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Manovra 2026

Bonus Giorgetti 2026, chi può avere uno stipendio più alto se rimanda la pensione e quando conviene

La manovra 2026 ha confermato il cosiddetto bonus Giorgetti, che permette di ricevere una busta paga più ricca se si rinuncia alla pensione anticipata e, invece, si resta al lavoro. L’aumento di stipendio vale circa il 9%, ma porta a un assegno pensionistico più basso: la decisione va presa con attenzione.
A cura di Luca Pons
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Invece di andare in pensione in anticipo, si potrà scegliere di continuare a lavorare. La ricompensa: uno stipendio più alto, con un aumento netto non sottoposto alle tasse, grazie alla quota di contributi che andrà al lavoratore invece che all'Inps. La misura è il cosiddetto bonus Giorgetti, detto inizialmente bonus Maroni, e il governo Meloni l'ha confermata con la legge di bilancio 2026 anche per l'anno prossimo, nel testo che ora è in lavorazione al Parlamento. Si tratta di uno dei pochi interventi sulle pensioni, considerando che per il resto la manovra contiene più che altro brutte notizie per i pensionati e per chi è prossimo a lasciare il lavoro. Ecco come funziona.

Chi può richiedere il bonus Giorgetti per la pensione nel 2026: i requisiti

L'idea alla base del bonus Giorgetti è questa: chi arriva ai requisiti per la pensione anticipata potrebbe lasciare il lavoro anche prima dei 67 anni; ma se decide di non farlo, lo Stato ci guadagna perché risparmia sulla spesa pensionistica; quindi, ecco l'incentivo. Tenersi in busta paga i contributi che normalmente sarebbe stati versati all'Inps, per avere uno stipendio più alto nell'ultima parte della carriera.

Il requisito fondamentale per richiedere il bonus Giorgetti, dunque, è raggiungere i 42 anni e 10 mesi di contributi, o 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne, nel corso del 2026. Oppure i requisiti per un altro tipo di pensione anticipata flessibile, per le categorie che ne hanno diritto.

Sono coinvolti tutti i lavoratori dipendenti, che siano pubblici oppure privati, iscritti all'Assicurazione generale obbligatoria, oppure ad altre forme sostitutive o esclusive. Esclusi coloro che prendono già una pensione (a meno che sia di invalidità) e chi ha già fatto domanda per un trattamento previdenziale.

I requisiti di contributi sono quelli già citati, e resteranno gli stessi fino al 2027, quando per decisione del governo Meloni aumenteranno di un mese (poi di altri due mesi nel 2028). In ogni caso, per il momento il bonus Giorgetti è esteso solamente fino a fine 2026.

Quanto si guadagna in busta paga con il bonus

È facile stimare di quanto aumenta lo stipendio per chi fa domanda all'Inps e approfitta del bonus Giorgetti. La quota di contributi a carico del lavoratore vale circa il 9,19% dello stipendio lordo (lordo, non netto, quindi più alto di quello che ci si ritrova solitamente in busta paga) per i privati, e circa l'8,8% o 8,9% per i dipendenti pubblici. Pensando a uno stipendio da 2mila euro lordi al mese, si parla di circa 183,80 euro in più al mese per un privato e circa 177 euro in più per un dipendente pubblico.

Questa somma, abitualmente, viene versata ogni mese all'Inps come contributo previdenziale. Ovvero, va ad aumentare la quota di contributi che poi serviranno per calcolare l'assegno pensionistico. Utilizzando il bonus, si può restare al lavoro e smettere di versare quei contributi.

L'importo, quindi il 9,19% (0 8,,9%) dello stipendio lordo, sarà inserito tutto nella busta paga. Si tratta di un aumento netto, che non conta come reddito e quindi non viene tassato. Questa novità è stata introdotta nel 2024, e ha portato a un aumento delle domande lo scorso anno.

A chi conviene usare il bonus Giorgetti per uno stipendio più alto

La decisione di usare il bonus Giorgetti va valutata con attenzione. Da una parte, la misura permette di avere uno stipendio più alto fino a quando non si raggiunge il requisito della pensione di vecchiaia, ovvero i 67 anni di età. Dall'altra, però, significa anche che l'assegno pensionistico risulta più basso di quanto avrebbe potuto essere.

Infatti, quel 9,19% in più in busta paga è tolto direttamente ai contributi Inps, come spiegato. Il versamento dei contributi non si ferma del tutto, per il dipendente che usa il bonus: l'azienda continua a versare il 23,81% dei contributi che è a suo carico. Dunque, la pensione continua a crescere. Ma lo fa più lentamente.

Insomma, anche senza tenere in conto la questione del lasciare o meno il lavoro in anticipo, c'è da tenere a mente questa differenza: chi decide di lavorare fino a 67 anni con il bonus Giorgetti, avrà una busta paga visibilmente più alta per qualche anno, e poi si ritroverà con una pensione leggermente più bassa; chi lavora fino a 67 anni senza usarlo, invece, avrà uno stipendio minore ma continuerà a mettere da parte più contributi.

La previsione del governo è che la platea sarà comunque piuttosto ristretta. Ci si aspetta che siano circa 6.700 le persone che useranno effettivamente il bonus Giorgetti.

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