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Nel caso te lo fossi perso, il Podcast

All’indomani del referendum nel Pd c’è chi esulta e chi brontola: il nuovo episodio di “Nel Caso Te Lo Fossi Perso”

“Nel caso te lo fossi perso” è il Podcast di Fanpage.it che ogni giorno alle 18.00 fa il punto sulla notizia più importante del momento, per farti restare sempre aggiornato. Oggi parliamo dell’aftermath del referendum all’interno del centrosinistra, soprattutto nel Pd, dove c’è chi esulta e chi invece brontola.
A cura di Redazione
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È online un nuovo episodio di "Nel caso te lo fossi perso", il Podcast daily di Fanpage.it che, dal lunedì al venerdì alle 18.00, ti racconta la notizia più importante del giorno con la nostra giornalista, Annalisa Girardi.

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Succede spesso dopo un voto, di qualsiasi tipo. Non è certo una novità, insomma, che tutti provino a cantare vittoria e portare acqua al proprio mulino. Che la destra di governo e la maggioranza lo facciano il giorno dopo il referendum, è normale, del resto hanno ottenuto quello che volevano: cioè che non venisse raggiunto il quorum e che dei quesiti sul lavoro e sulla cittadinanza non se ne facesse nulla. Ma che lo facciano i partiti di centrosinistra, dopo il flop di ieri, è un po’ meno normale. E infatti non mancano gli scontri interni.

In un’intervista a Elly Schlein pubblicata questa mattina su La Stampa, alla domanda se non fosse il caso di fare un po’ di autocritica dopo il risultato di ieri, la segretaria del Pd ha risposto così. “Al contrario, dopo questo fine settimana l’alternativa è più vicina, grazie alla straordinaria piazza per Gaza e ai 14 milioni che sono andati a votare nonostante premier e maggioranza invitassero a fare l’opposto”. Poi ha aggiunto: “Oggi la destra esulta, faccia pure: ne riparliamo alle politiche, dove non sarà l’astensionismo a salvarli”. Non solo, perchè Schlein ha continuato ad insistere sui numeri ribadendo che i 12 milioni e mezzo di elettori che hanno votato sì a questi referendum sono di più di quelli che hanno votato per la destra alle ultime elezioni politiche.

Una linea, quella della leader dem, su cui una parte del suo stesso partito non si è trovata per niente d'accordo. I riformisti – che non hanno mai nascosto i dubbi sul referendum, va detto – hanno chiesto una riflessione interna.

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