282 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Atti di nascita impugnati a Padova, il sindaco a Fanpage: “Come possiamo fare distinzioni tra bimbi?”

Il sindaco di Padova, Sergio Giordani, commenta con Fanpage.it la scelta della Procura di impugnare gli atti di nascita di 33 bambini, figli da due mamme: “Non posso fare distinzioni tra bambini. La magistratura è giusto che faccia il suo lavoro, per carità, ma io non me la sento di dividere i bambini in serie A e serie B”.
A cura di Elia Cavarzan
282 CONDIVISIONI
Sergio Giordani sindaco di Padova
Sergio Giordani sindaco di Padova

"Ho deciso in coscienza. Dal 2017 ho registrato 33 bambini nati da due mamme. Quando entrano nel mio ufficio, mamme con i loro bambini, come faccio a dire se questo è un bambino di serie A o di serie B? A dire che questo ha diritto e questo non ha diritto? Faccio fatica a capire queste cose". Il sindaco di Padova, Sergio Giordani, rispondendo ai microfoni di Fanpage.it, commenta così quanto accaduto nella sua città, dove la Procura ha deciso di impugnare 33 atti di nascita di bambini nati da due madri.

"Non c'è nessuna battaglia politica, non c'è nessun partito che mi ha chiesto di farlo, solo la mia coscienza con la mia responsabilità", specifica il primo cittadino della città patavina. Per poi ribadire: "Non posso fare distinzioni tra bambini. Con me questo non succede, punto", sentenzia lapidario Sergio Giordani.

Una scelta di buon senso, una scelta mossa da coscienza, spiega Giordani. Che continua: "Ci sono tantissime altre città italiane che lo fanno: piccole, grandi, di centro destre di centro sinistra, come me, non sono l'unico. La magistratura è giusto che faccia il suo lavoro, per carità, ma io non me la sento di dividere i bambini in serie A e serie B".

E conclude: "Non è una battaglia politica. È un vuoto normativo che spero questo parlamento risolva, mi rendo conto che è difficile. Queste famiglie sono angosciate, qualcuno di loro ha problemi di salute. Vogliamo creare orfani? Non penso neanche alle conseguenze possibili. Nel mio comune so soltanto che non accadrà, no. Spero che la situazione si risolva".

Il primo caso risale all'agosto del 2017. Si tratta di una bambina che dovrebbe compiere a breve sei anni. Per la Procura le andrebbe tolto il cognome della seconda madre e dovrebbe mantenere solo quello della donna che l'ha partorita. Dovrebbe avere, insomma, un solo genitore a livello legale. In tal modo, però, si andrebbe a escludere l'altra madre da una serie di attività come la firma per approvare le attività scolastiche o la facoltà di prendere una decisione in ambito medico. Senza contare che se la madre biologica dovesse morire, all'altra non verrebbe automaticamente riconosciuto l'affidamento del figlio o della figlia.

282 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views