Affitti brevi, stop alla tassa del 26% per chi ha fino a tre immobili: cosa ha deciso il governo

Il vertice di maggioranza sulla manovra non ha portato a decisioni definitive né ad avanzamenti significativi sulle trattative per le misure in manovra. La partita sembrerebbe ancora aperta, ma sono state individuate le proposte su cui i partiti di maggioranza intendono spingere di più, per provare a farle rientrare nel testo della legge di Bilancio. Al vertice di ieri hanno partecipato la presidente del consiglio Giorgia Meloni, i vicepresidenti Antonio Tajani e Matteo Salvini, il leader di Nm Maurizio Lupi, il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti e il viceministro Maurizio Leo, i presidenti dei gruppi parlamentari di maggioranza del Senato.
Tra i temi in discussione la questione degli affitti brevi, il regime fiscale sui dividendi, l'ampliamento dell'esenzione dell'Isee sulla prima casa, e le misure per favorire l'emersione dell'oro da investimenti. Ci sarà poi un'altra riunione la prossima settimana, e nel frattempo il governo porterà avanti l'attività di approfondimento delle misure oggetto della discussione.
L'obiettivo di Lega e Forza Italia è far saltare l'aumento della cedolare secca sugli affitti brevi dal 21 al 26%, come dimostrano alcuni gli emendamenti che sono stati presentati per cambiare la Finanziaria, a firma rispettivamente di Romeo e Rosso. Dovrebbe esserci convergenza, stando a quanto dice Salvini, sull'ipotesi di applicare una riduzione della cedolare secca sugli affitti brevi al 21%, ma solo fino a tre immobili.
Con il vertice di ieri di maggioranza sulla legge di Bilancio, secondo Matteo Salvini, "ci sono stati passi in avanti, c'è totale convergenza su alcuni punti" come quello di "ridurre l'aumento delle tasse su chi mette in affitto il suo appartamento, fino al limite di tre appartamenti rispetto agli iniziali cinque". Il vicepremier del Carroccio, in collegamento con "24 Mattino" su Radio24, ha spiegato la ratio della norma: "Chi ne ha 20 o 50 avrà un aumento e mi sembra ragionevole per le grandi proprietà, con uno sforzo in più. Ma per chi integra con un appartamento messo a rendita la pensione, lo stipendio o aiuta il figlio che studia all'università, mi sembra ragionevole non gravare ulteriormente", ha aggiunto.
Come il centrodestra vuole riportare la cedolare secca al 21% sulla prima casa
Nella manovra c'è un aumento della tassa sugli affitti brevi, per chi mette in locazione un immobile per periodi di tempo limitati tramite piattaforme o agenzie: l'aliquota salirebbe dal 21 al 26%, anche per la prima casa. Lega e Forza Italia vorrebbero riportare al 21% l'aliquota per chi affitta la prima casa.
Una delle ipotesi di cui si sarebbe discusso al vertice di maggioranza, sarebbe quella di rivedere il limite oltre il quale scatta l'attività di impresa, che potrebbe essere portato dagli attuali 5 a soli 3 immobili. In questo caso lo schema prevede anche una riduzione della cedolare secca al 21% per chi affitta la prima casa. Anche se Salvini questa mattina ha parlato invece di una cedolare al 21% fino a 3 immobili, una proposta che sarebbe molto più generosa per chi gestisce locazioni brevi.
Tra i segnalati della maggioranza c'è anche una proposta di Noi Moderati, che punta a una tassazione agevolata per gli affitti lunghi al 15%. L'emendamento è a firma Mariastella Gelmini e Giusy Versace (Civici d'Italia-Noi Moderati): "Dal periodo d’imposta 2026, la cedolare secca sui canoni di locazione annui relativi ai contratti aventi ad oggetto immobili ad uso abitativo e le relative pertinenze locate congiuntamente all'abitazione", si legge nel testo, "si applica in ragione di un’aliquota del 15 per cento".
Le altre proposte sulla casa
Al vertice di maggioranza di ieri si sarebbe discusso anche della possibilità di modificare la misura che prevede l'esclusione della prima casa dal calcolo Isee. Attualmente la manovra esclude dal patrimonio immobiliare la prima casa fino a 91.500 euro, comportando un allargamento della platea di beneficiari di bonus e agevolazioni fiscali. L'articolo 47 della manovra incide pure sui coefficienti delle famiglie con figli: alla soglia sull'immobile va considerata una maggiorazione pari a 2.500 euro per ogni figlio convivente a partire dal secondo (e non più dal terzo come avviene oggi). Questo vale per alcune prestazioni, come assegno di inclusione, supporto per la formazione e il lavoro, assegno unico per i figli a carico, bonus nido e bonus nuovi nati. Nell'incontro di ieri l'ipotesi emersa è un innalzamento della soglia di esclusione dell'abitazione principale ai fini Isee a 100mila euro oppure a 120mila per chi vive nelle città metropolitane. La proposta è arrivata dal leader di Noi Moderati Maurizio Lupi: "Noi Moderati con la legge di bilancio punta a sostenere le famiglie, i giovani e i più fragili. Per questo chiediamo di raddoppiare da 100mila a 200mila euro il valore della rendita catastale per l'esclusione della prima casa dal calcolo dell'Isee e proponiamo di permettere alle famiglie di detrarre il costo per l'acquisto dei libri scolastici alle scuole superiori".
Le altre misure riguardano lo stanziamento dal 2026, chiesto dalla Lega con un emendamento a firma Romeo, di fondi per il Piano casa, per un totale complessivo che arriverebbe a 877 milioni nel 2030, a favore di "programmi di edilizia sociale nella locazione", con canoni agevolati per alcune categorie, come giovani, giovani coppie, genitori separati e anziani. E ancora, un altro emendamento segnalato di Forza Italia, a firma Rosso, chiede di prorogare fino al 2028 il bonus ristrutturazioni al 50% per la prima casa. Attualmente la legge di Bilancio prevede la proroga del bonus al 50% sulla prima casa solo per il 2026, mentre per le seconde case si scende al 36%.