Bar e ristoranti non potranno più avere i dehors allargati senza regole: arriva il decreto

Per bar, pizzerie e ristoranti finirà presto il periodo dei dehors ampliati durante la pandemia, anche se non è detto che dovranno tornare a ridurre gli spazi all'aperto. Il governo Meloni, infatti, sta lavorando su un decreto da approvare già nelle prossime settimane in Consiglio dei ministri. Dal 2026 dovrebbero entrare in vigore dei criteri precisi: non si continuerà con i dehors ‘selvaggi', ma non si tornerà nemmeno alla situazione di prima.
Dovrebbe diventare meno importante il permesso della Sovrintendenza, che servirà solo in casi specifici, e i Comuni dovrebbero ottenere più potere di decisione. Le nuove regole, però, potrebbero riguardare solo bar, pizzerie e ristoranti, mentre locali come le gelaterie potrebbero essere penalizzati e tornare alle norme pre-Covid, più stringenti.
Procedure più rapide e più potere ai Comuni, ma non è detto che i dehors si restringano
Stando alle ricostruzioni, con il nuovo decreto si semplificheranno le procedure per fare domanda per un dehors. L'autorizzazione della Sovrintendenza servirà solamente in casi specifici: bisognerà passare dal ministero della Cultura solo se la zona in cui si vogliono mettere i tavolini è nelle immediate vicinanze di alcuni beni culturali, come chiese o monumenti che sono particolarmente significativi per la città. Sarà il ministero stesso a stilare una lista di questi beni.
Per tutti gli altri, invece, si dovrebbero seguire le normali norme per l'occupazione del suolo pubblico: domanda in Comune e pagamento del canone. Per velocizzare i tempi dovrebbe valere la regola del silenzio-assenso, per cui se il Comune non risponde alla richiesta il dehors è approvato.
Le amministrazioni comunali potranno anche decidere di snellire ulteriormente la pratica. Accordandosi con le Sovrintendenze, sarà possibile stabilire alcune regole e criteri che, se rispettati, daranno l'autorizzazione automatica a piazzare il dehors. In sostanza, chi rientra in questi requisiti non dovrebbe nemmeno fare richiesta.
Un punto che potrebbe sollevare proteste è quello dei locali che potranno utilizzare le nuove regole e quelli che invece saranno esclusi. Per il momento si parlerebbe di pubblici esercizi con somministrazione, ovvero quei negozi che fanno servizio al tavolo con dei camerieri: bar, ristoranti, pizzerie. Ma per gli altri esercizi commerciali che hanno degli spazi all'esterno il rischio sarebbe di tornare alle regole, più macchinose, che erano in vigore prima della pandemia. Tra i penalizzati, ad esempio, ci sarebbero le gelaterie e i fiorai. Resta da vedere se le cose cambieranno mentre si aggiustano gli ultimi dettagli del decreto.
Perché oggi i dehors sono allargati: il ‘liberi tutti' del Covid
In passato, la posizione del governo è stata piuttosto favorevole ai dehors allargati. "Stiamo elaborando un provvedimento per rendere strutturali i tavolini all’aperto, così che siano anche un elemento di decoro urbano", aveva detto a maggio 2024 il ministro delle Imprese Adolfo Urso. Dall'altra parta, invece, i Comuni – specialmente i più grandi – hanno lamentato diverse volte la mancanza di regole.
Era stata la pandemia da Covid-19, nel 2020, a portare il governo ad allentare le norme sui tavolini all'aperto. Il virus obbligava a mantenere le distanze, e per venire incontro alle esigenze dei commercianti il governo aveva deciso di sospendere le regole che fino a quel momento avevano normato i dehors. Nel giro di pochi mesi, moltissime città in Italia si erano riempite di tavolini all'aperto.
L'anno scorso, il governo ha prorogato ancora una volta la situazione attuale fino a fine 2025. Nel frattempo, con la legge sulla concorrenza approvata a dicembre 2024, il Parlamento ha delegato l'esecutivo a stabilire delle nuove regole per i dehors.
Il decreto adesso è in lavorazione, secondo diverse ricostruzioni di stampa mancherebbero solo i dettagli. Dovrebbe arrivare al Consiglio dei ministri nelle prossime settimane, forse già ad ottobre. Dopo l'approvazione, comunque, non avrà effetto immediato. Passerà al Parlamento per la conferma, e comunque anche dopo l'entrata in vigore ci sarà un periodo di transizione, in cui i locali potranno adattarsi alle nuove norme.