Affitti brevi, cosa propone Forza Italia per bloccare l’aumento della tassa per le prime case in manovra

Domani al via le audizioni in Senato per la legge di Bilancio, che inizia così il suo iter in Parlamento, in vista dell'approvazione entro il 31 dicembre.
Già nella giornata di lunedì 3 novembre saranno sentiti una cinquantina di soggetti, che avanzeranno le loro proposte: si parte dall'Anpit (Associazione nazionale per l'industria e il terziario) per chiudere con l'Abi. Ad essere auditi saranno esperti, rappresentati del mondo datoriale, sindacale e dell'associazionismo. Le audizioni si chiuderanno giovedì con quella del ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti.
Alcune misure, presenti nella manovra ‘bollinata' potrebbero subire delle modifiche durante la discussione parlamentare, assecondando le richieste dei partiti. Ma si tratterà di ritocchi a saldi invariati, che non impatteranno quindi sul valore complessivo della legge di Bilancio, che vale in tutto circa 18,7 miliardi di euro.
Uno degli interventi da parte della maggioranza potrebbe riguardare la stretta sugli affitti brevi, e in particolare l'aumento della cedolare secca dal 21 al 26% (anche per chi mette in affitto la prima abitazione), per coloro che utilizzano le piattaforme come Airbnb. Quindi l'aliquota resterebbe al 21% solo per coloro che affittano l'immobile senza intermediari, che però sono una minoranza.
La norma dice che "la riduzione dal 26 per cento al 21 per cento dell'aliquota della cedolare secca, per i redditi derivanti dai contratti di locazione breve relativi a una unità immobiliare individuata dal contribuente in sede di dichiarazione dei redditi, opera solo a condizione che in relazione alla predetta unità immobiliare, durante il periodo d'imposta, non siano stati conclusi contratti tramite soggetti che esercitano attività di intermediazione immobiliare, ovvero soggetti che gestiscono portali telematici. Nel caso in cui l'immobile, durante il periodo d'imposta, sia invece stato locato tramite i soggetti che gestiscono portali telematici, in caso di opzione per il regime della cedolare secca, si applica l'aliquota più elevata del 26 per cento".
Come può cambiare la norma sugli affitti brevi nella legge di Bilancio
La misura, che in manovra vale 102,4 milioni l'anno, non piace a Lega e Forza Italia, e in particolare gli azzurri puntano a presentare un emendamento che cancelli l'incremento dell'aliquota. Secondo il senatore Roberto Rosso, responsabile Casa, Edilizia sociale e Riqualificazione delle periferie di Forza Italia, "il 99% degli affitti brevi passa tramite le grandi piattaforme o tramite le agenzie immobiliari. Alzare al 26% la tassa per questa tipologia di affitti, vuol dire praticamente aumentarla per tutti. Per cui per noi questa modifica alla norma non è sufficiente, non è nemmeno un inizio di una trattativa", ha detto in un'intervista a Fanpage.it.
Oggi il ministro degli Esteri e leader di Fi Antonio Tajani, in un'intervista ad Affaritaliani, ha detto la manovra "va nella giusta direzione di sostenere il ceto medio, aumentare i salari più bassi, sostenere le imprese e rinforzare il sistema sanitario. Scelte fortemente volute dal nostro movimento politico". Ma in Parlamento gli azzurri proveranno appunto a rimodulare alcune misure: "Priorità: cancellare gli aumenti fiscali sugli affitti brevi, aumenti per le forze dell'ordine, cancellazione dell'articolo 18 sulla tassazione dei dividendi, certezze sui finanziamenti per le metro di Roma e Milano e sul collegamento ferroviario Afragola-Napoli".
"Insomma – ha aggiunto Tajani – vogliamo tutelare la casa, bene primario degli italiani, ridurre la pressione fiscale per le imprese, favorire la realizzazione di infrastrutture e premiare chi garantisce la nostra sicurezza. In settimana ci riuniremo per fare il punto della situazione e per preparare gli emendamenti necessari a migliorare la manovra".
Le trattative nella maggioranza
La questione degli affitti brevi insomma è in cima alla lista dei desiderata di Fi. Un anno fa la cedolare secca sugli affitti brevi era stata già innalzata dal 21 al 26% sul secondo immobile. Ora la proposta del governo è quella di estendere quella tassazione anche a chi affitta una sola abitazione tramite agenzie.
Da parte del governo l'intento dichiarato è quello di incentivare gli affitti lunghi, in favore delle famiglie. "Io voglio solamente dire che la ratio del provvedimento non è fare cassa sul tema degli affitti, ma è favorire gli affitti alle famiglie, perché è evidente che se c'è la stessa tassazione per chi affitta a un turista e per chi affitta a una famiglia, si tenderà ad affittare al turista e gli affitti per le famiglie aumenteranno. Quindi il nostro obiettivo è abbassare gli affitti per le famiglie", ha spiegato Meloni ai microfoni del Tg1.
Da qui nasce l'idea di portare la cedolare secca al 26% per tutti coloro che ricorrono ad agenzie immobiliari o portali telematici per stipulare affitti brevi (cioè quelli di durata non superiore ai 30 giorni), cancellando l'aliquota al 21% che era prevista per il primo immobile. Anche perché, ed è questo che ha spinto il Mef a prevedere una stretta, cresce il problema della carenza di alloggi nelle grandi città: "Proprio per questo si è ritenuto di inserire nel disegno di legge di Bilancio una apposita disciplina in materia fiscale avente oggetto le locazioni concluse tramite soggetti che esercitano attività di intermediazione immobiliare o tramite soggetti che gestiscono portali telematici", ha detto il titolare del Mef Giorgetti.
