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Manovra 2026

Busta paga più alta dal 2026, meno tasse su straordinari, premi e aumenti: le novità della legge di bilancio

La Legge di Bilancio 2026 prevede un taglio delle tasse per i dipendenti del settore privato: flat tax al 15% su lavoro festivo/notturno, 1% sui premi e 5% sugli aumenti contrattuali. Lo sconto si applicherebbe però solo a chi non supera i 40mila euro annui di reddito complessivo. Ecco le novità.
A cura di Francesca Moriero
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La manovra economica approvata in Cdm ha previsto un pacchetto di misure per sostenere anche il potere d’acquisto dei lavoratori dipendenti, in particolare quelli con redditi medio-bassi. L'intervento non toccherebbe direttamente l'Irpef sugli stipendi ordinari, ma si concentrerebbe invece sulle componenti variabili della retribuzione, come gli straordinari, i turni festivi e notturni, i premi di produttività e gli aumenti contrattuali. L'obiettivo sarebbe duplice: da un lato, incentivare il lavoro aggiuntivo e premiare chi fa più ore o lavora in condizioni meno comode; dall'altro, ridurre il carico fiscale su chi ha redditi fino a 40mila euro l’anno, alleggerendo le tasse senza modificare l'imposta sul reddito in generale. Le agevolazioni previste sono tre, pensate per agire su punti diversi della busta paga e stimolare anche la contrattazione salariale. Il pacchetto sarà principalmente rivolto, però, ai lavoratori del settore privato.

Detassazione al 15% su straordinari, turni e lavoro festivo

La misura forse più immediata riguarda la tassazione ridotta al 15% su una serie di voci legate al lavoro in orari disagiati o fuori dalla normale turnazione: straordinari, turni notturni, lavoro nei giorni festivi, prestazioni rese nel giorno di riposo settimanale, indennità di turno. L'aliquota agevolata sostituirà non solo l'Irpef, ma anche le addizionali regionali e comunali, rendendo il vantaggio fiscale più consistente; il beneficio sarebbe limitato a un massimo di 1.500 euro di sconto fiscale per ciascun lavoratore, e si applicherebbe solo a chi non supera i 40mila euro annui di reddito complessivo. È importante sottolineare che saranno escluse le strutture turistico-alberghiere, per le quali il governo ha annunciato un intervento specifico, ancora in fase di definizione.

Aumenti contrattuali tassati al 5%

Un secondo intervento riguarda poi gli aumenti salariali derivanti dai rinnovi dei contratti collettivi nazionali firmati nel 2025 o nel 2026. Su questi incrementi verrà applicata un'aliquota fiscale agevolata del 5%, che sostituirà l’Irpef e le addizionali regionali e comunali; questa misura si applica esclusivamente agli aumenti salariali concordati tramite contrattazione collettiva e non riguarda invece gli aumenti individuali, come gli scatti di anzianità o premi una tantum.

L'obiettivo del governo è quello di incentivare il rinnovo dei contratti nazionali, alleggerendo il carico fiscale sugli aumenti salariali previsti da questi accordi. Non è ancora chiaro però se anche per questa agevolazione sarà previsto un limite di reddito annuo, come per le altre misure (ad esempio, i 40mila euro già indicati per la detassazione su straordinari e premi di produttività). Non solo, al momento non è noto se ci sarà un tetto massimo sull’importo degli aumenti salariali che potranno beneficiare dell’aliquota ridotta

Premi di produttività: tassazione ridotta all'1%

Un ulteriore incentivo riguarda i premi di produttività legati ai risultati aziendali: per il biennio 2026-2027, l’aliquota fiscale su questi premi sarà ridotta all’1%, rispetto all’attuale 10%, per importi fino a 5mila euro. Questa agevolazione è riservata ai dipendenti con reddito fino a 40mila euro, a patto che i premi vengano riconosciuti attraverso accordi aziendali o territoriali. L’obiettivo è rafforzare la contrattazione di secondo livello e stimolare la produttività nelle imprese, ma la sua efficacia dipenderà dalla capacità delle aziende, soprattutto le più piccole, di attivare e gestire questi accordi, spesso ancora poco diffusi.

Settore pubblico: sconto limitato, anche se esteso alla sanità

Per i dipendenti pubblici, la manovra prevede una forma di detassazione più limitata rispetto al settore privato: sarà applicata un'aliquota fissa del 15% su un massimo di 800 euro annui relativi al salario accessorio. La misura non si estende al personale militare, mentre includerà i dipendenti della sanità pubblica, per i quali sono previste anche ulteriori forme di incentivo, come già avvenuto negli anni passati. La soglia più bassa rispetto al settore privato solleva però interrogativi sull'equità della misura, soprattutto considerando che molte delle prestazioni agevolate nel privato (notturni, festivi, straordinari) sono altrettanto diffuse nel pubblico, specie in ambito ospedaliero.

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