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Bollette, Cappelletti (M5S) a Fanpage: “Report di Arera solleva interrogativi gravi, governo dia risposte”

Il deputato del Movimento 5 Stelle Enrico Cappelletti commenta a Fanpage l’indagine di Arera sulle presunte speculazioni nei mercati elettrici: “La situazione è già critica, se fosse confermata sarebbe inquietante. Serve chiarezza dal governo”.
A cura di Francesca Moriero
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Il report di Arera, l'Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente, pubblicato martedì scorso, ha acceso un nuovo fronte politico: secondo quanto emerge dal documento, ci sarebbero state infatti "probabili condotte di trattenimento economico" da parte dei produttori nei mercati all'ingrosso dell'elettricità, con un impatto stimato fino a 5 miliardi di euro di costi aggiuntivi per famiglie e imprese, come ha denunciato un articolo del Fatto Quotidiano. Per Arera, si tratterebbe di una strategia volta a ridurre intenzionalmente l'offerta di energia per farne salire il prezzo, con effetti diretti sul costo delle bollette. L'indagine, avviata su richiesta del Partito Democratico, non è ancora conclusa e la stessa Arera ha invitato alla prudenza. M5S, AVS e lo stesso PD hanno però chiesto un'informativa urgente in Parlamento e l'apertura di una verifica da parte del governo Meloni.

Fanpage.it ne ha parlato con Enrico Cappelletti, deputato del Movimento 5 Stelle e componente della commissione Attività produttive della Camera, tra i primi a chiedere chiarimenti pubblici dopo l'uscita del report.

Onorevole, il report Arera ipotizza possibili speculazioni nei mercati dell'energia. Voi avete chiesto subito un'informativa al governo. Crede che si possa già parlare con certezza di truffa ai danni dei consumatori, o è presto per dirlo?

No, non possiamo dirlo. Sarebbe poco serio e irresponsabile farlo. Il solo fatto che un'autorità indipendente come Arera arrivi a scrivere nero su bianco certe cose è però certo molto rilevante. E non è un mistero che ci sia stata una fiammata nei costi di fornitura dell'energia in Italia, superiore a quella di altri Paesi europei. Questo è un dato di fatto.

Quindi la vostra iniziativa politica è nata proprio dopo la pubblicazione del rapporto?

Sì, io stesso ho chiesto l'intervento del governo dopo aver letto la denuncia pubblicata sul Fatto Quotidiano. Quel documento era passato inosservato, anche se è recentissimo. E non sono stato il solo: anche Angelo Bonelli e altri colleghi hanno chiesto subito chiarimenti. Non si tratta solo di capire cosa è accaduto nel passato, ma di affrontare una crisi strutturale che oggi pesa sull'intero sistema produttivo italiano.

A cosa si riferisce?

Faccio parte della commissione Attività produttive e ogni giorno ci troviamo davanti a crisi aziendali legate all'elevato costo dell'energia. Le faccio un esempio: il crollo del 40% nella produzione di auto in Italia nel 2024. A confronto, la Spagna, che ha meno abitanti, ha prodotto il 700% in più di veicoli e ha quasi quintuplicato il suo PIL. Quando abbiamo chiesto al ministro del perché di questo divario, ci è stato risposto: "perché in Spagna l'energia costa meno". E questo è ovviamente vero.

E perché secondo lei in Spagna l'energia costa meno?

Perché la Spagna ha fatto una scelta strategica molto chiara: ha investito massicciamente nelle fonti energetiche rinnovabili, che sono quelle che costano meno. Questo ha dato al loro sistema Paese un enorme impulso in termini di competitività, soprattutto rispetto a Paesi come il nostro, ancora ancorati a un modello di produzione energetica vecchio, basato sui combustibili fossili. Io credo che oggi ci sia un forte condizionamento da parte dell'industria fossile – una vera e propria lobby – che influenza le scelte del governo. Ogni megawattora prodotto da fonti rinnovabili è un megawattora sottratto ai profitti del fossile, e questo evidentemente rappresenta un problema per chi vuole conservare lo status quo.

Cosa rappresenta allora, per voi, questo report di Arera?

È un ulteriore aggravamento di una situazione già critica. Se le ipotesi fossero confermate, e mi auguro che oltre ad Arera anche la magistratura faccia le sue verifiche, ci troveremmo di fronte a qualcosa di molto grave. Ed è preoccupante che esponenti della maggioranza, come il deputato Zucconi di Fratelli d'Italia, cerchino di minimizzare. Lui ha detto: "alle opposizioni si è spenta la lampadina". Ma qui nessuno sta facendo allarmismo: stiamo semplicemente chiedendo al governo di riferire e fare chiarezza su quanto segnalato da un'autorità pubblica.

Le chiedo allora, se venisse accertata una speculazione, andrebbero previsti rimborsi per famiglie e imprese?

Sì, se le responsabilità venissero confermate, è chiaro che andrebbero previsti rimborsi. Anche perché, paradossalmente, lo Stato ha incassato molto di più dall'IVA applicata su forniture il cui prezzo era gonfiato. Quindi la prima cosa che dovrebbe fare un governo serio è restituire ai cittadini e alle imprese quella quota di gettito fiscale incassata ingiustamente. È una valutazione da fare con attenzione, ma il principio è semplice: se qualcuno ha pagato troppo, ha diritto ad essere risarcito, e il governo ha il dovere di farlo.

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