Al momento Forza Italia e Lega come dicevamo puntano ad abrogare l'articolo. Ma le trattative all'interno della maggioranza proseguono. Fdi sarebbe pronta a rivedere al ribasso l'incremento dell'aliquota: non più un passaggio dal 21 al 26%, ma l'aliquota sul primo immobile in affitto tramite le piattaforme o tramite agenzia potrebbe salire al 23%.
Secondo quanto apprende Fanpage.it, sul tema casa Forza Italia è pronta a presentare un emendamento per cancellare la modifica introdotta nella bozza della legge di Bilancio. Dopodiché, non è escluso che si possa trovare un punto di caduta, se l'aumento dell'aliquota sugli affitti brevi fosse accompagnato da una riduzione di un paio di punti della cedolare secca sugli affitti lunghi. Al momento, per quanto riguarda il regime della cedolare secca per gli affitti cosiddetti lunghi, cioè quelli regolati da contratti di locazione abitativa classici, 4+4 o 3+2, la legge prevede:
- cedolare secca al 21% per i contratti di locazione a canone libero (contratti residenziali standard come il 4+4 o il 3+2 quando non sono a canone concordato)
- cedolare secca al 10% per i contratti a canone concordato (aliquota che si applica in alcuni casi, per i comuni ad alta tensione abitativa o con carenze di disponibilità abitative)
Per Forza Italia alzare le tasse ai proprietari di immobili che fanno affitti brevi potrebbe generare un aumento del fenomeno degli affitti ‘in nero', oltre a un aumento generalizzato degli affitti per locazione turistica. E soprattutto non risolve il problema dell'emergenza abitativa. Secondo Forza Italia al contrario, il mantenimento della cedolare secca con il ruolo di garanti delle agenzie immobiliari e degli intermediari, assicura allo Stato la certezza della tracciabilità dei contratti e degli introiti fiscali. Ma c'è anche un risvolto sulla sicurezza: con affitti tracciati si può realmente risalire alle persone che occupano gli immobili. Invece di una norma inutilmente punitiva, è il ragionamento, andrebbe invece ridotta la cedolare secca sugli affitti lunghi, così da incentivare i piccoli proprietari a stipulare questo tipo di affitti di lungo periodo.
Secondo Forza Italia è sbagliato insomma trattare i proprietari di immobili da "speculatori": "Non siamo di fronte a dei colossi del web, ma a dei semplici cittadini che con i loro sacrifici hanno comprato una seconda casa e la danna in affitto", ha detto il senatore Rosso.
Bonus ristrutturazione al 50% prorogato nel 2026: Fi vuole stabilizzarlo per tre anni
Come sappiamo nella legge di Bilancio sarà prorogato anche per il prossimo anno il bonus del 50% sulle ristrutturazioni per le prime case e del 36% dalle seconde case in poi (in entrambi i casi per un massimo di 96 mila euro per unità immobiliare).
Dunque tutte le agevolazioni per la ristrutturazione della casa attualmente in vigore vengono prolungate per il prossimo anno, compreso il bonus mobili e grandi elettrodomestici. Il bonus ristrutturazioni sarà quindi del 50% per le prime case nel 2026 e scenderà al 36% nel 2027. Per tutti gli altri immobili sarà del 36% nel 2026 scendendo al 30% nel 2027.
Uno degli emendamenti che Forza Italia intende presentare, secondo quanto apprende Fanpage.it, riguarda la stabilizzazione del bonus ristrutturazione al 50% per i prossimi tre anni. La misura quindi non diventerebbe strutturale, ma avrebbe un respiro più lungo, permettendo così ai privati di pianificare gli interventi edilizi in un arco di tempo più ampio. Si aspetta comunque il testo finale dell'emendamento, su cui al momento gli azzurri stanno lavorando.
Cosa chiedono gli agenti immobiliari
La federazione italiana degli agenti immobiliari professionali (Fiaip), in vista delle audizioni sulla manovra che partono domani, chiede di eliminare l'innalzamento al 26% della cedolare per gli affitti brevi e di allargare la platea dei destinatari del fondo garanzia prima casa (ristretta nella scorsa manovra).
La federazione chiede inoltre di "favorire l'acquisto della prima casa da parte dei giovani a fronte di un loro impegno a renderla meno energivora prevedendo la deducibilità dell'imposta di registro e delle imposte ipotecarie e catastali nell'acquisto della prima casa a favore dei giovani under 36 con Isee non superiore ai 40mila euro annui, a condizione che entro due anni la casa acquistata venga efficientata con accrescimento di almeno due classi energetiche". E ancora di "reintrodurre il ‘Bonus Case Green' del 2023". Infine si propone di "estendere il regime della cedolare secca" al 21% "ai contratti di locazione di immobili ad uso diverso dall'abitativo (negozi, uffici, laboratori artigianali, capannoni ecc…)".
"Non è iper-tassando gli affitti turistici che si risolve il problema dell'emergenza abitativa", sostiene la Fiaip, secondo cui questa extra tassa "impatta soprattutto sulle famiglie che hanno trovato nelle locazioni brevi una piccola integrazione al reddito e alla pensione, in un periodo già segnato dal carovita".