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Covid 19

Addio mascherine all’aperto dal 28 giugno: chi è contro l’eliminazione dell’obbligo di indossarle

Dal prossimo 28 giugno non sarà più obbligatorio indossare le mascherine all’aperto, a meno che non si verifichino assembramenti. La decisione del governo arriva dopo il parere del Cts. Ma non tutti gli esperti sono favorevoli all’eliminazione della misura anti Covid, soprattutto per la diffusione della variante Delta, più contagiosa di quella inglese.
A cura di Annalisa Cangemi
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Le mascherine all'aperto saranno un ricordo dal prossimo 28 giugno. È questa la data indicata dal Cts per eliminare l'obbligo di indossare il dispositivo di protezione, a eccezione delle situazioni in cui si crea assembramento, come mercati, fiere o code. Per questo quando si esce bisogna comunque portare con sé le mascherine, per coprire naso e bocca quando richiesto. L'uso delle mascherine è inoltre "raccomandato fortemente" per i soggetti fragili e immunodepressi e per coloro che stanno loro accanto, negli ambienti sanitari, sui mezzi di trasporto pubblico e naturalmente all'interno degli esercizi commerciali.

Lo ha annunciato ieri sera il ministro della Salute Roberto Speranza: "Dal 28 giugno superiamo l’obbligo di indossare le mascherine all’aperto in zona bianca, ma sempre nel rispetto delle indicazioni precauzionali stabilite dal Cts". Dal prossimo lunedì tutte le Regioni passeranno in zona bianca (al momento la Valle d'Aosta è l'ultima Regione rimasta in giallo). È lo stesso Cts a evidenziare che "lo scenario epidemiologico è caratterizzato da una incidenza stabilmente e significativamente sotto i 50 casi x 100.000 abitanti nei 7 giorni indicativa di una contenuta circolazione del virus SARS-CoV-2; questo si tradurrà in un quadro nazionale che dalla prossima settimana vedrà tutte le regioni in zona bianca". 

Non tutti gli esperti e gli scienziati sono però d'accordo, anche per via della diffusione delle varianti del virus, e in particolare della variante Delta, considerata più contagiosa della variante inglese.

Secondo Massimo Ciccozzi, ordinario di Statistica medica ed Epidemiologia molecolare all'Università Campus Bio-Medico di Roma, per frenare le varianti, oltre a evitare i viaggi, e mettere in quarantena coloro che vengono da Paesi a rischio e vaccinare, "è anche importante ricordare che vanno rigorosamente mantenute la distanza e le mascherine in caso si sia fatta una sola dose vaccinale, dal momento che solo il ciclo con due dosi di vaccinazione ha dimostrato di avere una copertura completa".

Massimo Galli, direttore del reparto Malattie infettive all'Ospedale Sacco di Milano, replica a Matteo Salvini, che ha parlato di "mascherina bavaglio": "Le mascherine non vanno considerate come bavaglio ma come protezione. Sembra che su questo punto si debba fare una battaglia di libertà, ma vederla così è assolutamente stupido. La mascherina è uno strumento che ci è stato dannatamente utile, fondamentale per lungo periodo, la cui necessità ora ha caratteristiche diverse, ma discutere demonizzandola è tra lo stupido e irresponsabile". 
La mascherina, ha ricordato il professore, "serve in situazioni di affollamento sia al chiuso che all'aperto, soprattutto da parte di chi non è stato vaccinato, perché prendersi un'infezione e contribuire alla circolazione di qualche variante mi sembra assolutamente irragionevole". E poi serve in particolare per "le persone fragili vaccinate, rispetto alle quali non sappiamo se il vaccino ha preso o meno, e loro, come sanno bene, è meglio che se la tengano il più possibile, perché una parte di vaccinati si infetta e qualcuno può non aver risposto al vaccino".

Il virologo Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario dell'Irccs Galeazzi di Milano, avrebbe aspettato ancora prima di eliminare il dispositivo di protezione: "Io credo che ormai con l'attuale situazione si possa arrivare a far decadere l'obbligo e la finestra temporale ipotizzata tra il 5 e il 15 luglio mi sembra giusta, proprio per far sì che queste aperture siano definitive e non debbano essere fatti passi indietro". 
"Una certa quota di positivi – spiega Pregliasco – c'è ancora, quindi dobbiamo procedere con cautela. Dovremo portare la mascherina e utilizzarla quando serve in situazioni particolari".

Il presidente della Fondazione Gimbe Nino Cartabellotta invece non pensa che eliminare le mascherine all'aperto sia un problema, perché "all'aperto abbiamo una minore probabilità di contagio, abbiamo il 53% della popolazione vaccinato con almeno una dose". Mentre la mascherina andrebbe comunque indossata, dice, nelle situazioni di assembramento o quando si parla o si canta. "dobbiamo anche essere pragmatici, i controlli non ci sono, la gente le mascherine se le toglie da sola, una settimana in più o una settimana in meno cambia poco".  
Paolo Villani, professore di Igiene e direttore del dipartimento di Sanità pubblica e Malattie infettive alla Sapienza, in un'intervista al Corriere della Sera, dice che in "una situazione come l'attuale, attenuare l'obbligo della mascherina" è "un azzardo".

"È vero – spiega – le probabilità di infettarsi sono infinitamente minori rispetto ai luoghi chiusi e questo è ampiamente dimostrato sebbene non si possa quantificare con esattezza quanto il rischio si abbassi. Dipende da quali sono gli spazi aperti e dal livello di circolazione del virus". L'esperto dice che per infettarsi serve "avere mediamente un contatto stretto con una persona infetta per almeno 15 minuti".

"In qualsiasi occasione all'aperto – prosegue però Villani – potresti dover indossare la mascherina anche se non era programmato. Quando sei in fila per prendere un gelato, o per uno spettacolo teatrale oppure per fare il vaccino in un hub. Morale: la mascherina non può e non deve essere dimenticata, dovrebbe continuare ad essere vista come un oggetto da portarsi dietro automaticamente, quando usciamo di casa in quanto non avremo mai la certezza di non imbatterci in un assembramento in cui sarà necessario calzarla".

"Se la popolazione italiana avesse raggiunto un livello alto di immunità mi sentirei più tranquillo. Non siamo ancora al sicuro, occorre essere tutti insieme vaccinati con due dosi".

"Togliere la mascherina – sottolinea – non fa crescere l'economia, non ha una ricaduta economica. Tenerla in viso è solo un fastidio, a mio giudizio sopportabile rispetto alla sua grande utilità". Per Villani "Ci è voluto tanto per inculcare queste semplici ed efficacissimi regole: protezione di naso e bocca, distanziamento, pulizia delle mani. Adesso è un peccato non andare avanti e marchiare la mascherina con una valenza negativa mentre è un presidio prezioso non solo contro il Covid-19″.

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