Afghanistan, Mattarella: “Chi dice di proteggere i loro diritti non può rifiutare l’accoglienza”

Poche parole, ma precise, quasi chirurgiche. Il Presidente della Repubblica fa il punto su una serie di questioni fondamentali e collegate tra loro: quello che sta succedendo in Afghanistan, la migrazione, il ruolo dell'Unione europea e il futuro proprio dell'Ue. Mattarella è intervenuto in occasione del quarantesimo seminario per la formazione federalista europea, per l'ottantesimo anniversario del Manifesto di Ventotene: "In questi giorni c'è una cosa che sinceramente appare sconcertante e che si registra qua e là nell'Unione europea – ha detto il Capo dello Stato ai presenti – grande solidarietà nei confronti degli afghani, che perdono libertà e diritti, ma che rimangano lì, non vengano qui, perché se venissero non li accoglieremmo. Questo non è all'altezza del ruolo storico, dei valori dell'Europa e della sua unione".
Secondo il Presidente Mattarella serve un "dialogo collaborativo con altre parti del mondo per governare insieme questo fenomeno, perché solo una politica di gestione comune dell'immigrazione può evitarci di essere travolti da un fenomeno incontrollabile". Per questo motivo l'Europa deve "dotarsi di strumenti di politica estera e di difesa comune". Ignorare il "fenomeno migratorio non lo risolve", ha insistito il Capo dello Stato. "La politica migratoria non è mai diventata materia comunitaria, come il Covid che ha fatto collaborare e non competere – ha continuato – Non si è agito così in Europa per le migrazioni".
Spesso su questi temi si finisce per fare campagna elettorale: "So bene che molti Paesi sono frenati da preoccupazioni elettorali contingenti, ma così si finisce per affidare la gestione delle migrazioni agli scafisti e ai trafficanti degli esseri umani", ha messo in guardia Mattarella. Poi si è concentrato sul futuro dell'Unione europea in senso più largo, sottolineando come "il libero commercio è la condizione indispensabile". Poi ha lanciato un messaggio chiaro: "I gelidi antipatizzanti si diano pace, l'Ue non tornerà indietro". Secondo il Presidente della Repubblica l'Unione europea è in fase di grande cambiamento, basti vedere uno strumento come il Next generation Eu, che "rappresenta una svolta" anche perché sarà uno di quegli "strumenti che resteranno".