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Bankitalia denuncia: “Ai dirigenti pubblici 800 milioni in premi di produttività”

Obiettivi facili da raggiungere e lauti premi ai più anziani: per ogni anno di età, i dirigenti pubblici hanno diritto al 6% rispetto a un collega più giovane, indipendentemente dall’effettivo livello di produttività raggiunto.
A cura di Charlotte Matteini
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stipendi dirigenti e operai

Basta partecipare a un numero di riunioni prestabilito per ricevere il premio di produttività previsto per il dirigente pubblico che lavora nei Beni culturali. I vigili urbani di Roma, invece, altro esempio, hanno diritto a un premio di produttività per aver vigilato "su specifici itinerari e incroci stradali" per agevolarne la mobilità. E poi, ancora: i dirigenti pubblici del Ministero del lavoro, per ottenere il tanto agognato premio di produttività, dovranno semplicemente scrivere almeno un tot di relazioni all'anno, mentre a quelli del dicastero dell'Economia basterà "trasmettere entro 5 giorni le delibere del consiglio della giustizia tributaria alla direzione". Risultati concreti? Obiettivi da raggiungere? Non è dato sapere se ce ne siano, a quanto pare però nel settore pubblico, la produttività è legata al raggiungimento di traguardi che nel settore privato non sarebbero considerati tali, ma anzi facenti parte della normale attività lavorativa.

dirigenti pubblici bankitalia

I metodi impiegati dalla Pubblica amministrazione per erogare i premi di produttività ai propri dirigenti si evincono leggendo i cosiddetti "piani di performance", ovvero dei documenti in cui vengono resi noti gli obiettivi che i dipendenti di ciascun amministrazione sono tenuti a raggiungere per avere accesso al tanto agognato premio di produttività, obiettivi che grazie a una delle ultime riforme la Pa è tenuta a rendere pubblici e pubblicarli online e proprio grazie a questa imposizione di trasparenza, i cittadini hanno avuto finalmente modo di scoprire quanto siano astratti e semplicistici gli obiettivi che le varie dirigenze hanno individuato, obiettivi che – come rilevato in precedenza – nel settore privato vengono considerati a tutti gli effetti facenti parte delle mansioni professionali ordinarie. Gli obiettivi sono talmente facili da raggiungere che i premi di produttività, guarda caso, vengono erogati a tutti i dirigenti, per una cifra pari a 800 milioni di euro annui divisi per 48mila, ovvero il numero di dirigenti pubblici che ne ha diritto.

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A svelare le cifre relative ai premi di produttività è stato un rapporto diramato da Banca d'Italia. Secondo il documento di analisi curato da Roberta Occhilupo e Lucia Rizzica, i redditi di risultato vengono associati a un'ampia quota della retribuzione dei dirigenti pubbici: il 9% nei ministeriali di prima fascia, il 12 in quelli di seconda e il 16 in quelli delle Regioni a statuto ordinario. Al ministero del Tesoro, per esempio, i dirigenti di seconda fascia ricevono 6.900 euro, mentre alla Salute 11 manager di prima fascia su 12 prendono 32 mila euro di premio. Inoltre, si evince dal rapporto, non solo gli obiettivi posti sono facili da raggiungere, ma i premi crescono al crescere dell'anzianità del dirigente. Non all'aumentare delle competenze o dell'esperienza, ma in funzione della sola età anagrafica. "Ogni anno di età in più determina un aumento del premio del 6%", denuncia Bankitalia.

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Sin dai primi anni '90, i governi che si sono succeduti hanno provato a mettere mano alla legislazione relativa ai premi di produttività, senza però mai riuscire a cambiare quello che era diventato ormai un sistema consolidato. Nell'ultimo anno, il governo e il ministro Madia hanno provato a metterci mano, riformando alcuni strumenti che serviranno a valutare l'operato di ciascuna amministrazione, valutazioni che verranno compilate dagli Oiv, "Organismi indipendenti di valutazione", istituiti dall'ex ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta e resi autonomi e indipendenti da Madia.

Una riforma, come abbiamo già detto, tentata da numerosi governi e sempre miseramente fallita a causa di numerosi ostacoli e interessi corporativi. Questa volta, però, Madia aggiungerà il tassello mancante al piano di riforma, ovvero sarà lo stesso governo a stabilire gli obiettivi che i dirigenti saranno tenuti a raggiungere e che verranno valutati dai nuovi organismi di controllo indipendenti, ponendo così fine ai facili traguardi troppo facili da raggiungere: "La prima cosa che faremo è indicare obiettivi chiari ai dirigenti. Si chiameranno ‘obiettivi della Repubblica'. Chi fallisce vedrà cancellato il suo premio. E in casi gravi rischierà il posto".

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