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Auto blu per comprare fiori: chiesto il processo per presidente Ars Galvagno (Fdi), accusato di corruzione

Richiesta di rinvio a giudizio per il presidente dell’Ars Gaetano Galvagno (FdI) da parte della procura di Palermo. Tra le ipotesi di reato quelle di corruzione e peculato. L’udienza preliminare è prevista per il 21 gennaio.
A cura di Annalisa Cangemi
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La procura di Palermo, guidata da Maurizio de Lucia, ha notificato al gip del tribunale la richiesta di rinvio a giudizio per il presidente dell'Assemblea regionale siciliana Gaetano Galvagno, di Fratelli d'Italia, accusato di corruzione, peculato, truffa e falso ideologico.

Oltre a Galvagno la procura chiede il processo per altri cinque fra burocrati e imprenditori. Gli altri destinatari della richiesta di rinvio a giudizio sono l'ex portavoce di Galvagno, Sabrina De Capitani, e l'imprenditrice Marcella Cannariato,  moglie di Tommaso Dragotto, il patron di "Sicily by car". Stessa richiesta per Marianna Amato e Alessandro Alessi, organizzatori di eventi, pure loro ritenuti parte della ristretta cerchia di fedelissimi di Galvagno. Indagato anche l'autista del presidente dell'Ars, Roberto Marino.

L'udienza preliminare inizierà il 21 gennaio davanti alla gip Giuseppa Zampino. I sostituti procuratori Andrea Fusco e Felice De Benedittis contestano episodi di corruzione legati ai finanziamenti direttamente erogati dall'ufficio di presidenza dell'Ars. Un secondo filone riguarda l'uso dell'auto blu.

La notifica è stata fatta pochi istanti prima dell'inizio della seduta dell'Ars, che proprio oggi deve discutere e poi votare la sfiducia proposta dalle opposizioni al presidente della Regione siciliana, Renato Schifani, a causa dell'inchiesta giudiziaria che ha travolto un suo alleato, la Nuova Dc di Totò Cuffaro, partito che sostiene la giunta di centrodestra. Il governatore della Regione è presente in Aula. Nonostante la richiesta di rinvio a giudizio a suo carico, l'esponente di Fdi non ha comunque rinunciato a sedere sullo scranno più alto di Sala d'Ercole.

Di cosa è accusato l'esponente di Fratelli d'Italia Gaetano Galvagno

Le ipotesi di corruzione contestate al presidente dell'Ars Gaetano Galvagno riguardano i finanziamenti delle iniziative portate avanti dalla Cannariato, moglie – oggi separata – dell'imprenditore titolare della Sicily by Car, Tommaso Dragotto. Per l'organizzazione degli eventi, tra cui il Magico Natale del 2023, con la mediazione della De Capitani di Vimercate, l'Ars avrebbe stanziato ed erogato fondi in cambio di una serie di favori fatti da Marcella Cannariato a entrambi, il presidente e la portavoce.

Marianna Amato e Alessandro Alessi avrebbero fatto anche loro da mediatori, l'autista Roberto Marino avrebbe avuto un proprio tornaconto personale da una serie di truffe ed episodi di peculato, portati avanti con l'auto blu di servizio messa a disposizione di Galvagno. Rispetto all'avviso di conclusione delle indagini preliminari, notificato il mese scorso, sono state stralciate le posizioni di Sebastiano "Nuccio" La Ferlita, manager dello spettacolo, e di Giuseppe Cinquemani, collaboratore del presidente dell'Ars.

Nelle carte dell'inchiesta, e in particolare in riferimento all'accusa di ‘peculato', nell'avviso di conclusione delle indagini con la richiesta di rinvio a giudizio, si legge che il presidente dell'Ars, in qualità di pubblico ufficiale, utilizzava l'auto si servizio che gli era stata assegnata per le esigenze di rappresentanza e di servizio "effettuando quotidianamente spostamenti per scopi personali propri, dell'autista Marino e dei membri del Gabinetto e della Segreteria, ovvero disponendo che venissero trasportati soggetti non autorizzati per finalità extraistituzionali". Nei documenti della Procura sono elencate tutte le finalità degli spostamenti effettuati da Galvagno con l'auto di servizio, come l'acquisto di fiori, shopping, acquisti in farmacia, di cibo o bevande, visite mediche dell'autista.

A proposito dei reati di corruzione, nelle carte si legge che Galvagno e la sua stretta collaboratrice e portavoce De Capitani di Vimercate "indebitamente di facevano promettere da Cannariato Caterina una serie di utilità per sé e per altri soggetti, in relazione all'esercizio delle proprie funzioni pubblicistiche che sistematicamente sviavano e sottomettevano agli interessi privatistici della Cannariato e degli enti alla stessa riconducibili. In particolare, il Galvagno, con il contributo della De Capitani, si attivava in favore della Cannariato per l'erogazione dei seguenti stanziamenti nei confronti della Fondazione Marisa Bellisario (di cui la Cannariato era rappresentante per la Sicilia) e della Fondazione Tommaso Dragotto (di cui la Cannariato era Vicepresidente):

  • il pagamento di un ‘apericena' da parte della presidenza dell'Ars, del costo di 11.000 euro, in occasione dell'evento ‘Donna, Economia e Potere, svoltosi a Palermo il 6-10-2023, realizzato dalla Fondazione Marisa Bellisario.
  • un contributo di 15.000 euro da parte della presidenza dell'Ars, ed un contributo di 12.200 euro da parte della Fondazione Federico II, entrambi in favore della Fondazione Tommaso Dragotto, in relazione all'evento denominato ‘La Sicilia per le donne' svoltosi a Palermo e Catania il 25 novembre 2023;
  • un contributo di 100.000 euro che si adoperava per far inserire nella Legge regionale n. 25/2023, approvata dall'Ars in data 21-11-2023 durante una seduta presieduta dal medesimo Galvagno, in favore della Fondazione Tommaso Dragotto, destinato allo svolgimento dell'evento ‘Un Magico Natale' edizione 2023;
  • un contributo di 98.000 euro che si adoperava per far inserire nella Legge regionale n. 25/2024, approvata dall'Ars in data 16-08-2024 durante una seduta presieduta dal medesimo Galvagno, in favore della Fondazione  Tommaso Dragotto, destinato allo svolgimento dell'evento ‘Un Magico Natale' edizione 2024″.

In cambio Galvagno e De Capitani ricevevano diverse utilità, dalla promessa di una consulenza legale per la cugina dello stesso esponente Fdi, o del conferimento di incarichi a persone a loro vicine, facenti parte del cerchio magico di Galvagno, come un incarico per Marianna Amato, da parte della Fondazione Tommaso Dragotto, per l'organizzazione "La Sicilia per le donne".

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