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Reddito di cittadinanza, le ultime notizie

Calderone: “Governo non torna indietro sul Reddito di cittadinanza, non ha prodotto risultati”

Il governo tira dritto sul Reddito di cittadinanza, e conferma la tabella di marcia già decisa: “È costato agli italiani 25 miliardi di euro in tre anni senza produrre i risultati attesi: né in termini di riduzione della povertà né in termini di accompagnamento al lavoro”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Nonostante gli appelli e le richieste di rinviare la sospensione dell'assegno per evitare la bomba sociale, il governo tira dritto. Non ci sarà nessuna inversione a U sul Reddito di cittadinanza. Lo ha ribadito la ministra del Lavoro Marina Calderone, in un'intervista a La Stampa.

La ministra lo aveva già detto ieri al question time in Parlamento, rispondendo a Pd e Movimento Cinque Stelle, confermando che il percorso previsto dalla legge approvata il 1 maggio non si arresta. La decisione è quella di fare punto e a capo, spiega in sostanza, perché il vecchio Rdc è costato tantissimo e non ha prodotto i risultati attesi.

Il punto è che la fine del Reddito di cittadinanza ha scatenato proteste in molte città: "Il Reddito – ricorda la ministra – è costato agli italiani 25 miliardi di euro in tre anni senza produrre i risultati attesi: né in termini di riduzione della povertà né in termini di accompagnamento al lavoro. La sua fine era nota almeno da 7 mesi, quando in legge di bilancio è stata inserita una norma ad hoc". 

"Come dimostrano – aggiunge – gli 88mila nuclei presi in carico già a inizio luglio e che non perderanno il Reddito di cittadinanza, questo governo ha già assicurato ai più fragili il sostegno necessario e impiega ogni ora del suo tempo per contrastare e ridurre quel disagio sociale su cui qualcuno, al contrario, come ho avuto modo di dire ieri al question time della Camera, soffia cercando di costruire il dissenso".

Secondo la ministra le proteste sarebbero solo una vicenda mediatica: "Il ministero dell’interno non segnala alcuna situazione particolare a riguardo. D’altronde, tutti coloro che rientrano nei requisiti per essere assistiti lo sono e lo saranno. Nessuno degli aventi diritto sarà lasciato indietro", ha affermato in un'intervista rilasciata al Corriere della Sera.

Il messaggio inviato l'altro giorno dall'Inps a 169mila persone è sembrato a tutti un errore: "Certamente impreciso. A giorni arriveranno nuove informazioni per aiutare coloro che sono usciti dal reddito a sfruttare appieno le opportunità del Supporto per la formazione e lavoro. Che, al contrario del Reddito di cittadinanza, è riferito alla persona e non al nucleo. Il che vuol dire che i 350 euro di indennità sono moltiplicabili all'interno del nucleo, sulla base dei componenti che hanno attivata una misura di politica attiva", ha detto a La Stampa.

Calderone ha sottolineato inoltre che, "come per tutte le leggi, dopo un confronto democratico al suo interno, il Parlamento ha scelto una linea che è giusto portare avanti. Sono di due giorni fa i dati Istat che registrano un'occupazione record e quindi con migliori possibilità di far transitare i percettori del reddito, non appartenenti a nuclei con fragilità, dal sussidio ad un'occupazione. Giova ricordare che a fronte di 112 mila nuclei percettori di reddito di cittadinanza con un componente in età di lavoro considerato occupabile, in Italia, in questo momento sono previste assunzioni per 1,5 milioni di lavoratori, di cui il 48 per cento di difficile reperimento".

Fratelli d'Italia ha proposto di istituire una commissione di inchiesta per verificare l'operato dell'Inps sotto la gestione dell'ex presidente Tridico: "È comprensibile che si voglia fare chiarezza su una misura che doveva sconfiggere la povertà e che non è riuscita nel suo intento, risultando talvolta assegnata anche a chi non ne aveva diritto e ne ha fruito per diverso tempo". Quanto al salario minimo la ministra ripete il suo "no", convinta che il lavoro povero "si combatta con la buona contrattazione e investendo sulla produttività".

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