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Brunetta si alza lo stipendio a 310mila euro l’anno, Lega presenta emendamento in manovra per ridurlo

Renato Brunetta, presidente del Cnel, si è alzato lo stipendio da 250mila euro a 310mila euro l’anno, con un incremento di 60mila euro l’anno. È stato lo stesso Cnel a deliberare un aumento complessivo di un milione e mezzo per i vertici. Brunetta ha potuto sfruttare l’eliminazione del tetto di 240mila euro al compenso dei manager pubblici, decisa dalla Corte Costituzionale. Opposizioni attaccano: “È lo stesso Brunetta che si è duramente opposto al salario minimo di 9 euro lordi l’ora”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Non bastava una retribuzione da 250mila euro l'anno. Renato Brunetta, presidente del Consiglio nazionale dell’economia e del Lavoro (Cnel) ha deciso di aumentare il suo stipendio di ben 60mila euro, arrivando a 310mila euro l'anno. Praticamente un ritocco di oltre il 20%.

A salire, grazie a un provvedimento l'11 settembre, saranno anche gli stipendi anche di vicepresidenti e consiglieri, portando la spesa complessiva per la retribuzione dei vertici dai previsti 850mila euro a quasi un milione e mezzo in dodici mesi. Non è tutto: per il prossimo anno le consulenze esterne passeranno da 320mila a 420mila euro, con incremento di 100mila euro.

L'aumento record, di cui ha dato conto il Domani, è stato agevolato anche da una sentenza della Corte Costituzionale, che la scorsa estate si era espresso sulla soglia per le remunerazioni pubbliche, giudicando incostituzionale il tetto di 240mila euro per gli stipendi dei dipendenti pubblici.

Dal Cnel si giustificano spiegando che l'adeguamento sarebbe "un allineamento ai parametri di altri organi costituzionali". Ma le opposizioni, vanno all'attacco, anche perché Brunetta è anche colui che ha stoppato l'introduzione di un salario minimo legale in Italia a 9 euro l'ora.

In realtà Brunetta questo stipendio nom avrebbe nemmeno dovuto percepirlo, perché dal 2012 era vietato ricevere compensi per incarichi nella Pubblica amministrazione a chi era già in pensione. Poi all'interno del decreto Pnrr è arrivata nel marzo 2024 una norma ad hoc che ha permesso al presidente e ai componenti del Consiglio nazionale dell’Economia e del Lavoro di ricevere una retribuzione.

Lega annuncia un'interrogazione parlamentare e un emendamento alla manovra

La Lega ha criticato la decisione del Cnel: "Gli aumenti in piena autonomia degli stipendi al Cnel, a partire dal presidente Renato Brunetta, sono da riconsiderare. Presenteremo un'interrogazione parlamentare e una norma in finanziaria che vada nella direzione inversa. Dobbiamo invece concentrarci nell'eliminazione dei contratti pirata con normative di legge che devono passare dall'iter parlamentare. Anche su questo tema, il lavoro del Cnel deve essere sopra le parti, non è un ente normativo", ha detto la deputata della Lega Tiziana Nisini.

Le opposizioni contro l'incremento di stipendio per Brunetta

Chiara Appendino (M5s), mette in relazione la notizia su Brunetta con gli attacchi del governo alla giornata di sciopero generale proclamata dalla Cgil per venerdì 12 dicembre, ritenuto da Meloni e Salvini un modo per prolungare il weekend: "Meloni deride chi scende in piazza per chiedere salari dignitosi ma tace sulla vergogna dell'aumento fino a 311.000 euro a Brunetta. Sì, proprio ‘il Brunetta' che ha affossato il salario minimo. Con questo governo, se sei un operaio ti attaccano, se sei un privilegiato ti premiano".

Anche Angelo Bonelli (Avs) se la prende con il presidente del Cnel: "Renato Brunetta, lo stesso che definiva ‘una semplificazione che fa male' il salario minimo a 9 euro l'ora, oggi si aumenta lo stipendio da 250 a 310mila euro l'anno. È l'immagine perfetta della destra al governo: chi rifiuta un salario dignitoso ai lavoratori non ha problemi a moltiplicare i propri compensi. Mentre milioni di italiani faticano ad arrivare a fine mese, il presidente del Cnel – nominato dal governo Meloni – trova il tempo e il modo di ritoccarsi lo stipendio e quello dei dirigenti. È uno schiaffo a chi lavora, una vergogna istituzionale", ha scritto il deputato di Alleanza verdi e sinistra e co-portavoce di Europa verde. "È questa la loro idea di giustizia sociale: stipendi d'oro per chi è già garantito, precarietà e povertà per chi lavora davvero. Ecco la destra al governo: no ai 9 euro l'ora e sì a 300mila euro l'anno".

"Da non credere: Renato Brunetta si è aumentato lo stipendio al Cnel di cui è presidente, da 250mila a 310mila euro all'anno. E con lui tutti i suoi dirigenti, facendo raddoppiare la spesa per le retribuzioni del Consiglio Nazionale dell’Economia e del lavoro", ha commentato su Facebook Nicola Fratoianni di Avs. "Ed è proprio lo stesso Brunetta che si è duramente opposto al salario minimo di 9 euro lordi l'ora. Sono davvero senza vergogna alcuna. Insomma, grandi aumenti per se stessi e briciole per gli altri quando si tratta di rinnovare i contratti e adeguarli al costo della vita, come si vede dal contratto di questi giorni dei lavoratori della scuola. Avida, predatoria e senza vergogna: questa è la destra al governo del Paese".

"Il Cnel ha deliberato un aumento di 1.5 milioni per i vertici e di 200.000 euro per lo staff, come riporta Il Domani. Giorgia Meloni non trova i soldi per aumentare gli stipendi al ceto medio ma li trova per aumentare il poltronificio di Brunetta, ha scritto Matteo Renzi in una nota.

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