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Ascani a Fanpage: “Ultimo giorno di scuola si può fare all’aperto, in sicurezza”

In un’intervista a Fanpage.it la viceministra Anna Ascani replica al Comitato tecnico-scientifico, che oggi ha bocciato la sua proposta di regalare un ultimo giorno in classe per gli studenti, dopo tre mesi di didattica a distanza: “Ci sono già tante attività, sia all’aperto sia al chiuso, che sono state autorizzate e sono già ripartite. Ribadisco che garantendo le condizioni di sicurezza non c’è nessun valido motivo per vietare l’ultimo giorno di scuola, se organizzato in uno spazio aperto.
A cura di Annalisa Cangemi
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Il Comitato tecnico-scientifico ha detto no all'ipotesi che gli studenti possano rivedersi in classe prima del suono finale della campanella, prima di concludere l'anno scolastico. Troppi i rischi di possibili contagi e gli esperti del Cts dicono che "non ci sono le condizioni per garantire che eventuali incontri si svolgano in totale sicurezza".

La proposta era stata avanzata dalla viceministra dell'Istruzione Anna Ascani, che nei giorni scorsi aveva sottolineato l'importanza di lasciare a bambini e ragazzi, soprattutto quelli che chiudono un ciclo, la possibilità di incontrarsi e di salutare i propri insegnanti. Un momento dall'alto valore simbolico che potrebbe ancora essere organizzato. Basta procedere con buonsenso: "In un primo momento il Comitato tecnico scientifico aveva detto no anche ai centri estivi. Poi si sono trovate le condizioni per organizzarli in sicurezza. Dobbiamo fare lo stesso per l'ultimo giorno di scuola", ha detto Ascani in un'intervista a Fanpage.it.

Si aspettava questa bocciatura da parte del Cts?

In realtà non mi aspettavo che il Comitato tecnico-scientifico rispondesse oggi, perché non ho inviato il quesito sul tema, né l'avrei inviato facendo riferimento ad un ultimo giorno di scuola in classe. Quando ho avanzato durante un'intervista la proposta parlavo della possibilità di permettere a ragazzi e docenti di rivedersi anche all'aperto. Ma questo non cambia la nostra tabella di marcia, visto che è già successo altre volte che il Comitato abbia detto in un primo momento di no e poi, dopo aver valutato attentamente le norme di sicurezza, come accaduto con i centri estivi, abbia rivisto la sua posizione iniziale.

Gli esperti all'unanimità hanno deliberato l'impossibilita di concludere l'anno scolastico in aula perché dicono che sarebbe difficile gestire il distanziamento sociale tra i giovani, in un periodo in cui il virus sta ancora circolando. Quali potrebbero essere delle modalità alternative di incontro?

I luoghi a cui pensiamo sono gli spazi aperti, il cortile della scuola, un parco, una piazza, dove è possibile prevedere il distanziamento di almeno un metro. Il ministero dell'Istruzione avrebbe formulato un'ipotesi di questo tipo. Io capisco la posizione del Comitato tecnico-scientifico perché si riferisce alle classi così come sono ora. Con la concentrazione di studenti per classe che abbiamo adesso sarebbe effettivamente difficile garantire la distanza di sicurezza tra i ragazzi. Questo purtroppo lo sappiamo bene, perché stiamo lavorando giorno e notte per la riapertura a settembre e sappiamo che dovremo moltiplicare gli spazi. Ma è diverso se parliamo della possibilità di vivere l'ultimo giorno di scuola all'aperto.

Avete già avviato interlocuzioni con i sindaci per pensare a possibili soluzioni?

