organizzazione neofascista di estrema destra.

Dopo lo sgombero del centro sociale Askatasuna a Torino, le opposizioni hanno riportato l'attenzione sull'immobile occupato da CasaPound a Roma, su cui finora l'esecutivo non ha mosso un dito. Negli scorsi giorniPiantedosi ha assicurato che lo sfratto ci sarà – l'edificio sarebbe uno dei prossimi "sei o sette" nell'elenco delle occupazioni attenzionate dal Viminale – ma non ha chiarito precisamente quando avverrà.

Cosa dice l'interrogazione di Pd e Avs al governo

Ora le opposizioni riportano all'attenzione del dibattito politico il movimento estremista. In particolare, nell'interrogazione si fa riferimento Il libro segreto di CasaPound del giornalista d’inchiesta Paolo Berizzi, il quale ha raccolto la testimonianza diretta di un militante di lungo corso. "Ne emerge un quadro molto preoccupante per le istituzioni democratiche, per chi le rappresenta, per la cittadinanza tutta; l’aspetto già ampiamente noto al potere giudiziario e alle cronache, ovvero l’uso sistematico della violenza, delle aggressioni ai danni di parlamentari della Repubblica e dei giornalisti (ultimo, Andrea Joly della Stampa; i responsabili, da poco condannati in primo grado), di studenti e degli attivisti sindacali, è non solo confermato, ma arricchito di particolari scabrosi", si legge.

La "violenza, per CasaPound Italia, è metodo politico per eccellenza, sia all’interno dell’organizzazione (con gli «schiaffi
educativi») che, ovviamente, all’esterno e contro coloro che sono ritenuti nemici della rivoluzione fascista", sottolineano i leader, che ricordano "l’aggressione avvenuta a Venezia la notte di Capodanno del 2019 e subita dal parlamentare (oggi)
del Pd Arturo Scotto, per esempio, vede coinvolti, seppur non imputati (lo sono Luca Travaglia e Tommaso Bellavite, entrambi attivisti storici della formazione simboleggiata dalla Tartaruga frecciata), dirigenti di primo piano quali Francesco Polacchi, tra i fondatori di Blocco studentesco, l’organizzazione studentesca afferente a CasaPound, e, dal 2014, imprenditore del marchio di abbigliamento Pivert, all’organizzazione neofascista legato".

E ancora "la condanna in primo grado per i fatti accaduti, a Roma (Casal Bertone, gennaio del 2022), che vede coinvolti il fondatore e leader Gianluca Iannone, nonché Luca Marsella, l’attuale portavoce dell’organizzazione; sempre la scorsa estate, sono stati condannati a 300 ore di volontariato 24 attivisti di CasaPound, sede di Verona, per le spedizioni punitive ed esplicitamente razziste ai danni di migranti di origine marocchina e tifosi del Marocco (Mondiali in Qatar, 2022); 17 condanne sono state richieste dalla Procura di Bari, e il processo è in dirittura d’ arrivo, per le violenze avvenute nel 2018, perpetrate dagli attivisti del circolo Kraken, che fu sede barese di CasaPound, e che ha visto, tra le vittime, la allora europarlamentare Eleonora Forenza", procede l'interrogazione.

Tra le testimonianze raccolte da Berizzi, Avs e Pd segnalano "la più inquietante" ovvero quella "relativa ai cosiddetti «Unici». Imprenditori, professionisti, giornalisti, politici, avvocati, docenti universitari, un famoso ambasciatore, generali: sono coloro (circa 70) che compongono la rete di finanziatori occulti di CasaPound, costituita tra il 2017 e il 2018 su iniziativa di Gianluca Iannone e Marco Clemente; finanziatori che nel libro di Berizzi hanno, in buona parte e per la prima volta, nomi e cognomi". Tra loro spiccano "il console Mario Vattani, il generale dell’aeronautica Paolo Pappalepore e Manfredi Minutelli, responsabile delle relazioni governative e grandi clienti per il Sud Europa del colosso Alibaba", si legge.

Alla luce di questi elementi, gli interroganti chiedono al governo di applicare nei confronti di Casa Pound la legge Mancino (che vieta qualsiasi organizzazione che inciti alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi) e la legge Anselmi (che proibisce le associazioni segrete) "sia per lo scioglimento dell’organizzazione sia per l’accertamento della responsabilità dei dipendenti pubblici, civili e militari, coinvolti nella stessa".

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