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Autovelox, parte il censimento di tutti i dispositivi: cosa cambia per multe e ricorsi

Al via il censimento nazionale degli autovelox. Il Mit ha pubblicato il decreto che incarica i Comuni di inviare, entro il 30 novembre, i dati sugli apparecchi sul territorio. Dal 1° dicembre quindi, i dispositivi non censiti andranno disattivati e le multe comminate dopo quella data potranno essere annullate per chi deciderà di fare ricorso.
A cura di Giulia Casula
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Immagine di repertorio
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Prende il via ufficialmente il censimento nazionale di tutti gli autovelox presenti sulle strade italiane. Il Ministero delle Infrastrutture ha pubblicato il decreto che incarica i Comuni di trasmettere, entro il 30 novembre, i dati sui i dispositivi usati per rilevare la velocità. Gli enti avranno circa due mesi di tempo per provvedere: chi non lo farà non potrà utilizzare gli apparecchi e dunque, comminare multe nei confronti degli automobilisti che superano i limiti di velocità. I cittadini multati potranno fare ricorso ed eventualmente, ottenere l'annullamento della sanzione.

Scatta il censimento degli autovelox: la nuova piattaforma del Mit

Per il censimento degli autovelox è stata attivata la piattaforma telematica del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti prevista dal decreto n. 305 del 18 agosto 2025. Se vorranno continuare ad utilizzare i dispostitivi, i Comuni dovranno inserire sul portale i loro dati: nome, matricola, estremi del decreto di approvazione del Mit o di estensione, codice catastale, tipologia, numero di matricola, dove sono collocati eccetera). Quest'operazione, che permetterà di avere un quadro di tutti i rilevatori presenti sul territorio nazionale, andrà completata tassativamente entro il 30 novembre. "Ogni variazione o modifica rispetto ai dati inseriti – si legge sul sito del ministero – deve essere immediatamente comunicata I dati inseriti dalle amministrazioni saranno pubblicate sul portale istituzionale del Mit per poterne garantire la libera consultazione".

Cosa succede se si viene multati con autovelox non censiti

Ci saranno quindi sessanta giorni di tempo per trasmettere i dati. Ciò significa che, a partire dal 1° dicembre, i Comuni che non l'avranno fatto dovranno disattivare i dispositivi, che non potranno più essere utilizzati. "L'inserimento dei dati relativi a ciascun dispositivo o sistema è la condizione necessaria per il legittimo utilizzo degli autovelox", chiarisce il ministero. Di conseguenza, dopo il 30 novembre, le multe per eccesso di velocità rilevato da autovelox non censiti saranno da considerarsi illegittime in quanto comminate sulla base di dispositivi "abusivi". Aspetto che apre la strada a possibili ricorsi da parte degli automobilisti sanzionati che potranno richiedere l'annullamento.

Il problema dell'omologazione

La nuova piattaforma per il censimento degli autovelox tuttavia non risolve il problema dell'omologazione. Come abbiamo ricordato più volte, nel 2024 la Corte di Cassazione aveva sancito che non fossero legittime le multe inflitte tramite dispositivi approvati ma non omologati, dando il via a una valanga di ricorsi. La questione ruota attorno alla distinzione tra omologazione e approvazione, due procedure differenti (una più formale, l'altra più tecnica) ma entrambe necessarie perché il dispositivo possa essere ritenuto valido. Finora, in Italia, gli apparecchi risultano solamente approvati e quindi andrebbero disinstallati, perché illegittimi secondo i giudici. Ma in assenza di un intervento legislativo che faccia chiarezza, la soluzione a un problema che da anni mette in difficoltà automobilisti, Comunali e tribunali sembra ben lontana dall'essere trovata.

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