Global Sumud Flotilla

Attivisti della Flotilla detenuti, maltrattati e isolati, il ministro Ben Gvir li minaccia: “In carcere per mesi”

Il ministro israeliano Ben Gvir chiede che gli attivisti della Global Sumud Flotilla restino “mesi in carcere” invece di essere espulsi. Intanto l’Onu Adalah ha dichiarato che gli attivisti arrestati illegalmente sono stati costretti per ore in ginocchio con le mani legate e privati di acqua, farmaci e assistenza legale.
A cura di Francesca Moriero
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Dopo lintercettazione e il sequestro illegale della Global Sumud Flotilla in acque internazionali e il trasferimento forzato degli equipaggi al porto di Ashdod, il ministro della Sicurezza nazionale israeliano Itamar Ben Gvir si è recato nella struttura dove sono trattenuti gli attivisti e le attiviste. Nel corso della visita, ripresa e diffusa sui social, il ministro li ha accusati di essere terroristi, di sostenere il terrorismo e di "non trasportare alcun aiuto umanitario" a bordo. In un successivo messaggio su X (ex Twitter) ha poi dichiarato: "Gli attivisti sono qui trattenuti come terroristi, con la tuta dei terroristi. Penso che debbano essere tenuti per alcuni mesi in una prigione israeliana, in modo che si abituino all’odore dell’ala terroristica". Ha poi criticato il primo ministro Benjamin Netanyahu, ritenendo che l'espulsione immediata sia "un errore" perché "questo li spingerà a tornare ancora e ancora e ancora".

Attivisti della Flotilla inginocchiati per ore, senza acqua né cibo

Secondo le ricostruzioni fornite dagli avvocati della Ong Adalah, l'arrivo di Ben Gvir è avvenuto mentre gli attivisti erano già sottoposti a condizioni restrittive illegali: "Dopo il loro rapimento illegale in acque internazionali, sono stati costretti a inginocchiarsi con le mani legate dietro la schiena con delle fascette ai polsi per almeno cinque ore, dopo che alcuni di loro avevano intonato canti a favore della liberazione della Palestina" afferma la ong. "Durante le visite degli avvocati, il ministro della Sicurezza nazionale israeliano Ben-Gvir è arrivato con l’evidente intento di umiliarli e intimidirli. I partecipanti alla flottiglia sono stati filmati e sfruttati in una dimostrazione degradante di controllo", si legge ancora nella nota, che sottolinea come "questa umiliazione sia avvenuta parallelamente alla campagna diffamatoria condotta dai funzionari israeliani, che hanno falsamente etichettato i membri della flottiglia come ‘terroristi’".

Le denunce riguarderebbero anche le condizioni materiali di detenzione: "I diritti dei partecipanti sono stati sistematicamente violati" denuncia ancora Adalah, riferendo che gli attivisti sono stati privati di acqua, servizi igienici, farmaci e dell’accesso immediato ai propri legali, "violando i loro diritti fondamentali a un processo equo, a un giudizio imparziale e alla rappresentanza legale". Anche il team legale italiano conferma che i fermati sono rimasti "per ore senza né cibo né acqua. Fino alla serata di ieri", con l’unica eccezione "di un pacco di patatine dato a Greta e mostrato alle telecamere". I legali parlano anche di abusi verbali e anche fisici: dal bombardamento con gli idranti al fatto che siano stati fatti salire sulle navi con i fucili puntati. Nel complesso, secondo il conteggio di Adalah, sono 473 i membri degli equipaggi arrestati illegalmente in acque internazionali e trasferiti in Israele. La maggior parte è stata portata nella prigione di Saharonim, vicino a Ketsiot: "Diversi, tra cui il nostro vicepresidente Alexis Deswaef, si sono rifiutati di firmare documenti che riconoscevano falsamente un ‘ingresso illegale’ in territorio israeliano e hanno iniziato uno sciopero della fame. È prevista un’udienza presso la prigione" fa sapere intanto l'International Federation for Human Rights, che lavora insieme ad Adalah.

"Interrogati e perquisiti, celle nelle camionette"

"Provo una grande rabbia. Siamo stati fermati in acque internazionali, sostanzialmente rapiti, e non c'è giustificazione. Ci hanno prelevato dalle barche e ci hanno portato al porto di Ashdod, dove ci hanno interrogato e perquisito. Poi, tutti gli altri attivisti sono stati portati al centro di detenzione mentre noi parlamentari siamo stati separati da loro, condotti alla stazione di polizia in camionette diverse, sempre dotate di celle. Qui le condizioni erano molto problematiche, tra chi non aveva l'acqua, chi non poteva andare in bagno", ha raccontato così all'Ansa l'eurodeputata di Alleanza Verdi e Sinistra (Avs), Benedetta Scuderi, rientrata a Roma dopo l'espulsione da Israele.

"Tutti avevano un unico obiettivo, quello che la politica non vuole vedere. Mi sono imbarcato con queste persone per aggiungere una cosa in più, per dare una immunità col mio ruolo, una protezione. Ma non c'è stata. Siamo stati attaccati con droni due volte. Poi le nostre barche sono state fermate, siamo stati deportati da acque internazionali in Israele, e siamo stati rinchiusi in un hub come criminali. Sono stato schedato e messo in circuiti di controllo, come tutti gli altri" a dirlo il senatore del M5S Marco Croatti, dopo essere stato espulso da Israele. "Ho avuto tanta paura, – ha aggiunto – in tante occasioni. Anche l'altra sera, quando sono arrivate le imbarcazioni. Ma non ci possiamo girare dall'altra parte. Le persone che scendono in piazza sono importanti come quelle delle imbarcazioni", ha concluso.

"Ben Gvir indecente, rimpatriare subito attivisti e attiviste"

La gestione della vicenda ha immediatamente suscitato reazioni in Italia: Nicola Fratoianni (Avs) ha definito "indecente" il comportamento del ministro israeliano e ha chiesto il rimpatrio immediato degli attivisti e delle attiviste, mentre il senatore Pd Filippo Sensi ha parlato di "osceno spettacolo" e di "un insulto ai diritti umani e uno schiaffo all’Italia", chiedendo al governo di «convocare l’ambasciatore e rimpatriare i nostri cittadini".
Nessun commento, ancora, dal Governo.

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