Sono tanti i sindaci che ci appoggiano, sostenendo l'importanza di proporre un momento di commiato per gli studenti. Si sono fatti avanti il sindaco di Firenze Dario Nardella, il presidente dell'Unione delle Province d'Italia Michele de Pascale, che è sindaco di Ravenna. La sindaca di San Lazzaro (in provincia di Bologna ndr), Isabella Conti, addirittura ha già organizzato un evento al parco per la chiusura dell'anno scolastico. Come vede le possibilità ci sono. Ma ci tengo a sottolineare che nessuno vuole scaricare la responsabilità sui sindaci, perché sarebbe un errore. Noi vogliamo ci sia la possibilità di stabilire una giornata di chiusura, ovviamente su base facoltativa e garantendo la sicurezza. Non ci sarà alcun obbligo di tornare a scuola, voglio dirlo chiaramente. Semplicemente stiamo rispondendo a sollecitazioni che arrivano da molti studenti, genitori e docenti. Credo che il messaggio di oggi rischia di essere fuorviante: anche se non sarà in classe non è vietato fare qualcosa per l'ultimo giorno di scuola.

C'è stato un chiarimento con il coordinatore del Cts, Agostino Miozzo?

Io ho parlato direttamente con il professor Miozzo, gli ho sottoposto la nostra idea dell'ultimo giorno all'aperto, e lui mi ha chiesto approfondimenti, come è normale che sia. Ma non ha nulla da obiettare dal punto di vita teorico, proprio perché ci sono già tante attività, sia all'aperto sia al chiuso, che sono state autorizzate e sono già ripartite. Come per esempio le palestre e i centri sportivi. Ribadisco che garantendo le condizioni di sicurezza non c'è nessun valido motivo per vietare l'ultimo giorno di scuola, in questa forma. Credo possa essere un bel segnale. Deve esserci un accordo, tra le scuole e i gestori degli spazi. E deve esserci un protocollo che metta tutti al sicuro, anche rispetto alle responsabilità. A noi come ministero tocca stilare il protocollo.

Potrebbe esserci un nuovo pronunciamento del Cts, dopo che gli esperti avranno visionato il protocollo del Miur per questa specifica giornata?

In via informale ci siamo detti che avremmo inviato la nostra proposta grezza, in modo che il Comitato possa evidenziare eventuali elementi di criticità. Io credo non ce ne saranno perché ci siamo ispirati alle linee guida delle attività che hanno già riaperto. A quel punto valuteremo se procedere con un'audizione, o capiremo se i pronunciamenti precedenti del Cts consentono già questo un'attività di questo tipo. Può essere appunto che l'aver dato il via libera per i centri estivi permetta già l'organizzazione di una giornata che preveda lo stesso numero di persone, o anche un numero ridotto, in uno spazio aperto.

La data potrebbe essere unica in tutta Italia?

A questa domanda non possiamo ancora rispondere, perché dipende dalla sicurezza, dalla curva epidemiologica. Potrebbero esserci anche più date, per esempio se un Comune ha a disposizione spazi non troppo estesi potrebbero essere stabiliti più giorni, anche per scaglionare le presenze. Perché no. Il tema è avere un ultimo giorno, non necessariamente una data ufficiale in tutto il territorio nazionale.

I pediatri del Sispe hanno espresso delle perplessità su questa giornata, sottolineando che "la capacità di comprensione e valutazione dei rischi è strettamente legata alle diverse fasce di età". 

Io continuo a non vedere quale differenza ci sia tra un evento come questo e un centro estivo, francamente. Dal momento che ci siamo tutti convinti che è necessario consentire delle attività ludico-ricreative per l'estate non capisco il perché di queste resistenze, soprattutto per le classi che concludono un ciclo. Comprendo le preoccupazioni dei pediatri. Ma o valgono per tutte le altre attività permesse oppure tutte le difficoltà sono state superate.

Il ministro Speranza oggi ha detto che a settembre torneranno tutti a scuola, anche gli studenti degli istituti superiori. Si può già pensare di allargare a tutti la possibilità di tornare tra i banchi?

L'obiettivo è sempre stato quello. Siamo andati per gradi: abbiamo detto che in primo luogo la cosa essenziale era garantire il ritorno in presenza al 100% per primaria e secondaria di primo grado. E su questo siamo sostanzialmente pronti, adesso lavoriamo anche per far rientrare in aula i ragazzi delle superiori. L'obiettivo è quello indicato dal ministro Speranza.

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